La riforma monetaria a Cuba: il peso convertibile va in pensione e gli stipendi salgono

Il primo gennaio, 62mo anniversario della vittoria della Rivoluzione Cubana, è stata avviata una riforma monetaria che abbandona la doppia moneta e il peso convertibile, aumenta i salari e pone una nuova regolamentazione delle attività economiche private.


La riforma monetaria a Cuba: il peso convertibile va in pensione e gli stipendi salgono

Il 1° gennaio per Cuba è un giorno molto importante, infatti in quel giorno di 62 anni fa il dittatore Fulgencio Batista fuggiva in aereo dall’isola e la rivoluzione iniziata sei anni prima da Fidel Castro era vinta.

Quest’anno il 1° gennaio ha coinciso non solo con le celebrazioni dell’anniversario del trionfo della rivoluzione ma anche con l’avvio della riforma monetaria. Sull’isola dalla metà degli anni ’90 esisteva il dualismo monetario. Erano presenti due monete il Peso Cubano o CUP e il Peso Convertibile o CUC che aveva lo stesso valore del dollaro statunitense. Il Peso Cubano valeva un ventiquattresimo di un CUC. Spesso il Peso Convertibile era definito la moneta dei turisti: cosa non del tutto vera dato che molti lavoratori statali negli anni avevano iniziato a ricevere parte del loro stipendio proprio in CUC.

Dal 1° gennaio la riforma monetaria ha tra l’altro abolito il CUC lasciando quale moneta circolante solo il Peso Cubano. Per i sei mesi successivi sarà possibile pagare ancora con il CUC ma verrà restituito come resto il CUP o cambiare i CUC presso gli sportelli bancari. I depositi in CUC presso le banche saranno convertiti in CUP e la parità di cambio è fissata in 24 CUP per CUC. 

Con la riforma monetaria sono state introdotte altre importanti misure economiche: la più importante è senza dubbio quella che aumenta notevolmente i bassi salari dei lavoratori del settore statale. Ma come era prevedibile una riforma organica di tale dimensione non poteva che generare nella popolazione inquietudini e paure, le più volte però non del tutto giustificabili. 

Tra le varie misure che lo Stato cubano ha varato campo economico prima di questa importante riforma senza dubbio la più nota è quella che ha introdotto il lavoro per conto proprio nel 2013, creando una nuova figura che a Cuba è stata denominata cuentapropista. La riforma ha permesso a chi voleva intraprendere una attività per conto proprio di poterlo fare in piena legalità; infatti prima della riforma queste attività erano svolte in modo informale.

La riforma ha autorizzato oltre un centinaio di professioni: sono nate piccole rivendite di generi alimentari, ristoranti, bar, parrucchieri, taxisti, panetterie, pasticcerie, attività di costruzione edile, elettricisti, idraulici, servizi vari per il turismo, affittacamere e molto altro ancora.

Comprendere come questa riforma economica ha impattato sulla società cubana servirà poi per capire alcuni aspetti legati alla recente riforma monetaria e salariale. La ragione principale che ha portato il governo cubano a creare questa nuova figura professionale era quella di ridurre il gran numero di persone che lavoravano alle dipendenze dello Stato. La creazione dei cuentopropistas ha creato una frattura nella struttura sociale dell’isola, infatti i salari dei lavoratori per conto proprio erano notevolmente superiori a quelli pagati dallo Stato ai suoi dipendenti. Con il passare degli anni però si è avuta una vera e propria emorragia di personale professionale che abbandonato gli impieghi pubblici per passare alla libera professione. Infatti molti medici, maestri, professori, economisti, figure professionali allettati dai facili guadagni che il lavoro per conto proprio offriva soprattutto nel settore turistico e nella vendita di generi alimentari hanno lasciato l’impiego statale per dedicarsi alle attività private.In molti casi si sono anche traferiti all’estero

