Come votare sullo statuto di Potere al Popolo

Il CNP di Potere al popolo conferma la votazione per il 6-9 ottobre ma il secondo documento viene ritirato. Noi come collettivo politico de la Città futura sosteniamo Potere al Popolo quindi non siamo per lo scontro ma per il rilancio del progetto partendo dalle energie vive.


Come votare sullo statuto di Potere al Popolo

Potere al popolo ha risollevato l’entusiasmo di molti militanti che negli ultimi anni erano rimasti preda dello sconforto e della delusione per una fase storica davvero difficile per i lavoratori. In poco meno di un anno questo movimento ha ridato energia e parola ad un corpo sociale sfiancato, ha messo in campo molte iniziative e dato una progettualità e una bozza di orizzonte strategico che mancava da tempo. Certo come collettivo politico che si organizza intorno a questo giornale noi non abbiamo mai fatto mancare le nostre critiche costruttive soprattutto sulla questione della centralità del conflitto capitale\lavoro, troppo annegata e in posizione subalterna alle pratiche mutualistiche.

Ora però è il momento di stringerci, di non litigare, di fare un passo indietro e rimettere sui giusti binari il treno che deve viaggiare a lungo. È possibile che si commettano degli errori soprattutto se c’è tanta voglia di fare, visioni diverse e poco conflitto sociale. Al fondo, diciamocelo, si litiga perché non c’è un reale movimento di classe conflittuale. Questo è il momento della riflessione e della maturità; in queste settimane la base di Potere al popolo ha mostrato una buona vitalità su tutto il territorio nazionale: decine di assemblee territoriali si sono riunite e hanno elaborato documenti, emendamenti, riflessioni. Dimostrando ancora una volta che la base è più avanzata del vertice sul terreno dell’unità. Purtroppo, tutta questa vitalità non ha trovato la possibilità di entrare democraticamente nel dibattito sullo statuto per mancanza di regole certe e strutture adatte. Non è stato infatti possibile, nei fatti, né presentare un terzo statuto, né presentare e votare emendamenti agli statuti. E ancora non è chiaro se tutti gli aderenti saranno in condizioni di votare.

Partiamo dunque da questa vitalità per rimettere in carreggiata il progetto: come collettivo noi praticheremo l’astensione costruttiva chiedendo il rilancio di del progetto politico partendo dalla base. Crediamo che l’elaborazione avvenuta in seno al Coordinamento nazionale provvisorio non tiene adeguatamente conto di tutte le indicazioni che giungono dalla base: permangono diverse arretratezze, prima fra tutte l’assenza dell'organizzazione nei luoghi del conflitto sociale e in primo luogo nei posti di lavoro, perdendo di vista la necessaria centralità della contraddizione fondamentale fra capitale e forza-lavoro.

In entrambi gli statuti la componente democratica egemonizza la componente socialista.

Non ci convincono le derive verticistiche dei compagni di Napoli e della Rete dei comunisti come non ci convince la mancanza di chiarezza progettuale dei compagni del PRC.

Dunque al metodo seguito e ai documenti prodotti noi ribadiamo il nostro NO! Mentre ribadiamo il nostro SI al progetto. Chiediamo a tutti i compagni di astenersi ma al contempo chiediamo di continuare a partecipare alle assemblee territoriali senza arretrare di un millimetro anzi rilanciando l’attività conflittuale e chiedendo un calendario e un programma serio e democratico per la costruzione di PaP.

Errare è umano perseverare è diabolico

Non vogliamo essere tifosi di una partita di calcio, non vogliamo iniziare con una spaccatura! Dai territori è emersa una grande voglia di unità! Siamo la maggioranza, facciamoci sentire!

Per un soggetto unitario fondato sulla democrazia consiliare

ANNULLA LA SCHEDA!

06/10/2018 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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Redazione

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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