Dalla fisica alla logica di Aristotele: VIII lezione del corso di filosofia

Mercoledì 20 ottobre dalle ore 18 alle 20.15, ottava lezione del corso: “Controstoria della filosofia” (II ciclo), tenuto dal professor Renato Caputo per l’Università popolare Antonio Gramsci. La lezione (che si terrà in videoconferenza per gli iscritti all’Università popolare Antonio Gramsci e in diretta facebook al link https://www.facebook.com/unigramsci/) affronterà – in un’ottica marxista – la fisica e la logica di Aristotele.


Dalla fisica alla logica di Aristotele: VIII lezione del corso di filosofia

Mercoledì 20 ottobre dalle ore 18 (puntuali) avrà luogo l’ottava lezione del corso di filosofia – tenuto dal professor Renato Caputo – intitolato “Controstoria della filosofia da un punto di vista marxista”, secondo ciclo: “Dal comunismo utopistico di Platone al realismo immanente di Aristotele”.

Definizione e funzione della fisica

Mentre la metafisica di Aristotele si occupa del motore immobile (trascendente) e delle cause ultime, delle cose del mondo si occupa la fisica. Aristotele dà molta importanza alla fisica, allo studio del mondo naturale, tanto che la definisce “filosofia seconda” e la pone subito dopo la metafisica. Diversamente da Platone per Aristotele lo studio della natura è scientifico perché l’essenza è immanente: l’intelligibile è dentro il visibile, l’empirico.

I quattro diversi tipi di movimento

La fisica aristotelica studia l’essere in movimento; le cause ultime del movimento sono trattate anche nella metafisica che, in quanto scienza dell’essere, definisce i principi generali di ogni cosa e scienza. Aristotele definisce quattro diversi tipi di movimento (nel significato ampio del termine, in cui vi include il divenire in generale):

- movimento sostanziale, che concerne la trasformazione della sostanza, ossia il nascere e il morire (il riunirsi e il separarsi in un dato luogo di diversi elementi);

- movimento qualitativo, che implica l’alterazione, il cambiamento di qualità (per esempio da giovani si diventa vecchi)

- movimento quantitativo, che comporta l’accrescimento o la diminuzione (allontanamento o afflusso della materia)

- movimento locale, movimento di luogo, spostamento nello spazio, ciò che propriamente noi chiamiamo oggi movimento, cui tutti gli altri movimenti sono riconducibili.

Le tre tipologie del movimento locale

Il movimento locale è di tre specie: 1) circolare, intorno al centro del mondo; 2) dal centro del mondo verso l’alto; 3) dall’alto verso il centro del mondo. Questi ultimi due – reciprocamente opposti – sono i movimenti propri dei quattro elementi, delle sostanze corruttibili, che nascono, muoiono, mutano, si alterano, sono propri quindi del mondo terrestre. Il movimento circolare, perfetto, che non ha contrari, è proprio delle sostanze incorruttibili, che si trovano nel mondo celeste: l’elemento che compone i corpi celesti è l’etere, elemento diverso da quelli che compongono la natura, il mondo terrestre (il primo ad abbandonare questa teoria sarà Niccolò Cusano, nel XV sec.).

La teoria dei luoghi naturali

Per spiegare il movimento dei quattro elementi Aristotele introduce la teoria dei luoghi naturali: ognuno dei quattro elementi ha un luogo naturale. Se viene allontanato dal suo luogo naturale (il che non può avvenire che con un moto violento, ossia contrario alla condizione naturale dell’elemento) esso tende a ritornarvi con un moto naturale. I luoghi naturali dei quattro elementi sono determinati dal loro rispettivo peso. In ordine, terra, acqua, aria, fuoco. Aristotele sviluppa questa teoria a partire da semplici esperienze, come per esempio: la pietra immersa nell’acqua affonda, una bolla d’aria nell’acqua sale in superficie, il fuoco fiammeggia sempre verso l’alto.

