1973-2023 Conferenza di Rodrigo Rivas nel cinquantennale del golpe di Pinochet

L'intellettuale di origine cilena, che più volte ha tenuto lezioni all'Istituto Tecnico Pacinotti di Pisa, ricorda in questa conferenza il cinquantennale del Golpe che stravolse la sua vita e cambiò la storia del suo Paese.


1973-2023 Conferenza di Rodrigo Rivas nel cinquantennale del golpe di Pinochet

Questo video è la testimonianza di Rodrigo Rivas, figlio di un esule catalano ex membro del governo di Unidad Popular, del Golpe fascista attuato del generale Augusto Pinochet contro il Presidente Salvador Allende che stravolse la sua vita e lo costrinse ad una vita da esule in Italia. Rodrigo è stato ospite in presenza nel nostro istituto, purtroppo per la prima e unica volta, nell'autunno del 2019 per spiegarci le ragioni e la situazione che stava vivendo il suo Paese a seguito dell'Estallito social, la protesta innescata dagli studenti a causa dell'aumento del costo del trasporto urbano e che ben presto si è trasformata in sollevazione popolare contro l'ingiusto sistema economico neoliberista che fu introdotto proprio durante la dittatura di Pinochet nel 1975 e si è mantenuto anche nei 30 anni successivi di transizione alla democrazia. Il motto delle oceaniche manifestazioni che hanno scosso il sonnolento Cile per diversi mesi sino allo scoppio della pandemia, infatti, era proprio "non per 30 centesimi ma per 30 anni" a testimonianza del fatto che la transizione a un sistema democratico compiuto dopo 30 anni esatti dalla fine della dittatura ancora non si era concluso, in quanto la costituzione fatta approvare da Pinochet nel 1980 è ancora in vigore con il suo feroce impianto neoliberista che ha comportato la privatizzazione di tutte le principali risorse nazionali, rame per primo di cui il Cile è il principale esportatore mondiale, e dello stato sociale come pensioni, sanità e istruzione, cui ha conseguito un enorme impoverimento della gran parte della popolazione a vantaggio dell'oligarchia interna e delle multinazionali. Ricordo che per fotografare la situazione sociale ed economica del Cile Rodrigo utilizzò la seguente affermazione che mi colpì molto: "il Cile è un Paese ricco, infatti ha il secondo Pil procapite dell'America Latina, ma i cileni sono poveri".

Ritornando al periodo del Colpo di Stato effettuato da parte dei militari, guidati dal generale Augusto Pinochet, che avviene precisamente l’11 Settembre 1973 e che Rodrigo racconta nel video, in quel periodo era molto impegnato nell'attività di governo in varie parti del Paese e non sempre dormiva a casa, ma quel giorno invece sì e viene risvegliato alle 6:00 del mattino dagli aerei che sganciano le bombe sulla Moneda, il palazzo presidenziale. Alle 7.30 Rodrigo esce di casa e non vi farà più ritorno  perché braccato dai militari.

Allende muore nella Moneda assediata e Pinochet assume il comando del Paese. Egli, in tempi brevi, consegna le miniere alle multinazionali, soprattutto statunitensi e canadesi, consegna tutte le fabbriche a privati e consegna giacimenti di minerali che fino ad ora non venivano sfruttati ai suoi parenti.

In Cile vengono torturati e assassinati dai militari di Pinochet sindacalisti, contadini, studenti e semplici sostenitori della sinistra.

Per Rodrigo questi sono eventi molto dolorosi che lo hanno profondamente turbato tant'è che la prima volta in cui si è sentito finalmente in condizioni di parlarne in pubblico dal 1973 è stato solo nel 2019 ed io sono stato molto contento di aver avuto il privilegio di assistervi.

Qui la video registrazione della testimonianza nei 50 anni dal Golpe di Rodrigo Rivas a Milano il 10 settembre 2023.

 

20/10/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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