Corbyn sconfigge la destra labourista

Corbyn rieletto leader del Labour con una maggioranza schiacciante


Corbyn sconfigge la destra labourista Credits: https://www.flickr.com/photos/135178381@N05/

La vittoria di Jeremy Corbyn per la guida del Partito Labourista è stata schiacciante. 313.209 voti, il 61,8% dei partecipanti. 61.792 voti più del 2015, +2,3%.

In effetti, il risultato era poco più che scontato. La guerra scatenata dai seguaci di Tony Blair è apparsa agli occhi del pubblico come una congiura di palazzo in cui il risultato del referendum sulla Brexit altro non era che una scusa buona come qualunque altra per liberarsi di un leader troppo di sinistra. Una percezione che evidentemente è ampiamente diffusa anche nel mondo labourista.

Mentre l'unico mezzo di informazione a schierarsi per Corbyn è stato il quotidiano comunista Morning Star, gran parte delle organizzazioni che gravitano attorno al Labour hanno sostenuto il leader uscente. Tra le sezioni locali del partito, solo 53 si sono espresse per lo sfidante Owen Smith, 285 hanno dichiarato il loro sostegno a Corbyn. La maggior parte dei sindacati – incluse le due più grandi confederazioni UNISON e UNITE – hanno sostenuto il leader uscente mentre a fianco di Smith si sono schierate le confederazioni minori GMB e USDAW. Infine, si è schierata con Corbyn anche la giovanile del partito.

L'unico corpo del mondo labourista a schierarsi apertamente contro il leader rimane il gruppo parlamentare. Solo 18 deputati a favore del leader, 108 a favore di Smith.

Momentum contro Progress

In larga parte, queste elezioni per la leadership sono state una battaglia sulla legittimità dell'esistenza di Momentum, il movimento di sinistra nato dalla prima campagna di Corbyn per la la guida del partito. Molti parlamentari labouristi hanno accusato Momentum di essere un'organizzazione comunista impegnata a prendere il controllo del Labour contro gli iscritti storici, il paragone è con Militant, l'area trotkista di Ted Grant che negli anni '80 riuscì a eleggere il sindaco di Liverpool.

L'idea dell'infiltrazione comunista dentro al partito, non regge. Sicuramente con Momentum collaborano comunisti provenienti da varie organizzazioni, dai trotzkisti ai discendenti del PC del Regno Unito, ma l'organizzazione conta decine di migliaia di attivisti mentre le nuove adesioni al Labour si contano nell'ordine delle centinaia di migliaia. Inoltre, contro ogni pericolo di entrismo da parte di altri partiti, Momentum ha diviso le sue attività tra quelle di interesse generale – come la campagna contro l'aggressione alla Siria – aperte a tutti e quelle riguardanti il Labour chiuse agli aderenti ad altre organizzazioni politiche.

In ogni caso, basta guardare la biografia del fondatore Jon Lansman per capire che si tratta di una storia tutta interna al Labour. Lansman è membro del Labour dalla fine degli anni '70, durante gli anni della Thatcher è stato uno stretto collaboratore di Tony Benn, all'epoca figura chiave della sinistra labourista.

Sull'ala destra del labourismo si muove invece Progress, la fondazione di ricerca promossa da Tony Blair. Le attività della fondazione però non si limitano solo alla ricerca e alle conferenze tematiche, Progress interviene direttamente nella selezione dei candidati al parlamento tanto che il leader sindacale Len McClusky è entrato più volte in polemica sostenendo che ci fossero vere e proprie manipolazioni per portare alla Camera dei Comuni solo i candidati della destra del partito.

Dopo il golpe

Il golpe contro Corbyn è fallito, il risultato ottenuto dalla destra del partito ora sembra un altro: con il partito labourista impegnato in una lunghissima lotta interna, il governo conservatore di Theresa May ha avuto tutto il tempo di impostare l'uscita da destra dall'Unione Europea.

Corbyn si trova ora punto e a capo. Tutti nel Labour dicono che ora il partito deve lavorare in maniera unitaria, pochi ci credono veramente. Ora la contesa si sposta sul rapporto tra la leadership del partito e il gruppo parlamentare. Grazie alle dimissioni che hanno innescato il golpe, Corbyn ora controlla saldamente il governo ombra e vuole passare a dare più potere all'intero corpo del partito sui lavori parlamentari.

All'orizzonte si pone la questione della selezione dei candidati per le prossime elezioni. Tradizionalmente i deputati uscenti vengono ricandidati automaticamente, solo nei collegi dove non è stato eletto un labourista le sezioni locali del partito tornano a votare per stabilire il nuovo candidato. Questo meccanismo ha fatto si che negli ultimi vent'anni la destra del partito si consolidasse nei collegi sicuri. Ora, vista la ri disegnazione completa dei collegi elettorali, Corbyn vuole che si torni a selezionare tutti i candidati per tutti i collegi. Vista la scarsa popolarità della destra del partito, molti dei parlamentari golpisti potrebbero perdere il posto. Sono avvisati.

01/10/2016 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Paolo Rizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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