Cina: la democrazia che funziona

L’Ufficio Informazione del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese ha di recente pubblicato un documento nel quale si analizza la democrazia del paese attraverso la sua storia e le sue caratteristiche, molto diverse da quelle delle democrazie borghesi occidentali in crisi.


Cina: la democrazia che funziona

La Repubblica Popolare Cinese è stata fondata il 1° ottobre 1949 da Mao Zedong. In quel momento, per la prima volta, il popolo cinese ha veramente avuto il destino nelle proprie mani. È in quell’evento, infatti, che affonda le proprie radici quella che oggi possiamo chiamare democrazia cinese, un modello politico che differisce dalla democrazia borghese tipica dei Paesi occidentali, e che ha delle caratteristiche ben precise che tenteremo di analizzare di seguito.

La democrazia cinese è innanzitutto una democrazia popolare a “processo completo” sotto la leadership del Partito Comunista Cinese. Questa definizione nasce in seguito al 17° Congresso Nazionale del PCC, svoltosi nel 2012, con l’emergere di Xi Jinping come leader del partito. I principali risultati ottenuti da questo tipo di democrazia sono:

- rafforzare la leadership generale del PCC, riformare le istituzioni del partito e del governo e rafforzare la leadership del Partito sullo sviluppo della democrazia popolare a “processo completo”;

- modernizzare il sistema e la capacità di governo della Cina;

- stabilire e sostenere i sistemi fondamentali e importanti del socialismo cinese, con un quadro istituzionale più completo per garantire lo status del popolo come padrone del Paese;

- promuovere elezioni democratiche, consultazioni, il processo decisionale, la gestione e la supervisione, far progredire parallelamente la democrazia elettorale e la democrazia consultiva ed espandere l’ordinata partecipazione politica del popolo e l’ambito della democrazia;

- consolidare la posizione di primo piano del popolo nella vita politica e sociale del Paese;

- fare leva sui punti di forza istituzionali del socialismo cinese;

- promuovere la stabilità, l’unità e la vitalità politiche;

- costruire una forza nazionale verso gli obiettivi del Paese nella nuova era;

- raggiungere un successo strategico nella lotta all’epidemia di Covid-19;

- porre fine alla povertà assoluta e completare la costruzione di una società moderatamente prospera sotto tutti gli aspetti.

“La democrazia popolare a «processo completo», che dà piena espressione alla natura socialista dello Stato e alla posizione principale del popolo, serve a rappresentare meglio la volontà del popolo, a proteggere i suoi diritti e a liberare pienamente il suo potenziale di creazione. La democrazia popolare dell’intero processo si è formata e sviluppata in uno sforzo nazionale, guidato dal PCC, per lottare per l’indipendenza nazionale, la prosperità del Paese e la liberazione e il benessere del popolo. È radicata in questa vasta terra, nutrita dalla cultura e dalle tradizioni della civiltà cinese e attinge alle conquiste della civiltà umana. Adattata alle condizioni in Cina e abbracciata dal popolo, ha solide basi e un brillante futuro” si legge nel documento al quale facciamo riferimento.

La democrazia cinese si fonda poi su un solido quadro istituzionale. “La Costituzione descrive la Cina come un Paese socialista governato da una dittatura democratica popolare guidata dalla classe operaia e basata su un’alleanza di operai e contadini. La natura fondamentale dello Stato è definita dalla dittatura democratica popolare”. Il quadro istituzionale è caratterizzato dal sistema dei congressi popolari, una forma organizzativa del potere politico compatibile con il sistema di governo della dittatura democratica popolare: “Il popolo esercita efficacemente il potere statale attraverso i congressi popolari; i congressi del popolo esercitano il potere statale collettivamente per conto del popolo. Il Congresso Nazionale del Popolo è il più alto organo del potere statale. I congressi popolari locali a tutti i livelli sono agenzie locali del potere statale”. Questi congressi hanno quattro funzioni principali: esercitare il potere legislativo, nominare e rimuovere gli ufficiali, prendere decisioni, supervisionare.