In poche parole con l’avvento del cuentapropismo la piramide salariale a Cuba si è capovolta ovvero chi ha studiato ed occupa un incarico statale guadagna molto meno di una persona poco formata, ma che ha deciso di lavorare per conto proprio. Inoltre i lavoratori statali mal pagati svolgono un lavoro molto spesso approssimativo e con malavoglia. Era ovvio che questa disparità salariale non poteva durare all’infinito perché oltre a far fuggire tutte le migliori figure professionali dagli impieghi statali alimenta una frattura sociale tra classi lavoratrici che mette in serio pericolo proprio la rivoluzione stessa e tutte le conquiste che negli anni ha ottenuto. Una parte consistente dei cuentapropistas vede nello Stato una macchina burocratica che spesso non riesce a risolvere i loro problemi alimentando così la convinzione che bisogna cambiare il sistema sociale. Non a caso molti di loro sognano un cambio in senso capitalista dello Stato senza immaginare in realtà a cosa andrebbero incontro se questo avvenisse. La nuova riforma monetaria e salariale cerca di colmare questo divario che come ho spesso sostenuto essere il più grande problema che oggi Cuba si trova ad affrontare.

Come precedentemente scritto questa riforma sta generando uno strisciante malcontento nella popolazione poco avvezza a riforme strutturali come questa. Queste paure sono poi cavalcate con dovizia dai gruppi controrivoluzionari di Miami che, grazie ai cospicui finanziamenti che le varie amministrazioni statunitensi gli elargiscono e con l’uso sapiente dei social, enfatizzano i timori e spesso inventano false notizie allo scopo di attaccare il governo. Da un lato, troviamo questi mezzi di disinformazione che alimentano con notizie, le più volte false, le paure di una popolazione che soffre giornalmente per un blocco economico, finanziario e commerciale imposto proprio da coloro che finanziano questi pseudo giornalisti, dall’altra parte invece troviamo coloro che sostengono Cuba perché vedono nell’isola il paese che vorrebbero, che sognano, ed accusano il governo, senza conoscere la complessità delle condizioni economiche, di tradire gli ideali rivoluzionari e socialisti. Insomma gli attacchi all’operato del governo arrivano sia da coloro che da Miami sperano in una sollevazione popolare per i problemi che causerebbe alla popolazione la nuova riforma sia da chi, in buona fede, considera la riforma peggiorativa delle sue condizioni di vita. 

L’intento primario della riforma è quello di stimolare i lavoratori con stipendi più alti, i quali dovrebbero, si spera, stimolare la produttività e di ridurre la forbice salariale tra lavoratori statali e privati. Una timida riforma salariale era già stata fatta nel giugno 2019 ma l’attuale è molto più radicale: i salari saranno elevati 4,5 volte. Il salario minimo sarà di 2100 Pesos e il più alto arriverà alla somma di 9510 Pesos. Saranno create 32 categorie salariali in base all’impiego cui corrisponderà un diverso salario. Si sta cercando quindi di rimettere nella giusta posizione la piramide salariale ridando al lavoratore ed alla sua professionalità la giusta valutazione che negli anni a causa dei bassi salari statali aveva perso.

Molti lavoratori occupati nelle numerose attività turistiche private, dopo aver perso il loro impiego a causa della pandemia, rimasti senza stipendio a differenza dei lavoratori statali che hanno continuato a ricevere una parte del salari, benché inattivi, hanno deciso di tornare al settore statale. Gli annunciati aumenti salariali hanno quindi portato molte persone, soprattutto giovani, che si dedicavano a lavori informali o erano disoccupati, a cercare lavoro nelle aziende statali. Aziende, finora criticate per la loro inefficienza e per i bassi salari. sono diventate oggi un importante mezzo per ottenere un lavoro sicuro.

