Economia e Lavoro

I plurimi attacchi del governo Renzi al mondo del lavoro approfondiscono una lacerante crisi del sindacato, in particolare della Cgil, e del movimento operaio in Italia. Ma oggi più che mai si avverte l’esigenza di ricostruire un sindacato autonomo, di massa, democratico e di classe.

La vita di un uomo che ha creduto nella centralità dei lavoratori e delle lavoratrici nei posti di lavoro. L’inchiesta come “cassetta degli attrezzi “ per analizzare il vissuto quotidiano e per combattere la precarietà del lavoro. L’Inchiesta come strumento di democrazia. Alla Bibliogramsci un evento per ricordare Vittorio e per far ripartire l’inchiesta sul territorio, dalle scuole ai centri commerciali.

La multinazionale svedese minaccia di disdettare unilateralmente il contratto ai dipendenti entro il 1 Settembre. Ma loro non ci stanno. E per lo sciopero nazionale del gruppo è stato boom di adesioni.

Per capire da dove prende le mosse lo storico accordo del maggio 2015 tra Cina e Russia per la fornitura di gas, bisogna muoversi tra i dati relativi all’ultimo decennio , periodo in cui il Regno di Mezzo cominciò a rivedere le sue politiche energetiche anche alla luce di problemi ambientali e di salute sociale, e mise le basi per il futuro accordo venuto a conclusione il mese scorso. 

Dopo il nulla di fatto dell’incontro al MISE dello scorso 12 Giugno, oltre duemila lavoratori della Indesit hanno scioperato , manifestando il loro dissenso rispetto al piano dei tagli previsti dalla Whirlpool con un corteo che è giunto a Comerio, in provincia di Varese, dove risiede il quartier generale della multinazionale americana. Il Ministro Poletti si dice preoccupato per l’andamento della trattativa ma sul tavolo non ci sono proposte reali per salvare i posti di lavoro. Ulteriori novità potranno emergere nel corso del prossimo incontro convocato al MISE per il 17 Giugno.

L'incertezza dei risultati del confronto tra Grecia e troika impone di tenere aperta la via dell'uscita dall'euro. I motivi della rigidità delle istituzioni europee, che potrebbero essere irriformabili. Il ruolo dei comunisti.

Il sistema economico-sociale dominante nell’occidente del pianeta, si avvale ultimamente di forme governative “democratiche”, le cui forme in continua evoluzione, sono da adattare alle esigenze dei mutamenti produttivi. Sotto le apparenze di questa formula istituzionale, politica e ideologica si nasconde il comando sul lavoro altrui.

La resistibile riduzione del proletariato a plebe moderna attraverso una “buona scuola” volta alla formazione di una forza lavoro flessibile e soggetta al modello dei lavoretti imposto dal Jobs act. A tale inquietante scenario – reso sempre più realistico dalla passività e dalla inconsapevolezza dei subalterni – sarà possibile reagire nel momento in cui anche gli odierni umiliati e offesi comprenderanno che ognuno non può che essere l’artefice del proprio destino.

Il tema dell’organizzazione dei lavoratori sui luoghi di lavoro è uno dei temi cruciali di questa fase storica. E’ il caso di pensare a nuove forme di rappresentanza che assumano connotati anche autonomi rispetto al sindacato e che tengano conto delle nuove modalità di organizzazione del lavoro. 

Qualche hanno fa con indubbio coraggio autocritico il segretario della Fiom Landini dal palco di San Giovanni, di fronte a decine di migliaia di metalmeccanici ammise che sulla controriforma Fornero aveva sbagliato a non proclamare lo sciopero generale della categoria.

Un progetto di fabbrica autogestita, riconvertita in chiave ecologica, ispirata da chi prima di noi ha aperto questa strada come le fabbriche recuperate argentine, che rivendica innanzitutto la legittimità dell'occupazione come “risarcimento sociale” per lo sfruttamento e l'espulsione dei lavoratori e delle lavoratrici dal mondo del lavoro. 

A luglio si eleggeranno i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) nel gruppo Fca- Cnh, ma per Marchionne la salute dei lavoratori è un costo e sperimenta nuove forme di sfruttamento. 

La storia di Francesca, addetta alla pulizie in una sede ministeriale di Roma, che rischia il licenziamento perché deve curarsi dal cancro. Una storia che ha dell’incredibile e che rivela tutta la drammaticità del momento storico che stiamo vivendo. 

Roma, Eur Torrino, un quartiere per ricchi, un ristorante argentino con un menù non certo popolare, frequentato nientepopodimeno che dai giocatori della Roma, sempre pieno, con ottimi incassi. Eppure, molti suoi dipendenti pregherebbero per lavorare in una trattoria popolare, magari meno blasonata, ma gestita da gente perbene, che a fine mese paga il dovuto.

