Uno sguardo al congresso fondativo di Izquierda Revolucionaria Internacional

Costruendo un’alternativa rivoluzionaria globale


Uno sguardo al congresso fondativo di Izquierda Revolucionaria Internacional

MADRID, 22 LUG - “Il sistema capitalistico sta vivendo in tutte le sue sfere una crisi senza precedenti da quella degli anni 30 del secolo scorso, con una crescente e sempre più acuta polarizzazione politica e sociale in tutti i continenti, con movimenti di carattere rivoluzionario e controrivoluzionario, in cui emerge, nelle modalità e nelle forme che si sono segnalate in tutte le discussioni durante il Congresso, l’irruzione delle masse nella scena politica”. [1]

Questa tematica è stata al centro del dibattito dei tre giorni di congresso che hanno modificato strutturalmente l’organizzazione Izquierda Revolucionaria, rompendo con l’Internazionale CIT/CWI [2] e dando vita ad un’internazionale separata, con sezioni nello stato spagnolo, in Portogallo, Messico, Venezuela e nuclei in altri paesi come la Germania e, prossimamente, l’Italia. Tre giorni in cui nei tanti interventi di compagni e compagne di tutto il mondo si è messo al centro il protagonismo e l’istinto rivoluzionario delle masse, con specifici approfondimenti sulle vicende politiche di decine di paesi. Si sono poi esposte le problematicità della deriva burocratica della rivoluzione bolivariana ed i prossimi passi che IR [3] dovrà compiere per radicare il partito, il tutto nell’ottica di un’organizzazione che, con il suo carattere trotskista e luxembourghiano, si batte per una rivoluzione globale. Infine, si è ripreso il tema della burocratizzazione, che viene considerata una grave minaccia per la riuscita di un processo rivoluzionario, e viene vista come complice del collasso del mondo socialista e della svolta a destra dei partiti comunisti tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90.

Essendo un’internazionale, IR si trova a doversi radicare in contesti completamente diversi, ma in generale esiste con i suoi militanti, come sopra accennato, in due mondi, quello europeo e quello latinoamericano, dove la rinascita dei movimenti di massa sta portando ancora una volta l’America Latina ad essere centrale nel dibattito politico globale.

L’Europa

L’Europa sta affrontando una crisi politica senza precedenti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Dopo il collasso del blocco sovietico tra l’89 ed il ’91 ed il processo che, anche con la nascita dell’Unione Europea, ha eroso le conquiste sociali della popolazione, precarizzando il lavoro e ponendo fine al modello dello stato sociale, la crisi economica, che ci trasciniamo dal ’73 e che si è ulteriormente aggravata nel 2008, ha colpito in modo estremamente dannoso le condizioni di vita degli sfruttati. In un contesto così eterogeneo, in cui si inseriscono altre questioni cruciali come quella migratoria e quella ambientale, la crisi e la mancanza di risposte concrete hanno fatto sì che ai “tradizionali” partiti europeisti di centro-destra e centro-sinistra si affiancassero nuovi gruppi, a volte ecologisti (Bündnis 90/Die Grünen), altre appartenenti ad una nuova generazione, quella populista, che trova espressioni a destra (la Lega, Vox, Rassemblement National, Alternative für Deutschland) ed a sinistra (Syriza, Podemos, Bloco de Esquerda, La France Insoumise, Potere al Popolo! [4]).

La risposta della destra becera non fa che assecondare gli interessi di industriali e banchieri, quella delle sinistre populiste o dei verdi non offre una reale risposta alla crisi, in quanto non mette al centro la rottura con il sistema capitalistico, o se lo fa, lo pone in senso idealistico, senza alcuna prassi rivoluzionaria. In questa situazione, in Europa come in tutto il mondo, bisogna contrapporre un'alternativa realmente rivoluzionaria, ed è questo che IR vuole costruire.

In particolare è interessante, a livello europeo, capire come IR si sia radicata nello stato spagnolo, e su quali contraddizioni preferisca operare. Nel territorio spagnolo IR ha un grande peso politico, avendo creato sia il “Sindicato de Estudiantes”, la principale organizzazione studentesca dello stato, che “Libres y Combativas”, che dà voce alle lotte femministe ed organizza i milioni di persone che scendono in strada contro il sistema capitalistico anche nella sua componente patriarcale. Oltre a tutto ciò, IR nello stato spagnolo è attiva a livello sindacale, cercando di radicarsi nei principali sindacati dello stato, ed opera anche a livello ambientale, lottando contro le derive piccolo borghesi del movimento ambientalista, e dei diritti civili, aderendo alla piattaforma “Orgullo Crítico” che si batte contro il Pride per una visione anticapitalista di queste manifestazioni.