La concezione aristotelica dell’universo

L’universo fisico di Aristotele (mondo sublunare e mondo dei cieli) è perfetto, unico, finito ed eterno. La perfezione del mondo è dimostrata da Aristotele con argomenti aprioristici, privi di qualsiasi riferimento all’esperienza: il mondo è perfetto perché possiede tutt’e tre le dimensioni possibili (altezza, larghezza, profondità) e il numero tre per i pitagorici è il numero perfetto. Ma se il mondo è perfetto è anche finito, perché ciò che è infinito è secondo Aristotele incompiuto, manca di qualcosa, inoltre nessuna cosa reale può essere infinita. Ogni cosa infatti esiste in uno spazio e ha un centro, un basso, un alto, ma nell’infinito non c’è né centro, né basso, né alto, né limite. La sfera delle stelle fisse segna i limiti dell’universo, al di là dei quali non ci può essere spazio.

Il dualismo fra mondo terrestre e mondo celeste

L’universo ha una forma sferica (una figura perfetta. Tale ipotesi è sviluppata da Aristotele a partire dall’osservazione empirica: se vediamo il cielo di notte i corpi celesti si muovono in modo circolare). Aristotele sostiene il sistema geocentrico ancora sulla base dell’osservazione empirica: il sole e gli astri sembrano muoversi attorno al nostro pianeta. Vi è inoltre un rigido dualismo fra il mondo terrestre e il mondo celeste, fondato su una differenza qualitativa: il nostro mondo è soggetto al divenire, mentre il mondo celeste è immutabile.

La cosmologia aristotelico-tolemaica

Partendo da questi presupposti Aristotele elabora una cosmologia – perfezionata nel II sec. d.C. dall’astronomo egiziano Tolomeo – nota come sistema aristotelico-tolemaico, che resisterà come teoria scientifica dominante per 1500 anni fino alla rivoluzione astronomica. Per Aristotele la terra è al centro dell’universo circondata dalla sfera della luna. I corpi celesti non possono fluttuare nello spazio, ma devono essere sostenuti da sfere composte da etere. Come si muovono i corpi celesti? Nell’universo il vuoto non esiste. Ogni sfera è mossa da quella che la racchiude, a sua volta mossa da quella più esterna, è necessario però ammettere un motore primo che chiude il processo, un motore immobile che non è la causa efficiente del movimento ma la causa finale.

Lo spazio vuoto non esiste

In natura non esiste secondo Aristotele neanche lo spazio vuoto: i luoghi naturali alloggiano gli elementi e lo spazio non è concepibile come realtà a sé stante, indipendente dai corpi: il luogo è per Aristotele sempre luogo di qualcosa. Inoltre diversamente dagli atomisti, per Aristotele nello spazio vuoto non è possibile il movimento, perché nel vuoto non c’è centro, né alto, né basso quindi non ci sarebbe motivo per un corpo di muoversi da un parte piuttosto che da un’altra.

La concezione del tempo

Il tempo è per Aristotele solo in relazione al divenire, in un universo di entità immutabili non esisterebbe, in quanto il tempo è misura del divenire delle cose. Il mondo come totalità perfetta e finita è eterno, ovvero non ha avuto né principio, né fine. Aristotele non ci ha dato una cosmogonia come il Platone del Timeo, in quanto a suo avviso il mondo non nasce, non ha inizio.

L’importanza storica della fisica di Aristotele

L’importanza storica della Fisica di Aristotele è notevole, la sua immagine del mondo influenzerà per secoli la scienza occidentale. Tuttavia, il suo trionfo ha altresì comportato la sconfitta del sistema di Democrito e di conseguenza il ritardo della nascita della scienza moderna, che a quest’ultimo si ispirerà.

La differenza fra la fisica di Aristotele e quella di Democrito

Per Aristotele a differenza di Democrito: non ci sono atomi, non c’è il vuoto, il movimento dipende da qualcosa al di fuori della materia, vi è un dualismo fra cielo e terra, la fisica è qualitativa (non c’è l’applicazione della matematica, con un arretramento rispetto allo stesso Platone), vi sono cause finali e non solamente naturali e meccaniche.

Il termine “logica” deriva da Logos, che significa “ragione” e “discorso”, quindi la logica è la disciplina che studia la ragione o meglio il suo corretto uso, quindi le regole da seguire perché i ragionamenti siano corretti. Dato che non possiamo osservare l’attività della ragione (del pensiero) direttamente, la logica si occupa del discorso, del linguaggio, perché è in esso che il pensiero si manifesta, diviene visibile. Per i greci pensiero razionale e discorso sono la stessa cosa (sin da Parmenide).

