L'ambasciatore Rodriguez sulla Costituente venezuelana: necessario il referendum

Intervista all'ambasciatore venezuelano in Italia.


L'ambasciatore Rodriguez sulla Costituente venezuelana: necessario il referendum Credits: https://www.flickr.com/photos/periodismodepaz/

Pubblichiamo la traduzione dell'intervista effettuata dalla giornalista Luisa Colomine a Isaias Rodriguez, ambasciatore in Italia del Venezuela e costituzionalista impegnato nel nuovo processo costituente avviato dal Presidente Maduro.

“Signori, il popolo vuole il referendum. Signori, il popolo vuole la Costituente. Il popolo avrà il referendum e la Costituente. L'unico che può richiedere un referendum è proprio il popolo”

Per la seconda volta nell'era della democrazia partecipativa in Venezuela avviata da Hugo Chavez, il paese si prepara a un processo costituente.

Non sembra passato molto tempo dal 25 Aprile 1999, quando le venezuelane e i venezuelani decisero – tramite un referendum consultivo – che volevano la Costituente. La costruzione della Magna Carta è stato qualcosa di inedito per il nostro paese ed è ancora presa ad esempio nel mondo come modello di partecipazione.

Ora le condizioni sono diverse, il Venezuela affronta una guerra economica senza precedenti che – sommata all'attacco dei potenti monopoli mediatici – comporta una situazione di grande emergenza. Di fronte alla mancanza di dialogo e accordo tra le parti in causa, il presidente Nicolas Maduro ha preso la decisione di convocare una Costituente per modificare il sistema economico e raggiungere – secondo le sue parole - “una soluzione vera, democratica, libera e definitiva”.

[…]

L'attuale ambasciatore del Venezuela in Italia – Isaias Rodriguez – è stato nominato Vicepresidente della Commissione Costituente Presidenziale, presieduta da Elias Jaua. Entrambi sono stati eletti nella prima Assemblea Costituente Nazionale […].

Rodriguez, che nella prima Costituente ha rappresentato lo stato dell'Aragua, ha accettato di rispondere ad alcune domande […].

Già “Fiscal General della Nazione”, Rodriguez assume una posizione che sicuramente aprirà un dibattito interessante dentro la Commissione. Secondo Rodriguez, “si deve convocare un referendum”.

[Domanda] Cosa si spera di ottenere con questa nuova Costituente?

[Risposta] La pace nel paese, il modello istituzionale, l'esercizio legittimo delle funzioni dei poteri pubblici. In più, il dibattito costituente istituzionalizzerà le Missioni come strumento efficacie per i diritti sociali. Potrà trovare forme più efficaci per la sovranità del paese.

Questa costituente proposta dal presidente Maduro è per riformare la Costituzione del 1999 o per elaborarne una nuova?

Non è previsto che si elabori una nuova Costituzione. Le riforme e gli emendamenti hanno i loro procedimenti particolari, che non richiedono il ritorno al potere costituente.

Cosa c'è di male nell'attuale Costituzione?

Non c'è nulla di male. È fatta così bene che sta resistendo a una delle peggiori crisi storiche del paese.

Settori dell'opposizione – ma anche del chavismo – preferirebbero che si tenessero le elezioni per i governatori e sindaci. Cosa ne pensa?

La Costituente potrebbe mettere in discussione il progetto di paese disegnato da Hugo Chavez, e questo produce timori che alcuni non vogliono affrontare. D'altra parte, il pericolo non è solo per il chavismo ma anche per gli avversari che per questo preferiscono le elezioni di governatori e sindaci. Senza dubbio, penso che non ci siano molte opzioni e che quella scelta sia la migliore espressione della democrazia. L'urgenza è scegliere tra pace e violenza, tra costituente e guerra civile, tra l'ordine istituzionale o il disastro.

Elias Jaua, Presidente della Commissione Costituente Presidenziale, ha detto che l'attuale Costituzione riflette uno Stato “debole”, senza meccanismi sufficienti per difendersi da situazioni come la guerra economica. È necessario un nuovo Stato?

Nessuna Costituzione è una lampada di Aladino. Questa Costituzione prevede un insieme di meccanismi istituzionali di largo respiro. Non penso che la posta in gioco sia la creazione di uno Stato nuovo.

Lei ha partecipato alla Costituente del 1999, che differenze vede tra il processo di allora e quello in corso?

Le differenze sono molte. Non c'è Chavez. Il paese di allora aveva poca maturità politica e civica. C'erano meno notizie in tempo reale. I venezuelani non avevano piena coscienza dell'importanza del petrolio per la pace e per la guerra. Abbiamo imparato a resistere, abbiamo capito che quella sugli Stati Uniti non è solo retorica. Anche con le attuali difficoltà, il processo attuale è meno complesso di quello del '99.

Cosa raccomanda ai venezuelani? Questo processo costituente come influirà sulle loro vite e sulla crisi economica?

Se si perde il Venezuela, si perde un progetto di solidarietà, integrazione e diritti sociali. Quando sarà superato il conflitto politico, si potrà affrontare quello economico e sociale.

L'opposizione sostiene (denunciandolo anche agli organismi internazionali) che la Costituente sia illegale. Lo è? È necessario un referendum affinché il popolo decida e possa difendere la Costituzione?

La Costituente convocata dal presidente Maduro non è illegale. Sono comunque convinto che sia necessario un referendum, anche se per motivi diversi da quelli della Costituente del '99. Io sostengo la tesi che gli articoli 347 e 348 siano determinanti, conferiscono l'iniziativa al Presidente. Sostengo questa tesi restando aperto a opinioni diverse con un fondamento giuridico. È la mia opinione, non una verità. Il diritto non è una scienza esatta e ammette criteri interpretativi. Però, tutti i passi fatti sono legali, legittimi e costituzionali. La Costituzione del 1961 non prevedeva il potere Costituente e non conteneva meccanismi per convocarlo. In quanto alla difesa della Costituzione, devo dire che la Costituente non è fatta per attaccarla.

Si propone un'assemblea con 500 membri. È possibile?

È possibile, potrebbe non essere pratico. Un numero così grandi si potrebbe prestare a trucchi parlamentari per ritardarla o evitare che arrivi a delle conclusioni. La situazione – a mio giudizio – è piuttosto urgente e non basta creare un organo che suggerisca delle soluzioni. Bisogna applicare le soluzioni nel minor tempo possibile. Un processo logorante e con ritardi ingiustificati potrebbe peggiorare la crisi politica.

In ogni caso, sarà per quest'anno?

Non c'è ragione perché la Costituente non si convochi e non finisca i suoi lavori in quattro o cinque mesi. Tutto dipende dal buon senso e dalla maturità dei membri dell'Assemblea e dall'Assemblea stessa come corpo collettivo. La Costituente del 1999 aveva problemi derivanti da una Costituzione [quella del 1961, NdT] che non prevedeva la possibilità di convocare il potere Costituente e che, anzi, lo ostacolava. Pur con questi problemi, è riuscita a concludere i lavori in cinque mesi.

Intervista apparsa originariamente su https://cotayorosebud.wordpress.com/2017/05/05/isaias-rodriguez-estoy-convencido-de-que-es-necesario-el-referendum/

Traduzione per La Città Futura di Paolo Rizzi.

13/05/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: https://www.flickr.com/photos/periodismodepaz/

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