Parigi 13 novembre 2015

E' sul conto del capitalismo, del liberismo (neo e vecchio) e del figlio naturale (il colonialismo) che va addebitato quanto successo a Parigi il 13 novembre 2015.


Parigi 13 novembre 2015

E' sul conto del capitalismo, del liberismo (neo e vecchio) e del figlio naturale (il colonialismo) che va addebitato quanto successo a Parigi il 13 novembre 2015.

di Guido Capizzi

E' sul conto del capitalismo, del liberismo (neo e vecchio) e del figlio naturale (il colonialismo) che va addebitato quanto successo a Parigi il 13 novembre 2015. Non ci raccontino ancora che l'occidente ha gli anticorpi culturali per resistere all'assalto del terrore islamista.

La crisi finanziaria dell'occidente capitalista e liberista e colonialista, fatta pagare ai popoli, dimostra il fallimento di nazioni che hanno creduto, in definitiva, alla libertà degli scambi, di merci e valute e anche di uomini e di armi senza preoccuparsi della chiusura di fabbriche, di giovani senza prospettive lavorative, di governucoli riempiti da malaffare e troppe volte da malavitosi.

Non ci raccontino ancora che siamo in guerra contro le ondate migratorie, mentre nulla l'Europa ha fatto per lungo tempo contro le onde assassine di vite umane, bambini e donne e giovani in cerca di un futuro migliore in luoghi complici dei predatori colonialisti che per secoli hanno saccheggiato le loro terre. Non ci raccontino che quanti credono in una civiltà diversa devono guardare e fare i conti con i propri modelli di società falliti. E' sul conto del capitalismo, del liberismo e del colonialismo che mettiamo anche il nostro affaticamento e l'essere oppressi. Prima (speriamo) o poi dovremo riscuotere la cambiale.  

A questo proposito vi proponiamo queste nostre riflessioni:

Chi semina vento raccoglie tempesta di Selena Di Francescantonio

Parigi: terrore, guerra e ipocrisia di Stefano Paterna

 

15/11/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Guido Capizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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