Sebbene il PCC svolga un ruolo egemone nel panorama politico cinese, il quadro istituzionale prevede anche un sistema di cooperazione multipartitica e consultazione politica sotto la guida del PCC: “In Cina non ci sono partiti di opposizione. Ma il sistema dei partiti politici in Cina non è un sistema di governo a partito unico. Né è uno in cui più partiti si contendono il potere e governano a turno. È un sistema di cooperazione multipartitica in cui il PCC esercita il potere statale. Oltre al PCC, ci sono altri otto partiti politici. Gli altri partiti partecipano pienamente all’amministrazione degli affari di Stato sotto la guida del PCC”. Questi partiti, insieme ad altre numerose organizzazioni popolari, costituiscono il Fronte Unito Patriottico

Ai partiti e alle organizzazioni politiche, si aggiunge il sistema di autonomia etnica regionale: “La Cina è uno stato multietnico unificato. Le politiche etniche del PCC sono costruite sugli obiettivi di forgiare un acuto senso di identità nazionale, mantenere l’integrità territoriale e l’unificazione nazionale e raggiungere lo sviluppo e la prosperità comuni attraverso gli sforzi congiunti di tutti i gruppi etnici. Il sistema di autonomia etnica regionale significa che le aree con grandi popolazioni di minoranze etniche possono praticare l'autonomia regionale, istituire organi autonomi ed esercitare il potere di autogoverno sotto la guida unificata dello Stato”.

La grande vastità del territorio cinese ha anche portato alla nascita di un sistema di autogoverno a livello delle comunità: “Sotto la guida e il sostegno delle organizzazioni di partito a livello comunitario, i residenti locali esercitano direttamente il diritto democratico di gestire i propri affari servendo la comunità, intraprendendo l'autoeducazione ed esercitando il controllo pubblico. Ciò garantisce effettivamente che i diritti delle persone siano genuinamente rispettati”.

Se quelle che abbiamo esposto fino a ora sono le basi teoriche della democrazia cinese, questa vede la propria realizzazione in una serie di pratiche concrete e pragmatiche. Innanzi tutto, lo svolgimento di elezioni democratiche: “Esercitando il diritto di voto alle elezioni, il popolo elegge coloro che rappresentano la propria volontà di detenere ed esercitare il potere. Questa è un’importante forma di democrazia in Cina e una chiara dimostrazione dello status del popolo come padrone del Paese”. Queste includono sia le elezioni su scala nazionale , sia quelle locali o dei rappresentanti dei lavoratori all’interno sia delle imprese statali, sia di quelle private.

Oltre alle elezioni, sono previste anche delle consultazioni democratiche, che prevedono la consultazione del popolo in occasione di importanti decisioni: “La consultazione democratica assume molte forme. Nel prendere e attuare decisioni su importanti questioni riguardanti la riforma, lo sviluppo e la stabilità, e su questioni che riguardano gli interessi vitali del popolo, la Cina conduce ampie consultazioni in tutti i campi e a tutti livelli attraverso vari canali, comprese proposte, conferenze, discussioni, seminari, udienze, valutazioni, consultazioni, Internet e sondaggi di opinione”. Tutto questo garantisce un processo decisionale democratico e una gestione democratica degli affari. Il processo democratico, tuttavia, non si conclude con l’elezione o con il processo decisionale, ma comprende anche un controllo democratico: “Un controllo democratico completo ed efficace consente al popolo di continuare a esercitare i propri diritti democratici dopo le elezioni e garantisce un controllo efficace sull’esercizio del potere. In Cina, l’abuso di potere per tornaconto personale non viene sradicato dalla rotazione dei partiti al governo o dalla separazione dei poteri, ma da un valido ed efficace controllo democratico”.

Per le ragioni che abbiamo tentato di riassumere, la democrazia cinese può essere considerata come un modello di democrazia che funziona e un nuovo modello di democrazia, che si distingue in maniera netta rispetto alle democrazie borghesi dei Paesi occidentali. Inoltre, il modello democratico cinese è in continua evoluzione, e punta a aumentare sempre più la partecipazione popolare in tutti i processi decisionali, oltre a prevedere l’estensione del concetto di democrazia anche alle relazioni internazionali.
“La Cina ha compiuto notevoli progressi nello sviluppo della democrazia; per soddisfare le nuove esigenze di modernizzazione e le nuove aspettative di democrazia del popolo, la Cina deve ancora apportare ulteriori miglioramenti. Sulla via della modernizzazione socialista globale, il PCC continuerà a sostenere la democrazia popolare, ad abbracciare la filosofia dello sviluppo incentrato sul popolo, a promuovere la democrazia popolare a tutto tondo, a garantire il sano sviluppo della democrazia e a perseguire uno sviluppo umano completo e una prosperità comune per tutti”.

 

10/12/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Giulio Chinappi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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