Alcuni dati confermano la tendenza al ritorno al lavoro statale. In solo venti giorni a Guantanamo si sono presentate presso l’ufficio della direzione municipale del lavoro 1349 persone interessate a lavorare nel settore statale. Oscar Mendoza Perez, Vice direttore della direzione provinciale del lavoro, ha dichiarato che negli ultimi 20 anni non aveva mai visto tante persone presentarsi nel suo ufficio per cercare lavoro: “Il 60 per cento sono giovani che non avevano un precedente contratto di lavoro”. A Pinar del Rio Alina Hernandez Martin, vice direttrice della direzione provinciale del lavoro, conferma che sono molti i cubani che si rivolgono al suo ufficio per cercare un impiego: “In solo tre settimane si sono presentate 944 persone presso il nostro ufficio e di questi 496 erano giovani dei quali 399 hanno ottenuto un lavoro”. Nel centro dell’isola a Sancti Spiritus sono 1339 le persone che si sono presentate presso l’ufficio del lavoro per ottenere un impiego e 397 lo hanno ottenuto.

Purtroppo questa riforma monetaria che ha lasciato una sola moneta potrebbe essere definita una riforma a metà perché nel paese continuano a esistere negozi in cui occorre pagare in moneta liberamente convertibile. In questi negozi, nati agli inizi del lo scorso anno, per acquistare occorre pagare con una carta di credito o con una carta di debito preventivamente caricata con dollari statunitensi o altra moneta convertibile come l’Euro. Con l’aumento delle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti il blocco economico negli anni si è reso sempre più duro quindi lo stato per far fronte alle necessità di disporre di merce prodotte all’estero ha creato questo tipo strano di negozi. In pratica in questi luoghi, gestiti da catene internazionali, vengono venduti prodotti esteri direttamente dalle catene stesse, lo Stato mette a disposizione le strutture e riceve una percentuale sulle vendite pagate in moneta pregiata, ottenendo così un ingresso in valuta. Inizialmente si trovavano solo elettrodomestici ma con il passare del tempo l’offerta è stata ampliata.

I cubani devono quindi procurarsi dollari o altre monete pregiate per caricare le carte emesse dalle banche cubane. La nascita di questi negozi ha alimentato il mercato nero di valuta estera dato che nelle banche non sono quasi mai disponibili tale valute per essere acquistate. Inoltre alcuni furbetti usano le proprie carte ricaricate da familiari che vivono all’estero o grazie al mercato nero di valuta per acquistare i prodotti nei negozi per rivenderli con enormi sovrapprezzi creando ulteriori transazioni clandestine. Alla nuova riforma viene data la colpa dell’espansione del mercato nero di valuta, ma le nuove misure non hanno nulla a che vedere con quanto sta accadendo. Nei mesi estivi, quando ancora nessuno parlava di riforma monetaria, per acquistare un dollaro statunitense occorrevano fino ad 1,60 CUC. 

Parallelamente ai cambiamenti salariali e monetari la nuova riforma intende mettere anche un po’ di ordine nei prezzi dei beni e dei servizi sussidiati dallo Stato. In particolare vengono attualizzate le tariffe per i prodotti acquistati con la libreta, che dò accesso ai prezzi sussidiati, i trasporti, le tariffe per l’energia elettrica e l’acqua.

La libreta permette a tutti i cittadini cubani di acquistare una serie di prodotti come il riso, il caffè, l’olio, i fagioli, lo zucchero, il sale, le uova, la carne a prezzi sussidiati dallo stato. Fino ad ora il principio che regolava il prezzo era quello di sussidiare il prodotto, con la nuova riforma lo Stato intende sussidiare la persona e non più il prodotto. Non mi stupirei se in futuro alcune categorie di persone che hanno un reddito alto potessero perdere la possibilità di acquistare prodotti con la libretta. Inoltre vengono tolte tutte le indebite agevolazioni che negli anni alcune persone hanno beneficiato.

La revisione dei prezzi dei servizi statali ha creato molte preoccupazioni nella popolazione. Le maggiori inquietudini nei cittadini riguardano gli aumenti delle tariffe dell’acqua e dell’energia elettrica che da inizio anno entreranno in vigore. Prima della riforma i cubani soggetti al pagamento in maniera forfettaria della fornitura idrica pagavano un CUP a persona al mese, dal 1° gennaio la tariffa è passata a 7 CUP a persona al mese, tariffe tutto sommato ancora lontanissime da quelle applicate dai nostri gestori. Viene inoltre ampliata la platea degli utenti che pagheranno a consumo invece che a forfait. Per le tariffe a consumo il costo è fissato per i primi tre metri cubi a 1,75 CUP a persona al mese, la scala dei costi aumenta progressivamente al consumo per incentivare il risparmio di questa importante risorsa. Diversamente coloro che hanno un’attività nella propria abitazione come ad esempio gli affittacamere o i ristoranti pagheranno una tariffa più alta non residenziale.