L’Organon e l’analitica

Aristotele è il fondatore della logica intesa come ambito di riflessione autonoma, anche se il termine è stato coniato dagli stoici. Aristotele parla invece di analitica, intesa come scomposizione dei ragionamenti per esaminare le regole di correttezza o di validità. Andronico da Rodi raccolse tutti gli scritti di Aristotele su questo argomento sotto il titolo generale di Organon, ossia strumento, logica come strumento comune di tutte le scienze, procedimento dimostrativo di cui si avvalgono, e collocò questi scritti all’inizio del corpus aristotelico, prima della classificazione delle scienze, in quanto la logica è preliminare a qualsiasi tipo di studio e di ricerca.

Categorie, Sull’interpretazione, Analitici primi

La logica studia il pensiero attraverso il linguaggio e Aristotele procede analizzando prima i termini nelle Categorie, poi le proposizioni o giudizi nell’opera Sull’interpretazione e infine il sillogismo, forma di ragionamento per eccellenza negli Analitici primi.

Per comprendere la logica di Aristotele occorre ricordare che pensiero e realtà nella sua filosofia si corrispondono, dato che il primo rispecchia la seconda, per questo molti aspetti della logica sono trattati anche nella Metafisica.

Conoscere è giudicare

Per Aristotele conoscere è uguale a giudicare; il giudizio è composto da un soggetto più un predicato; il predicato esprime l’essenza della cosa, distingue una cosa dall’altra. Per esempio se ci domandiamo cos’è Socrate? Rispondiamo: Socrate è un uomo (la domanda “Ti estì?” che per Socrate aveva solo valore morale, per Aristotele assume valore conoscitivo). Il predicato svolge, quindi, una funzione essenziale.

Per esempio Socrate è: 1) come Genere un Animale (il genere è il predicato più esteso); 2) in quanto Specie è un uomo (la specie è un predicato meno esteso del genere, indica la sostanza individuale con più precisione; 3) secondo il predicato della Differenza è razionale (la Differenza indica la natura specifica di un certo oggetto rispetto a quelli dello stesso genere). Genere, specie e differenza esprimono l’essenza di una cosa; 4) secondo il predicato del Proprio possiamo per esempio dire: Socrate è capace di ridere (il ridere è una caratteristica propria dell’uomo Socrate, ma accidentale; 5) infine secondo il predicato dell’Accidente, diciamo per esempio Socrate è seduto; si tratta di un predicato che non ha un collegamento necessario con l’essenza della cosa, di Socrate.

Sostanze prime e sostanze seconde

Alcuni predicati (per esempio Uomo o animale), che esprimono l’essenza della cosa, in una proposizione possono anche svolgere la funzione di soggetto e vengono definiti sostanze seconde (la sostanza prima, nel nostro esempio Socrate, è solo quella individuale che può svolgere unicamente la funzione di soggetto). Per esempio l’Uomo (specie) è un animale (genere, più esteso) razionale (differenza, mi fa capire la natura del soggetto). Questa è una definizione e risponde alla domanda “ti estì?”.

Le 10 categorie o generi sommi

I predicati possono essere più o meno estesi; più sono estesi meno è specificata l’essenza di una cosa, del soggetto. Possiamo per esempio usare l’analogia del sasso gettato nello stagno (dove i cerchi che produce sempre più larghi e vaghi corrispondono ai predicati). A un certo punto ci dobbiamo fermare; le 10 categorie o generi sommi sono i predicati più estesi in cui tutti i predicati sono compresi, la sostanza è il più importante in quanto esprime l’essenza, gli altri nove sono accidenti ovvero ciò che accade alla sostanza.

Logica e metafisica

Le categorie in Aristotele non hanno solo un valore logico, ma anche un valore ontologico. Perché per Aristotele “l’essere si può dire in molti modi”, l’essere non significa solo ciò che è, ma significa essere qualcosa (sostanza), essere determinato da qualcosa (qualità), essere caratterizzato da un peso (quantità), ecc. Aristotele in ciò supera Parmenide: l’essere non si riferisce a una sola entità, dobbiamo sempre specificare in quale dei significati e secondo quale categoria lo diciamo – in questo senso l’essere è molteplice. Quindi le categorie accanto alla classificazione dei tipi di predicato indicano la struttura reale degli oggetti e, dunque, la logica coincide con la metafisica.

15/10/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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