Agli studenti americani in marcia contro le armi

Il 24 marzo oltre 1 milione tra studenti e insegnanti in oltre 800 città degli Stati Uniti hanno dato vita ad una marcia contro la diffusione delle armi, denominata “March for Our Lives”.


Agli studenti americani in marcia contro le armi Credits: https://www.workers.org/2018/03/21/to-the-students-marching-on-march-24/

La “marcia per le nostre vite” è la reazione di massa alle continue stragi di innocenti nelle scuole americane. In tale occasione la rivista Workers World ha pubblicato questo editoriale in forma di lettera aperta agli studenti (NdT).

Voi rivendicate una cosa molto semplice, fondamentale come l’ABC: poter andare a scuola senza correre il rischio di essere assassinati. Come è stato possibile giungere ad una situazione talmente orrenda da aver reso anche questo un problema?

Non dovete demoralizzarvi quando i politici dibattono animatamente di questo problema. Proprio oggi, uscendo in corteo per le strade avete fatto un enorme passo in avanti. Vi state unendo insieme e state facendo qualcosa di concreto per affrontare questo problema, e non semplicemente chiudendovi in voi stessi per il dolore e lo shock.

Abbracciandovi l’uno l’altra ed uscendo fuori con le vostre idee, i vostri piani, le vostre azioni per gridarle con una sola voce, state creando un MOVIMENTO. E così facendo, state già cambiando il panorama politico.

La diversità è la vostra grande forza. In un momento in cui persone di colore, migranti, donne, comunità LGBTQ e lavoratori fortemente sottopagati sono fatti bersaglio degli attacchi di un presidente miliardario e dei suoi degni compari, nel tentativo di metterci l'uno contro l'altro, voi state affermando il concetto di SOLIDARIETÀ.

Il vostro amore per la vita e per gli altri vi dà la forza di respingere i tentativi di tutti quelli che cercano di buttarvi giù.

Ma perché cose così tremende accadono nelle nostre scuole?

Viviamo in tempi pericolosi – è realmente il crollo di un impero. Un impero costruito fin dall'inizio sulle terre rubate ai popoli nativi e sulla schiavitù imposta ai popoli africani. L'attuale bilancio militare, oltre 700 miliardi di dollari, è destinato a sostenere questo impero morente. Una propaganda su vasta scala della violenza poliziesca sta saturando la nostra cultura. Tutto questo vuole far passare il messaggio che le armi risolveranno tutti i problemi.

Suprematisti bianchi e nazisti sfilano apertamente armati per le strade, e il presidente miliardario non li condanna. Tutto questo serve ad alimentare fantasie razziste, anti-femministe e anti-gay, interpretate da giovani come Dylann Roof e Nikolas Cruz.

Qui il problema non è di contrapporre amore e odio. Possiamo fare entrambe le cose. Possiamo amarci l'un l'altro e odiare tutto ciò che è destinato a dividerci. Possiamo amare la musica, la gentilezza e lo scherzo, e, allo stesso tempo, odiare lo sfruttamento e il fanatismo.

Come disse Che Guevara: “Il vero rivoluzionario è guidato da un grande sentimento d'amore”. Ma lui ha dovuto combattere per realizzare una rivoluzione socialista. Il futuro del mondo che sarà vostro, dalle calotte polari agli oceani che si innalzano, è minacciato dal caotico sistema capitalista, fondato sul profitto.

In un’epoca come questa, possiamo permetterci il lusso di non essere rivoluzionari?

Rifletteteci a lungo, cari giovani coraggiosi, mentre vi unite nella lotta per porre riparo agli orribili disastri che questo sistema ha creato al nostro mondo.

Pubblicato su: Workers World, 24 marzo 2018

Traduzione dall’inglese di Zosimo

07/04/2018 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: https://www.workers.org/2018/03/21/to-the-students-marching-on-march-24/

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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