Il Venezuela è una speranza: la storia non è finita, Mr. Obama

Lo scorso 19 Aprile ricorreva il 205esimo anniversario dell’Indipendenza venezuelana. Per celebrare questo importante avvenimento le delegazioni diplomatiche della Repubblica Bolivariana e di altri Paesi latinoamericani si sono date appuntamento al parco Simon Bolivar di Montesacro, a Roma, assieme a rappresentanti di movimenti sociali e partiti della sinistra progressista, venuti a portare il loro sostegno incondizionato alla Rivoluzione Bolivariana.


Il Venezuela è una speranza: la storia non è finita, Mr. Obama

Nella Giornata di solidarietà mondiale col Venezuela, i popoli del mondo si uniscono in un sol coro per ribadire il loro appoggio a tutti i processi rivoluzionari in corso in America Latina, sotto costante minaccia dell'imperialismo. Il 25 Aprile, la Resistenza, Hugo Chavez e Simon Bolivar: facce della stessa medaglia. 

di Selena Di Francescantonio e Pasquale Vecchiarelli 

Al fin y al cabo,
somos lo que hacemos
para cambiar lo que somos
Eduardo Galeano (1940-2015) 

Lo scorso 19 Aprile ricorreva il 205esimo anniversario dell’Indipendenza venezuelana. Per celebrare questo importante avvenimento le delegazioni diplomatiche della Repubblica Bolivariana e di altri Paesi latinoamericani si sono date appuntamento al parco Simon Bolivar di Montesacro, a Roma, assieme a rappresentanti di movimenti sociali e partiti della sinistra progressista, venuti a portare il loro sostegno incondizionato alla Rivoluzione Bolivariana. In questo luogo simbolico, Simon Bolivar, el Libertador, prestò giuramento che non si sarebbe fermato nella lotta finchè non fosse riuscito a liberare il suo popolo dalla dominazione spagnola. Proprio qui i popoli del mondo si sono uniti per il Venezuela, per ripetere ancora una volta a mr. Obama che il Venezuela non è una minaccia ma una speranza. L’incontro di Panama (VII Cumbre de las Americas) di qualche settimana fa è stato significativo sotto questo punto di vista : di fronte alla minaccia sempre più insidiosa rappresentata dall’imperialismo nordamericano, l’America Latina si è unita a sostegno del Venezuela; l’Argentina di Kirchner, la Bolivia di Morales, il Brasile di Lula e ovviamente la Cuba di Fidel e Raul Castro ma anche altri Paesi de la nuestra America, come amava dire Chavez, nonostante le loro diversità, si compattano all’interno del CELAC il quale riproduce in parte il sogno di Bolivar di avere una grande nazione repubblicana unita. 

Per tutta la durata dell’incontro si sono succeduti, alterandosi sul pulpito, interventi di solidarietà al Venezuela di Maduro e di ricordo del grande poeta Edoardo Galeano, scomparso il 13 Aprile scorso.

Al netto delle specifiche diversità delle realtà intervenute, quasi tutti i contributi hanno rimarcato la necessità che la solidarietà reale con la Rivoluzione Bolivariana non può che tradursi in una lotta sfrenata per il superamento di un capitalismo in evidente e catastrofica crisi sistemica, che semina barbarie e repressione anche in Europa e in Occidente e che oscura e mistifica i processi progressisti, di libertà e di avanzamento per le classi subalterne in corso in America Latina. 

Anche a tal proposito, nel corso dell’incontro è stato nuovamente ribadito l’impegno nella creazione di un fronte antimperialista per la pace [1]. È compito di ogni comunista, ovunque collocato, resistere al fianco di ogni popolo che combatta per la propria liberazione: in questo senso nella Storia, che è storia di lotta di classe, si connettono e si intrecciano i fili delle lotte combattute in ogni Paese per questo alto scopo, come ha spiegato con vivida lucidità il nostro compagno Alessio Arena nel suo intervento che vogliamo riportare di seguito, a conclusione di tale breve analisi della Giornata di Solidarietà Mondiale con la Repubblica Bolivariana del Venezuela:

"Oggi siamo dentro il processo di rottura della storia che è iniziato con la rivoluzione francese del 1789 ed è riesploso come questione dell’uguaglianza sostanziale tra gli uomini con la rivoluzione d’Ottobre e che in Italia si è manifestata con la nostra Resistenza, il nostro antifascismo e con il 25 Aprile della città medaglia d’oro della Resistenza da cui vengo, Milano, Resistenza di cui ricorre quest’anno il 70° anniversario: l’Italia, le italiane e gli italiani, alzando la testa, dimostreranno che l’Italia della Resistenza è ancora viva e capace di manifestare la sua forza al fianco dei popoli del mondo. E’ la marea dell’umanità che vuole liberarsi, che non si rassegna alla schiavitù, all’oppressione, al capitalismo, all’imperialismo che quella schiavitù e quell’oppressione producono. La Rivoluzione Bolivariana sta dentro, come la nostra Resistenza, quella rottura della storia nazionale e del mondo; manifesta come i popoli con la memoria di se, della loro storia e del loro percorso emancipatore possono costruire insieme, uniti, un percorso di liberazione che abbracci tutto il mondo, tutta l’umanità per progettare e produrre un’umanità nuova, una società libera dallo sfruttamento e dall’alienazione. Questo è il significato che unisce la nostra Liberazione il nostro 25 Aprile alla memoria di Bolivar e del comandante Hugo Chavez. Tutte queste esperienze di liberazione umana sono unite profondamente dal loro significato storico: si può andare oltre, la storia non è finita, l’umanità e i lavoratori sono capaci di creare una nuova storia e quella nuova storia si chiamerà socialismo e comunismo ".

 

[1] http://www.lacittafutura.it/mondo/nasce-fronte-intercontinentale-antimperialista-per-la-pace.html 

25/04/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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