Il G7 dell'economia a Bari, un altro fallimento del capitalismo

I Ministri dell’economia dei sette Paesi più industrializzati pensano alla webtax e dimenticano la lotta alla povertà del pianeta.


Il G7 dell'economia a Bari, un altro fallimento del capitalismo Credits: http://www.perlapace.it/g7-finanze-disuguaglianze-quali-misure/

BARI. Si sono incontrati nel capoluogo pugliese i Ministri dell’Economia per il loro periodico G7 e hanno concluso i lavori emanando un comunicato finale dove si sottolinea con un po’ di superficialità che la ripresa è in atto anche se il Pil è ancora sotto il potenziale in molti Paesi. Il ministro dell’Economia italiano Padoan si è accontentato di sottolineare enfaticamente che il summit ha avuto un grande successo e il governatore di BankItalia Ignazio Visco: ha espresso il senso di speranza che alberga nei cuori dei banchieri ovvero che adesso ci sono meno tensioni sulla crescita dopo le ultime elezioni in Europa (voleva forse dire Francia).

Il G7 con la presenza di Draghi (BCE) e della Lagarde (FMI) si è anche preoccupato di ricordare il proprio “impegno alla cooperazione economica e finanziaria rimanendo determinati a usare tutti i mezzi di politica monetaria, di bilancio e strutturale, individualmente e collettivamente, per raggiungere l’obiettivo di una crescita forte, sostenibile, equilibrata e inclusiva”.

Nel dettaglio, però, gli esponenti dei Paesi capitalisti hanno approfondito il tema delle tasse da imporre (in particolare la webtax) piuttosto che le loro proposte per vincere la crescente povertà anche nei loro Paesi.

La webtax sta prendendo corpo: il G7 di Bari ha dato un segnale sulla tassazione per i colossi di internet e il prossimo appuntamento a Taormina dei capi di Governo dei 7 approfondiranno questo tema che è apparso più importante dell’inclusione sociale: si continua a occupare tempo di riunioni per conti e regole, molto poco per i bisogni.

Analisti economici marxisti hanno sottolineato come vada attesa un’attiva avversità al modello di sviluppo proposto dal capitalismo mondiale, basato sulla devastazione dei territori e sulla progressiva precarizzazione del mondo del lavoro.

I G7 economico-finanziari, come questo di Bari, mentre la crisi globale in atto da ormai dieci anni si intensifica, confermano la crisi del sistema capitalista che continua a essere impostato sulla produzione per la produzione, nello spasmodico ammassare profitti per sé stesso. L’economia scrive l’agenda politica dei governi nazionali: il clima di forte incertezza economica accompagna l’incertezza delle esistenze di interi popoli.

A Bari erano presenti BCE, FMI, Commissione Europea che decidono il destino economico dei Paesi rappresentando un evidente deficit democratico: svuotamento dei poteri dei parlamenti nazionali a favore delle istituzioni europee e mondiali.

La crisi strutturale del sistema capitalista mondiale manifesta i suoi effetti disastrosi anche sul piano

dell’approvvigionamento energetico e, di conseguenza, sullo scenario bellico internazionale” mi dice un ricercatore della Sorbona.

E’ evidente la logica imperialista di queste superpotenze mondiali del capitalismo e del liberismo che piace tanto a personaggi come Macron e Renzi: si accaparrano le risorse, si va alla conquista di nuove fette di mercato e di postazioni strategiche sul piano militare. Si provoca poi l’intensificazione dei flussi migratori da territori destabilizzati, esercitando il proprio esercizio di colonialismo.

Bisognerebbe che i marxisti organizzati nei partiti comunisti dell’UE ricordino costantemente che l’immediata conseguenza dell’imperialismo è la crisi umanitaria che porta le popolazioni a migrare.

20/05/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Guido Capizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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