A Cuba il 95 per cento dell’energia elettrica è prodotta dalla combustione di combustibili fossili e il 48 per cento è importato. Secondo i dati dell’impresa elettrica cubana il 91 per cento degli utenti consuma meno di 350 KW al mese, il 6,5 per cento degli utenti consuma tra 350 KW e 500 KW, che sommati rappresentano il 97 per cento degli utenti. Solo il 2 per cento degli utenti ha un consumo compreso tra 500 e 1000 KW al mese e solo l’1 per cento restante consuma più di 1000 KW. Le fasce di consumo fino a 350 KW ricevono un sussidio da parte dello Stato che riduce notevolmente il costo della bolletta. Come nel caso dell’acqua anche per l’erogazione dell’energia elettrica la tabella dei consumi è progressiva: più i consumi sono alti maggiore è il costo al KW. Le inquietudini maggiori vengono chiaramente da coloro che hanno alti consumi e che fino ad oggi pagavano bollette irrisorie.

I prezzi dei trasporti, per garantire la possibilità a tutti i cittadini di muoversi liberamente, sono da sempre sussidiati dallo stato ovvero solo una piccola parte del costo viene coperto dal prezzo del biglietto. Le tariffe applicate alle varie tratte sia urbane che extraurbane sono state modificate in quanto risalenti ormai a molti anni fa quando i costi di gestione del servizio erano molto più bassi. Le tratte urbane aumenteranno da un minimo di 2 volte a un massimo di 5 volte mentre quelle extraurbane aumenteranno di 1,5 volte. Il trasporto urbano quindi passerà da 0,40 CUP, circa un centesimo di Euro, a 1 CUP, 3,5 centesimi di Euro, in tutte le città ad esclusione della capitale L’Avana dove costerà invece 2 CUP. Per quanto riguarda le tratte di lunga percorrenza ad esempio la tratta in autobus L’Avana-Santiago, di oltre 800 chilometri, passerà dai precedenti 169 CUP agli attuali 255 CUP, mentre in treno passa dai precedenti 95 CUP agli attuali 132 CUP. È stato fissato un prezzo a chilometro per passeggero al fine di impedire che le imprese locali dei trasporti applichino tariffe diverse a parità di chilometri percorsi.

Alla riforma viene imputato di essere la causa dei rincari dei prodotti alimentari di produzione locale, ma già dallo scorso anno gli alimenti avevano subito un aumento cospicuo. In realtà i prezzi sono aumentati non per la riforma monetaria ma per la legge della domanda e dell’offerta. Sull’isola la produzione locale non è sufficiente a coprire le richieste e quindi i venditori privati se ne approfittano incrementando i prezzi delle merci. Lo Stato da parte sua non è in grado di far rispettare i prezzi massimi stabiliti per legge. Non bisogna mai dimenticare che l’isola caraibica è sottoposta dagli Stati Uniti ad un blocco economico, commerciale e finanziario dal 1962: questo non è un alibi ma una cruda realtà. Il blocco impedisce a Cuba di poter intrattenere normali relazioni economiche con le altre nazioni del mondo e soprattutto con gli Stati Uniti. Proprio così, Cuba sarebbe ben lieta di commerciare con il vicino a stelle e strisce non solo per vendere sul territorio statunitense i propri prodotti ma anche per acquistare quanto necessario. Non è la stessa cosa comprare un container di pollo in Cina o in Spagna o a Miami.

29/01/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

Condividi

L'Autore

Andrea Puccio

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

Newsletter

Iscrivi alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato sulle notizie.

Contattaci: