Osservatorio sul mondo che cambia: Gaza in macerie, l’Europa si arma, l’Italia obbedisce

Il professor Orazio Di Mauro analizza i nuovi equilibri globali: dal fragile piano di "pace" di Trump al riarmo europeo, dalla guerra in Ucraina alle basi americane nel Mediterraneo. Un viaggio tra diplomazia, propaganda e sudditanza politica che ridisegna il volto del mondo.


Osservatorio sul mondo che cambia: Gaza in macerie, l’Europa si arma, l’Italia obbedisce

Nella nuova puntata dell’Osservatorio sul mondo che cambia, il professor Orazio Di Mauro analizza l’evoluzione della crisi di Gaza e i nuovi equilibri geopolitici globali. Il piano di "pace" proposto da Trump non procede come previsto: Israele continua a bombardare e Hamas rifiuta il disarmo. Anche lo scambio di prigionieri, avvenuto solo in parte, lascia irrisolte alcune questioni, tra cui il recupero dei corpi, la governance e la ricostruzione di una città ridotta in macerie. Di Mauro sottolinea come la ricostruzione di Gaza sembri un’utopia: non esistono impegni economici internazionali e Israele non pagherà mai per la distruzione inflitta. Dalla Palestina all’Ucraina, lo scenario resta teso. L’incontro tra Trump e Zelensky riapre il dibattito sull’uso dei missili a lungo raggio Tomahawk, un passo che rischierebbe di coinvolgere direttamente gli Stati Uniti e le loro basi europee, trasformando anche l’Italia in potenziale bersaglio strategico. Sullo sfondo, l’Europa prosegue sulla strada del riarmo, con la Germania che valuta la reintroduzione della leva obbligatoria e l’Italia che aumenta le spese militari a scapito di pensioni e welfare. Secondo Di Mauro, Trump resta il vero regista dello scenario internazionale, mentre l’Europa appare sempre più subalterna, con governi pronti a obbedire alle logiche americane. L’Italia, in particolare, si distingue per la sua totale mancanza di autonomia strategica, a differenza della Spagna di Sanchez, che ha scelto di non destinare fondi aggiuntivi alla NATO. Le tensioni tra Russia e Ucraina si riaccendono con gli attacchi alle raffinerie russe e le conseguenti ritorsioni di Mosca. Intanto, il controllo del Mediterraneo attraverso le basi americane – come Sigonella e il MUOS di Niscemi – torna al centro del dibattito: simboli di una sovranità europea sempre più limitata.

17/10/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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