Il movimento della scuola riparte dalla lotta alle otto deleghe

Lo sciopero dell' 8 marzo, cui hanno aderito molti sindacati della scuola, può essere l'occasione per rilanciare la mobilitazione contro la legge 107.


Il movimento della scuola riparte dalla lotta alle otto deleghe Credits: orizzontescuola.it

Pur con grandi difficoltà, dovute tanto all’atteggiamento dei sindacati, quanto ad una diffusa passività degli insegnanti, certamente arrabbiati ma al momento poco reattivi, il movimento contro la legge 107 sta tentando di rimettersi in moto a partire dalla critica alle otto deleghe presentate dal governo e dalla neo-ministra Fedeli.

Questi otto decreti attuativi entrano nel merito di aspetti molto importanti del funzionamento scolastico sviluppati in embrione nella “buona scuola” di Renzi e Giannini: la formazione iniziale e l’accesso al ruolo per i docenti, l’inclusione scolastica, l’istruzione professionale, il ciclo d’istruzione da zero a sei anni, il diritto allo studio, la cultura umanistica, le scuole italiane all’estero, la valutazione e certificazione delle competenze.

La CGIL, i sindacati di base ed i movimenti hanno analizzato le deleghe individuandone immediatamente la pericolosità, ma è proprio dai movimenti e più precisamente dalla “rete dei 65 movimenti” (https://retedei65movimenti.wordpress.com/) che è partita la prima mobilitazione di piazza, il 23 Febbraio a Montecitorio. Una mobilitazione incentrata sulla critica alle otto deleghe alla L.107 in generale ed a quella sull’inclusione scolastica ed il “sostegno” in particolare.

Molte le associazioni dei genitori di alunni disabili coinvolte e tanti i genitori preoccupati da una proposta che rischia di trasformarsi in un deciso taglio alle certificazioni di disabilità ed alle ore di sostegno “concesse” ai ragazzi in difficoltà.

Alla luce dell’esito dell’interessante giornata di lotta e riflessione vissuta il 23 Febbraio una considerazione va però fatta: il movimento contro le deleghe in questa fase sembra particolarmente vivo sul web, ma non ha mostrato altrettanta forza in piazza; una piazza piena ma non certo debordante e probabilmente ancora poco conflittuale. Si è ragionato, si è discusso, ma questa rimane ancora una fase interlocutoria ed embrionale, per un movimento che avrà bisogno di numeri diversi per poter colpire incisivamente un governo che, nonostante la batosta del referendum del 4 dicembre, rimane sordo alle dure critiche che continuano ad arrivare del mondo della scuola.

Gli aspetti più interessanti di questa giornata sono pertanto stati quelli che hanno rilanciato il conflitto in future date di sciopero, contro le deleghe e contro la L.107.

La prima e fondamentale data è quella dell’8 marzo, dove la rivendicazione dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola si unirà a quella delle donne, che attraverso il movimento “non una di meno” hanno lanciato uno sciopero generale internazionale contro la sopraffazione e la violenza maschile. Una giornata importante ed unitaria a cui hanno aderito tanto la FLC CGIL quanto i sindacati di base (Cobas, CUB, USB, Anief, Unicobas, USI…) e che, per quanto riguarda la scuola ed il movimento contro le deleghe alla 107, si svilupperà la mattina in una piazza tematica a Roma e finirà con una protesta davanti al Ministero dell’Istruzione.

La seconda data, lanciata invece dai sindacati di base, sarà il 17 marzo e riguarderà uno sciopero di tutto il personale della scuola, sempre contro le deleghe e la 107.

E’ superfluo dire che per la crescita del movimento e del conflitto delle scuole contro la legge 107 entrambe le date sono importanti; ma con la stessa chiarezza è anche necessario affermare che solo con un movimento realmente unitario di tutte le componenti della scuola e con un'unica, grande partecipata e conflittuale data di sciopero si potrà dare un segnale importante, invertendo i rapporti di forza e riaccendendo una opposizione decisa e consapevole tra i docenti. Una data unitaria di sciopero che ricalchi quella eccezionale del 5 maggio 2015, su cui riteniamo si dovrà ragionare insieme nel prossimo futuro, superando per il bene comune le differenze e le particolarità che dividono le varie componenti del movimento sindacale della scuola.

Sarà questo il compito che ogni lavoratore consapevole dovrà porsi nel prossimo periodo: la costruzione dell’unità del movimento, su una piattaforma conflittuale che metta in discussione tanto le otto deleghe alla 107 quanto la riforma stessa della “buona scuola”, con l’obiettivo unico del ritiro della legge e della discussione in parlamento della LIP, “legge di iniziativa popolare per la scuola della Costituzione” da poche settimane aggiornata e rilanciata (http://lipscuola.it/blog/per-la-scuola-della-costituzione-legge-di-iniziativa-popolare/) che rappresenta il nostro modello di riforma della scuola pubblica, laica, democratica, solidale, antifascista che vogliamo.

Rifuggiamo quindi da ogni settarismo ed opportunismo e lavoriamo per ricostruire il movimento unitario della scuola che ci serve!

04/03/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: orizzontescuola.it

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L'Autore

Roberto Villani

Lavoratori autoconvocati della scuola

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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