L’America Latina

Intanto in America Latina la nuova apertura della crisi venezuelana da una parte e la permanenza della questione messicana dall’altra hanno riportato al centro l’imperialismo yankee in un continente vessato da due secoli dalla politica estera aggressiva ed espansionistica di quella che è a lungo stata in maniera indisturbata la più grande nazione capitalistica al mondo.

Nel contesto del tentativo di colpo di Stato messo in atto da Guaidó, IR ha posto come punto centrale il rifiuto assoluto dell’imperialismo degli statunitensi, criticando tuttavia a Maduro una cattiva gestione dello Stato. Ha inoltre elogiato il valore del popolo venezuelano, che pur vivendo la fame ha coscienza di cosa sia l’imperialismo e lotta contro il tentativo di colpo di stato USA.

Per quanto riguarda il Messico, dove con le ultime elezioni si è avuta una svolta verso sinistra con l’elezione del presidente Obrador - fondatore di “Morena”, il Movimento di Rigenerazione Nazionale, un partito politico di ispirazione riformista e populista - l’atteggiamento aggressivo degli USA, che si è aggravato con l’ultimo presidente statunitense, si esprime nell’assurda idea di Trump di voler costruire un muro tra i due paesi. La lotta di IR, oltre a prendere questo atteggiamento imperialista come nodo, si focalizza sulla questione del narcotraffico, che è centrale qui come in Venezuela, con trafficanti finanziati dagli USA, e sulla questione del movimento “Ni Una Menos”, che è fortissimo in tutto il mondo ispanoparlante e mobilita decine di milioni di persone contro il machismo intrinseco al sistema capitalistico.

Oltre alla questione venezuelana e messicana nel particolare, è il contesto generale dell’America Latina ad essere molto complesso, con momenti di grande avanzamento delle lotte e fasi di violenta repressione. La svolta controrivoluzionaria in Brasile, dove è stato attuato un vero e proprio colpo di stato, ne è un chiaro esempio. Con questa mossa gli USA tentano di imprimere una generale svolta a destra nei paesi latinoamericani prendendo il controllo della nazione economicamente più importante e territorialmente più grande del continente. L’elezione ha portato anche all’emergere di due contraddizioni principali.

Per prima cosa è emerso ancora una volta il ruolo centrale dei social media nella comunicazione di massa: in pochi mesi oltre 120 milioni di utenti brasiliani hanno subito un incessante spam via WhatsApp a favore di Bolsonaro, spam che risulta finanziato dai sostenitori del leader di estrema destra nel mondo degli affari.

L’altra contraddizione emersa circa Bolsonaro riguarda la crisi climatica. La svendita dei territori delle popolazioni indigene e la distruzione di ampie zone della foresta per interessi commerciali mostra la voracità e la sete di ricchezze cieca di questo sistema economico, dimostrando ancora una volta che non esiste un vero ambientalismo che non sia anche anticapitalismo. Di fronte a questa situazione la mobilitazione di massa in ogni ambito, anche in quello della scuola, dove il governo di Bolsonaro sta cercando di fare grandi tagli, non si sta facendo attendere, e la situazione generale in tutto il paese è estremamente tesa.

La crisi avanzata del sistema ed i forti movimenti di rottura portano a pensare che le condizioni per una svolta rivoluzionaria in Europa, in America Latina ed in tutto il mondo siano vicine. La sfida sarà essere in grado di capire come agire in quel contesto, e, soprattutto, saper radicare un partito leninista che sia pronto ad operare nella fase di crisi rivoluzionaria.

Buon lavoro ai compagni di IR in questo compito. Viva la Rivoluzione!


Note:

[1] “El sistema capitalista vive en todas sus esferas una crisis sin precedentes desde los años 30 del siglo pasado, con una creciente y cada vez más aguda polarización política y social en todos los continentes, con movimientos hacia la revolución y la contrarrevolución, y destacando, tal y como se señaló en todas las discusiones durante el Congreso, la irrupción de masas en la escena política”. Traduzione dell’autore

[2] Il Comitato per un’Internazionale dei Lavoratori è la più grande organizzazione trotskista esistente, con sezioni in oltre 50 paesi

[3] Izquierda Revolucionaria, da qui in avanti chiamata sempre per sigla

[4] In realtà riguardo Potere al Popolo la questione è più complessa, e questa definizione gli corrisponde solo parzialmente

22/09/2019 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Simone Rossi

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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