In Grecia è falso che "non c'è alternativa"

La recente vittoria elettorale di Syriza non dà prospettive credibili al popolo greco ormai allo stremo delle forze. Ma l'alternativa c’è.


In Grecia è falso che "non c'è alternativa"

La recente vittoria elettorale di Syriza non dà alcuna prospettiva credibile alla gran parte del popolo greco ormai allo stremo delle forze. Ma c’è ancora e si rafforza una sinistra radicale che vuole lottare ancora per un diverso esito della crisi, anche senza l’Euro e disconoscendo i trattati dell’Unione Europea.

di Malgosia Olszewska*

Dopo la recente vittoria elettorale di Syriza abbiamo un nuovo governo che - come ha detto lo stesso Alexis Tsipras – “è un governo di lotta, pronto a dare battaglia per difendere i diritti del popolo”.
In realtà la crisi ha sprofondato tanti greci in un abisso di povertà e per questi poveri, impauriti e senza speranza, non c'è nessuna luce in fondo al tunnel. Alexis Tsipras, che alcuni mesi fa ha portato speranza ai greci e agli altri popoli europei, ha tradito i loro sogni. Un partito della sinistra radicale europea ha accettato di prendere il posto della socialdemocrazia.

Però, il nostro popolo, messo di nuovo a dura prova, non si arrende. La resistenza continua e il popolo di OXI continua la lotta contro l'austerità europea e contro la crisi che cancella ogni diritto e ci rende tutti schiavi del mondo delle banche. E il suo coraggio ottiene una dimensione universale.

Gli uomini di sinistra, che non hanno tradito il loro credo, sono convinti, che è possibile trasformare la disperazione in speranza. Tuttavia è necessario elaborare un programma politico radicale, un programma che vada oltre la richiesta di un cambiamento moderato, un programma che vada oltre il riformismo e l'illusione socialdemocratica. Questa è la convinzione di molti compagni greci. La sinistra radicale deve essere una forza dirigente della resistenza collettiva.

In Grecia esiste un un insieme significativo di compagni della sinistra militante (Kke, Unità Popolare, Antarsya), pronti a condurre una dura battaglia per un mondo migliore. Queste forze, che hanno un programma davvero radicale, devono unirsi e creare un fronte comune della sinistra antiliberista in grado di porsi come alternativa, come propongono molti uomini di sinistra. Credono che sia necessario unire le forze per battere l'austerità e per fare più forte l'Europa dei diritti e della dignità.

Per esempio, la neonata Unità Popolare sostiene sempre che esiste un'alternativa al Memorandum e che un'altra strada è possibile. E cerca di trasformare la spinta del NO in una alternativa politica.

Le formazioni di sinistra anticapitalista sperano di affrontare la crisi in modo efficiente e umano e garantire per tutti una vita dignitosa, fuori dal capitalismo, che è un sistema senza pietà. I compagni greci sono convinti : non è vero che non ci sia alternativa all'austerità. Credono anche che l'euro non sia irreversibile (come ha detto Costas Lapavitsas di Unità Popolare ''cambieremo la moneta, non la rotta del sole'')

Le forze della sinistra radicale e le forze antimemorandum in Grecia devono unirsi. Soltanto in questo caso saremo liberi. Altrimenti non vedremo un giorno libero. La profonda divisione della sinistra greca da anni ha causato molti problemi. Il popolo vuole una Sinistra unita, ma i dirigenti di vari movimenti e partiti non lo ascoltano, preferendo la corsa solitaria. Però non c'è tempo da perdere. Il mondo capitalista è unito nella sua guerra contro i popoli, è un mondo senza pietà, pronto a usare ogni mezzo per raggiungere i suoi scopi. Per questo, le forze di sinistra e le forze antimemorandum devono unirsi e creare un fronte unico per salvare la Grecia e il mondo dei poveri e perseguitati.

'Dobbiamo continuare la nostra lotta con maggiore determinazione e coraggio. La Sinistra ha ragione, la Sinistra ha principi e valori, la Sinistra ha obiettivi e politiche che riflettono l'interesse del popolo' ha dichiarato recentemente il leader di questo partito Panagiotis Lafazanis.

Gli obiettivi di Unità Popolare sono elevati e di grande attualità. Per la democrazia nel nostro Paese, per l'indipendenza nazionale, per la giustizia.

I limiti del primo governo di Alexis Tsipras mostrano che le mezze misure non funzionano e per affrontare la dittatura delle banche bisogna essere disposti ad andare fino in fondo. Non possiamo rimanere nell'eurozona. Tuttavia non basta uscire dall'eurorimanendo all'interno della Unione Europea e del sistema capitalistico. La povertà con euro o con altra moneta è sempre povertà. La schiavitù salariata, lo sfruttamento dei lavoratori e la crescente disoccupazione fanno parte del sistema capitalista con qualsiasi tipo di moneta in uso.

La proposta dei compagni greci è ben diversa. Propongono di uscire dall'euro e nello stesso tempo di svincolarsi dai trattati europei. I comunisti greci vogliono rinnegare il debito e nazionalizzare le banche e tutti i principali mezzi di produzione.

* ERT - The Voice of Greece, Atene

26/09/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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