Sentenza storica per i precari della scuola. "E ora immissioni subito!"

Tanto tuonò che piovve. Alla fine la Sentenza della Corte di Giustizia europea è arrivata ed è perentoria. L’utilizzo strutturale di contratti precari per i docenti, che avviene da anni nel nostro paese, è illegittimo. Cade anche così un baluardo del Jobs Act contenuto nel Decreto Poletti: la reiterazione infinita e senza causale dei contratti a tempo determinato.


Sentenza storica per i precari della scuola. "E ora immissioni subito!"

Tanto tuonò che piovve. Alla fine la Sentenza della Corte di Giustizia europea è arrivata ed è perentoria. L’utilizzo strutturale di contratti precari per i docenti, che avviene da anni nel nostro paese, è illegittimo. Cade anche così un baluardo del Jobs Act contenuto nel Decreto Poletti: la reiterazione infinita e senza causale dei contratti a tempo determinato.

Tanto tuonò che piovve. Alla fine la Sentenza della Corte di Giustizia europea è arrivata ed è perentoria. L’utilizzo strutturale di contratti precari per i docenti, che avviene da anni nel nostro paese, è illegittimo. Tutti i precari che lavorano da più di 36 mesi con un contratto a termine devono essere assunti a tempo indeterminato. Il Governo risponde di aver previsto già l’assunzione di 148mila precari più altri 40mila tramite concorso. Ma la sentenza apre una porta anche ad altre 100mila persone (tra docenti abilitati Tfa, Pas e personale Ata) che non verranno assunte pur avendo ottenuto l’abilitazione. Quindi si parla di assunzioni dovute per un numero oscillante tra le 250 e le 300mila persone a causa dell’ingiustizia colossale reiterata da tutti i governi negli ultimi 15 anni.

Intanto il mondo della scuola è in subbuglio. Sono partite le occupazioni degli studenti e CGIL, Cobas e lavoratori autoconvocati si stanno mobilitando con differenti iniziative per bocciare il Piano Scuola del Governo Renzi.

Proprio in questi giorni sono stati diffusi i risultati di un sondaggio intitolato “La vera scuola boccia la Buona Scuola” che è stato realizzato dagli autoconvocati della scuola e dal Coordinamento per la riproposizione della Legge di iniziativa popolare (Lip) “Per una buona Scuola per la Repubblica”, e che ha evidenziato un rifiuto sempre più largo nei confronti della riforma del Governo. In un mese sono state raccolte 160 tra delibere e mozioni dei collegi docenti che rovesciano le linee guida targate Renzi-Giannini. Ovviamente ora i precari, gli insegnanti ed il personale ATA si mobiliteranno anche perché questa sentenza non resti lettera morta, oltre che per bocciare la logica aziendalista della “Buona Scuola” di Renzi. Per loro la “Buona Scuola” in tutto questo non c'entra nulla e ritengono che nessuno possa chiedere “in cambio” di assunzioni dovute lo scippo degli scatti, la falsa meritocrazia, meno democrazia scolastica e la trasformazione degli istituti in fondazioni.

“Accogliamo con favore la sentenza della Corte di Giustizia della UE perché dimostra che abbiamo ragione a mobilitarci contro la reiterazione strutturale del precariato nella Scuola e per le immissioni subito. Oggi il governo è costretto alle assunzioni. Ma noi non siamo sicuri che questo avvenga veramente e quindi partiremo con assemblee e mobilitazioni perché la sentenza trovi applicazione. D’altra parte questa sentenza è stata possibile solo grazie alla mobilitazione di anni che c’è stata tra i precari della scuola e gli insegnanti. Vogliamo capire dal ministro Giannini se effettivamente tutti precari, insegnanti e ATA, verranno assunti e quali risorse investiranno. Altrimenti verrebbe confermata la logica della spending review che colpisce tutto il Pubblico Impiego. Troviamo assurdo, infatti, che il governo pensi di risolvere tutto questo con un piano che non prevede nemmeno un euro sulla didattica, imponendo quindi a quelli che verranno immessi in ruolo una dequalificazione impiegandoli in altre mansioni. Invece noi chiediamo la fine dei tagli e di tornare a investire nell’Istruzione per tutelare il diritto di tutti a un lavoro stabile, ma anche ad un insegnamento di qualità.” E’ quanto afferma Francesco Cori dei lavoratori autoconvocati della scuola al presidio davanti al Provveditorato di Roma.

Intanto il governo, i ministri e gli spot della propaganda RAI ci bombardano quotidianamente sulla presunta ineluttabilità e progressività delle istituzioni europee. Quando queste ci impongono di privatizzare i servizi, tagliare il welfare e cancellare i diritti dei lavoratori in nome delle politiche di austerità, politici e giornalisti embedded scattano sull'attenti: è l’Europa che ce lo chiede! Il PD ne ha fatto addirittura uno slogan con cui ha finito per sostenere tutti i governi delle larghe intese con il centro-destra in nome del rispetto dei dogmi liberisti della BCE.
E ora vedremo se i partiti di Governo ed il Parlamento aderiranno altrettanto “inevitabilmente” a questa nuova richiesta dell’Europa che impone di assumere tutti i precari della scuola e che prepara un’altra tempesta. Le motivazioni della Sentenza mettono in discussione, infatti, l’assetto portante del Jobs Act contenuto nel Decreto Poletti: la reiterazione infinita e senza causale dei contratti a tempo determinato.

Su questo precari della scuola, strikers dello sciopero sociale e sindacati conflittuali sono già sul piede di guerra. E con lo sciopero generale del 12 dicembre alle porte, se la CGIL non cede alle pressioni provenienti dal Nazareno, si potrebbe annunciare un percorso non facile per il Governo Renzi che comincia a “non stare sereno”.

29/11/2014 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Andrea Fioretti

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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