Sulla costituente comunista

Risposta alla proposta di costituente comunista avanzata dal compagno Mustillo sulle pagine dell’Ordine Nuovo.


Sulla costituente comunista

Condividiamo senza dubbio lo spirito di questa proposta e diamo avvio a qualsiasi tipo di relazione a partire dalle contraddizioni reali.

L’unità dei comunisti e la ricostruzione del partito è oggi l’obiettivo fondamentale di qualsiasi avanguardia che abbia a cuore la sorte del proletariato. Crediamo infatti che i comunisti e le comuniste non siano reali senza partito internazionalista e rivoluzionario. Né la rivoluzione si produrrà senza il soggetto sociale rivoluzionario organizzato ed egemonizzato dal partito. Perciò, visto che l’obiettivo dei comunisti è il passaggio a una società socialista (quale transizione al comunismo), in questa fase il compito principale è la ricostruzione del partito.

Infatti, come anche la storia recente insegna, senza il partito rivoluzionario anche i conflitti spontanei più avanzati e di massa non possono tradursi in rivoluzione. Siamo dunque molto interessati alla proposta avanzata dal compagno Alessandro Mustillo sulla rivista Ordine Nuovo.

Proprio con questo spirito unitario abbiamo recentemente partecipato alla conferenza nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici comuniste, convocata sulla base di un volantino che recitava :

“Se la classe dominante, sebbene in difficoltà, ha a disposizione ogni tipo di strumento per riorganizzarsi e dispone di ogni tipo di istituzione, politica e non, per decretare e imporre il proprio riassetto ai nostri danni, noi, invece, come ci poniamo dinnanzi a questo scenario? Che armi di difesa abbiamo, quanto preparati e consapevoli siamo? La lotta di classe ha sempre due attori, benché oggi uno sia largamente più forte dell’altro, ma non si può non vedere come l’approfondirsi della crisi porti anche un rinnovamento nel conflitto. Ancorché non organicamente, anche i subalterni reagiscono all’approfondirsi della crisi, infatti in questi ultimi mesi abbiamo assistito a dei tentativi, senz’altro significativi, di riattivazione del movimento dei lavoratori e dei comunisti all’interno di esso. È il caso degli scioperi di fabbrica durante la crisi sanitaria, gli scioperi nel settore della logistica, il riemergere del movimento della scuola che unisce anche studenti e genitori, il movimento per la sanità pubblica, il movimento antirazzista, il movimento per un fronte di classe, il rinnovato movimento degli autoconvocati e tanti altri movimenti e lotte. Cosa può accadere se questo sviluppo spontaneo delle lotte non trova una coesione organica quale base necessaria per una direzione unitaria e generale del conflitto? ”

In tutte le iniziative unitarie a cui abbiamo preso parte negli ultimi anni  abbiamo sempre anteposto  ciò che unisce, nella lotta di classe dal basso sia sul piano teorico che sul piano pratico,  a ciò che  divide:  crediamo che questo metodo possa dare buoni frutti.

 

06/10/2020 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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