Matteo Renzi, commentando i dati Inps, dice una bufala e una verità. L’Inps diffondendo i dati periodici dell’Osservatorio sul precariato, fa notare che “nel primo trimestre 2015 aumentano, rispetto al corrispondente periodo del 2014, le assunzioni a tempo indeterminato (+91.277), mentre diminuiscono i contratti a termine (-32.117)” e il presidente del Consiglio maschera i nuovi rapporti di lavoro come se fosse nuova occupazione

Con il ritorno della primavera, politici e giornalisti annunciano che finalmente siamo “in ripresa”. Renzi già a metà marzo ci dava nientepopòdimenoche “fuori dalla crisi economica”.Così lorsignori e i relativi pennivendoli chiamano lo 0,6% di crescita del Pil ...

Molte considerazioni politiche, e più o meno emotive, sono state già effettuate a favore o contro l’esodo di masse disgraziate verso i paesi “ricchi” dell’Europa. Il numero dei morti scandalizza più delle cause e delle sofferenze di queste morti, e nella conta – spesso impossibile – dei cadaveri, si evidenziano le paure, con reazioni difensive del “diritto” al privilegio del vivere “civile” o, all’opposto, le forme della solidarietà dell’accoglienza umana. 

Un’esperienza che facciamo quotidianamente, da semplici cittadini, è di non capire ciò che accade ai piani alti dell’edificio economico-finanziario, di provare un’inquieta estraneità verso gli intrecci dell’alta finanza con settori della società civile.

Quando le cose per i padroni dell’economia vanno bene – è successo a lungo e ancora periodicamente accade, in luoghi e tempi diversi – allora l’emigrazione è, quando non proprio incoraggiata, almeno tollerata. 

L’idea di flessibilità salariale che Marchionne vuole applicare al gruppo FCA, è stata esplicitata dallo stesso dirigente in eventuali aumenti salariali legati agli obiettivi aziendali.

Questo 1 maggio c'è poco da festeggiare e molto da lottare. Il jobs act conclude (o almeno si spera, perché al peggio non c'è limite) la controriforma del mercato del lavoro, iniziata la notte di San Valentino di craxiana memoria e proseguita con lo smantellamento della scala mobile, le deroghe al contratto nazionale di lavoro, l'introduzione di una selva di contratti precari, fino a giungere all'esclusione – col contratto a tutele crescenti – dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori nei confronti dei nuovi assunti, e quindi, nel tempo, di tutti i lavoratori.

Warren Buffet, uno degli uomini più ricchi al mondo, nel 2006, in un'intervista al New York Times, ammise senza troppo pudore, con enorme imbarazzo da parte dei pennivendoli negazionisti di professione, che esiste una guerra di classe, ma che era la sua classe che la stava portando avanti e la stava vincendo.

I toni eccessivamente entusiastici che hanno accompagnato l’annuncio di Marchionne di legare gli aumenti salariali agli obiettivi di impresa, lasciano intendere poco di buono per le sorti dei lavoratori. 

“La crisi ha significato un’enorme svalutazione delle condizioni di vita della maggioranza della popolazione greca, con il 40% delle persone che tocca o vive al di sotto della soglia di povertà, allo stesso tempo tuttavia ha rappresentato molto efficacemente un meccanismo di accumulazione capitalistica. Ad esempio il 10% dei greci più ricchi ha aumentato il proprio capitale del 7,5% negli ultimi quattro anni. Così che detiene oggi il 56,1% della ricchezza totale del paese. Con queste parole Nasos Iiliopuolus...

I primi annunci sul Documento Economico e Finanziario (Def) del governo li abbiamo commentati due settimane fa. Ora è disponibile nel sito del Ministero il testo definitivo di quel documento.

Uno degli aspetti più propagandati dalla macchina renziana è quello del riordino degli ammortizzatori sociali. Ancora una volta vengono esaltati alcuni aspetti per far passare un messaggio di ampliamento delle tutele mentre in realtà siamo di fronte ad una loro rimodulazione

Sì, c’era una volta una professione che di deontologia ne aveva da vendere. Si faceva una lunga formazione presso le redazioni e nelle scuole di giornalismo. Si studiavano le norme deontologiche a cui era necessario attenersi, per non incorrere in sanzioni. La Carta di Treviso, la carta di Firenze, la carta di Roma, come la carta di Milano, erano e sono il pane quotidiano per chi esercita questa professione.

Dopo chi rideva del terremoto dell’Aquila e la banda Balducci, è arrivato l’“Incalzagate” con i rolex a Lupi e, secondo quello che emerge dalle indagini, un’organizzazione malavitosa nella gestione della cosa pubblica. Notizia dell’ultima ora sono le dimissioni di Pietro Ciucci dai vertici Anas.

“Non ci sono tagli e non c'è un aumento di tasse, capisco che non ci siete abituati, ma è così”. “I sindaci dicono che ci sono tagli, ma non è vero”. “Ci sono stati 18 miliardi di tasse in meno nel 2015. Nel Def proseguiamo su questa linea”. “Chi non ha mai pagato è può, deve pagare un po' di più e chi ha sempre pagato deve riavere”. “Ci sarà una sorta di quattordicesima in busta paga”.

Nell’articolo precedente “Sono un bancario…non un banchiere” ci eravamo lasciati su un’ipotesi di un percorso di lotta per contrastare l’offensiva dell’ABI che doveva materializzarsi nella proclamazione di 2 giorni di sciopero della categoria.  

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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