Breve scheda sul Blocco commerciale a Cuba

L’infame blocco per ora non è riuscito nell’obiettivo dichiarato di distruggere e annettere Cuba all’imperialismo.


Breve scheda sul Blocco commerciale a Cuba

 

L’infame blocco per ora non è riuscito nell’obiettivo dichiarato di distruggere e annettere Cuba  all’imperialismo.

di Pasquale Vecchiarelli

Gli effetti distruttivi sul piano economico-sociale dell’embargo imposto dagli Stati Uniti a Cuba da oltre cinquanta anni, nonostante la contrarietà quasi unanime dell’Assemblea delle Nazioni Unite (solo Israele sostiene l’embargo), equivale agli effetti distruttivi di una guerra. Il blocco economico vieta tutte le importazioni da Cuba verso gli Stati Uniti e le esportazioni degli Stati Uniti verso Cuba. Solo alcune eccezioni sono previste come l’invio di piccole somme di denaro a parenti o pacchi destinati ad istituzioni di beneficenza.

Sommariamente alcune tra le misure più importanti [1] [2] [3] [4] [5]:

• Viaggi - È vietato ai cittadini statunitensi pagare Cuba o cittadini cubani per spese di viaggio e soggiorno a Cuba. Poche eccezioni.

• Aerei - È vietato agli aerei statunitensi atterrare a Cuba quale che sia il paese da cui decollano. Inoltre è vietato a tutti gli aerei (statunitensi o meno) di decollare da un aeroporto statunitense con destinazione Cuba.

• Navi - È vietato l'ingresso nei porti statunitensi di navi, siano esse cubane, statunitensi o di terzi Stati, che trasportino merci o passeggeri da e per Cuba o in cui Cuba possa avere interesse. Inoltre dal 1993 è fatto divieto a qualsiasi nave che abbia toccato nei sei mesi precedenti un porto cubano di caricare o scaricare merci in un porto statunitense anche se non si tratti di merci cubane.

• Il divieto per i cittadini e le società statunitensi di commerciare con società cubane si estende alle società aventi la nazionalità di Stati terzi e ivi localizzate e operanti, ove abbiano una partecipazione cubana di almeno il 25%.

• Gli Stati Uniti vietano a cittadini e società straniere con sede in Stati terzi di esportare a Cuba prodotti manifatturati interamente nel paese terzo, ma che contengano una componente o materiali statunitensi ove essi costituiscano almeno il 20% del valore del prodotto. Lo stesso divieto si applica a prodotti interamente manufatti nel paese terzo, ma sulla base di tecnologie statunitensi.

I danni causati da queste sanzioni, che valutati economicamente ammontano secondo alcune stime ufficiali [6] a settanta mila miliardi di dollari, hanno condizionato il libero sviluppo e l’autodeterminazione del popolo cubano. L’embargo ha causato enormi sofferenze e costrizioni soprattutto nelle fasce più deboli come donne e i bambini . Esso ha rischiato di distruggere fisicamente e moralmente un’intera popolazione. Sotto questo punto di vista possiamo affermare senza incertezza che l’embargo verso Cuba è un crimine contro l’umanità. Solo la grande integrità morale del popolo cubano, forgiato nelle più grandi aspirazioni rivoluzionarie e di emancipazione, ha permesso di trovare quella forza necessaria per resistere ad un attacco così forte e prolungato nel tempo. La resistenza ha permesso nel tempo di far fronte alle difficili condizioni economiche del “periodo especial” sopraggiunto in seguito alla caduta del muro di Berlino e alla conseguente fine dei rapporti economici favorevoli stabiliti con la ex Unione Sovietica. Il governo Cubano, pur nelle enormi difficoltà, è riuscito, insieme all’appoggio di tutto il suo popolo, nell’immenso lavoro di resistere per anni al crollo sociale redistribuendo equamente la poca ricchezza posseduta e lanciando piani straordinari d’investimento in cultura, ricerca e sanità. Ad oggi alcuni importanti osservatori internazionali come Unicef [7] confermano che non solo Cuba è l’unico paese in cui non esistono fenomeni di denutrizione infantile ma che nel 2015 sarà eliminata completamente la povertà. L’infame blocco per ora non è riuscito nell’obiettivo dichiarato di distruggere e annettere Cuba all’imperialismo, permangono però difficoltà di sviluppo insormontabili per superare le quali è necessario costruire una grande forza di solidarietà internazionale in grado di fare pressione sugli Stati Uniti, informare e sensibilizzare l’opinione pubblica americana al fine di arrivare alla revoca delle sanzioni commerciali.

[1] F. L. M. S. Aldo Bernardini, RIFLESSIONI SULLA CONFORMITÀ O MENO AL DIRITTO INTERNAZIONALE DELL'EMBARGO ECONOMICO COMMERCIALE E FINANZIARIO ATTUATO DAGLI STATI UNITI NEI CONFRONTI DI CUBA, Roma: NOVA CULTURA EDITRICE, 1992.

[2] A. S. I. c. Cuba, «LE ORIGINI DEL BLOCCO ECONOMICO, COMMERCIALE E FINANZIARIO CONTRO CUBA,» [Online]. Available: http://isole.ecn.org/asicuba/document/origini.htm. [Consultato il giorno 09 Settembre 2014].

[3] A. d. A. Italia-Cuba, «Embargo verso Cuba,» [Online]. Available: http://web.tiscalinet.it/ItaliaCuba/cosa_il_blocco.htm. [Consultato il giorno 09 Settembre 2014].

[4] Legge "Torricelli", Cuban Democracy Act, 1992, 1992.

[5] Legge HELMS-BURTON, 1995.

[6] R. HERRERA, «THE EFFECTS OF THE U.S. “EMBARGO” AGAINST CUBA,» in U.N. Commission on Human Rights, Sub-Commission on the Promotion and Protection of Human Rights, Fifty-fifth session, Geneva., 28 July - 15 August 2003.

[7] Unicef, «Cuba Statistics,» Uniceff, 2012. [Online]. Available: http://www.unicef.org/spanish/infobycountry/cuba_statistics.html. [Consultato il giorno 09 Settembre 2014].

 

22/11/2014 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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