Elezioni in Argentina: anche se i comunisti ci sono meglio cancellarli

Buon risultato della sinistra argentina.


Elezioni in Argentina: anche se i comunisti ci sono meglio cancellarli

Per i media occidentali l’opposizione in Russia è rappresentata dallo xenofobo Alexei Navalny, attualmente in prigione, l’esistenza di un partito comunista che ha quasi il 20% – in certe regioni addirittura il 30% dei voti – non fa notizia. Lo stesso vale per le recenti elezioni argentine, in cui il Frente de Izquierda y de los Trabajadores Unidad ha raccolto più di un milione e 300mila voti, divenendo la terza forza politica del paese. Si tratta di una coalizione collegata alla tradizione trotskista assai forte nel paese, composta dal Partito Socialista dei Lavoratori (Pts), dal Partito Operaio (Po), dalla Sinistra Socialista (Is) e dal Mst. Per esempio, presentando le elezioni come una lotta tra il peronista Frente de Todos e il conservatore Juntos por el Cambio, legati a quel figuro di Macri, “la Repubblica” scrive: “Le elezioni legislative di medio termine svoltesi in Argentina hanno confermato il verdetto delle «primarie» di due mesi fa, favorevoli all’opposizione di centrodestra guidata da Juntos por el Cambio (Jxc), per cui il governo del presidente Alberto Fernàndez ha perso la maggioranza che aveva al Senato”. A mo’ di commento aggiunge che: “Di fronte al risultato elettorale, il presidente argentino ha invitato l’opposizione al dialogo, affermando che un’opposizione responsabile aperta al dialogo è un’opposizione patriottica”.

Ovviamente Fernandéz pensa al gravissimo problema del debito con il Fondo monetario e non solo, e non vuole portare avanti da solo il famoso ajuste (tagli, come del resto sta già facendo), che gli alienerebbe ulteriori simpatie. Sembrerebbe che questo progetto sia condiviso anche dai dirigenti sindacali, che hanno organizzato una prossima marcia a sostegno del governo. A questa iniziativa ha risposto immediatamente il Fit-U, convocando tutte le organizzazioni operaie e popolari a mobilizzarsi per contrastare il cedimento al Fm, che aumenterebbe ancora di più la povertà che regna nel paese.

Naturalmente il Frente de Izquierda è contro il pagamento del debito, la cui illegittimità è evidente, essendo stato usato in gran parte per la campagna elettorale di Macri, e propone politiche a vantaggio dei lavoratori, dei precari, soprattutto giovani, in un paese in cui la pandemia avanza e l’inflazione supera il 50%.

Un discorso a parte deve essere fatto per “Rt” (Russia Today), la quale fa un discorso più ampio su questa vicenda che avrà ripercussioni su tutta l’America Latina, mettendo in evidenza che è assai preoccupante la quantità di voti ottenuti dal partito La Libertad, i cui membri si definiscono libertari, ma sono dei veri e propri fascisti e difensori della dittatura militare. Uno di loro è Javier Milei, economista de ultraderecha de 51 años, ammiratore di Donald Trump y Jair Bolsonaro, che guadagna un seggio nella Camera dei Deputati, avendo conquistato il 17 % dei voti nella Città di Buenos Aires. I politici di questo partito disprezzano i diritti umani, il femminismo, combattono il ruolo dello Stato, cui contrappongono l’autonomia dei mercati e l’individualismo; inoltre, negano il valore positivo della scienza, sono classisti, razzisti e ostili verso gli immigrati. Insomma, una destra reazionaria classica e che non ha paura di divulgare apertamente i suoi obiettivi. Milei non nasconde neppure la volontà di presentarsi alle elezioni presidenziali del 2023, anche se il suo partito è scarsamente radicato nelle varie regioni del paese.

“Rt” dà anche spazio al Frente de Izquierda y de los Trabajadores Unidad, che è riuscito a far eleggere quattro deputati nazionali, tra i quali emerge Alejandro Vilca (Pts), di origine indigena che fa il raccoglitore della immondizia e che nella sua provincia natale di Jujuy ha raggiunto il 25% dei voti. Un vero trionfo. 

Nella provincia di Buenos Aires sono stati eletti deputati Nicolás del Caño (Pts) y Romina del Plá (Po), nella Città di Buenos Aires, invece, ha conquistato per la prima volta un seggio Myriam Bregmam (Pts).  Pertanto, la sinistra ottiene quattro deputati nazionali, i cui seggi saranno usati per tenere alto il livello delle lotte. Inoltre, per la città di Buenos Aires, sono stati eletti come deputati provinciali Gabriel Solano (Po) e Alejandrina Barry (Pts). Mentre nella provincia di Buenos Aires, Guillermo Kane e Graciela Calderón saranno legislatori provinciali per la Terza Sezione, insieme a decine di consiglieri locali nelle varie circoscrizioni. A questo punto è necessario aprire una parentesi, in quanto è importante chiedersi dove condurrà la Russia la contraddizione tra la sua politica antioccidentale simpatizzante anche con la sinistra (si veda anche il noto programma Ahi les va e la sua politica internazionale) e il suo tipo di regime capitalistico e oligarchico? Sarebbe interessante indagare anche su questo tema. Tornando alle elezioni argentine, il voto al Fit-U ha riunito il malcontento di quei settori che nel 2019 pensavano di scacciare Macri e la sua politica antipopolare, ma sono rimasti delusi. Oggi che il Fit-U costituisce la terza forza politica del paese ha certo un maggiore vigore per lottare sul piano sindacale (propone una giornata lavorativa di 6 ore per 5 giorni la settimana e un salario adeguato alla vita dignitosa di una famiglia), ambientale (contro l’agro negozio e lo sfruttamento sconsiderato del suolo), per i diritti sociali e civili. In definitiva in Argentina si è configurata una terza forza, che certo deve crescere e confliggere con le altre due forze antipopolari, guadagnandosi il ruolo di alternativa ai progetti di ulteriore ristrutturazione neoliberale

19/11/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Alessandra Ciattini

Alessandra Ciattini insegna Antropologia culturale alla Sapienza. Ha studiato la riflessione sulla religione e ha fatto ricerca sul campo in America Latina. Ha pubblicato vari libri e articoli e fa parte dell’Associazione nazionale docenti universitari sostenitrice del ruolo pubblico e democratico dell’università.

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