La lesa maestà del sindaco di Falcone

Secondo il PM di Patti il giornalista Antonio Mazzeo non è perseguibile per reato a mezzo stampa, e ha chiesto l'archiviazione del processo. Ma il Comune di Falcone (ME) è determinato ad andare avanti perché Mazzeo, nell'articolo-inchiesta “Falcone comune di mafia", avrebbe tentato di “abbattere” l'amministrazione e il sindaco.


La lesa maestà del sindaco di Falcone

Secondo il PM di Patti il giornalista Antonio Mazzeo non è perseguibile per reato a mezzo stampa, e ha chiesto l'archiviazione del processo. Ma il Comune di Falcone (ME) è determinato ad andare avanti perché Mazzeo, nell'articolo-inchiesta “Falcone comune di mafia", avrebbe tentato di “abbattere” l'amministrazione e il sindaco. 

di Antonio Mazzeo 

"Il giornalista, seppur utilizza toni particolarmente forti ed espressioni suggestive, a parere di quest'ufficio, non travalica il limite di critica politica/storica posto che nella ricostruzione della storia del Comune di Falcone richiama fatti da sempre ricollegati al paese nonché problematiche sociali che attengono alla realtà del territorio locale". 

Così scrive il Pubblico ministero del Tribunale di Patti (Messina), Francesca Bonanzinga, nella richiesta di archiviazione depositata il 7 febbraio 2013 nei confronti del giornalista Antonio Mazzeo, querelato dal Comune di Falcone per un'inchiesta pubblicata sul periodico I Siciliani giovani (n. 7 luglio-agosto 2012), dal titolo "Falcone comune di mafia fra Tindari e Barcellona Pozzo di Gotto". 

L'inchiesta giornalistica si era soffermata su una serie di vicende che avevano interessato la vita politica, sociale, economica ed amministrativa della piccola cittadina della costa tirrenica del messinese (speculazioni immobiliari dalle devastanti conseguenze ambientali e paesaggistiche; lavori di somma urgenza post alluvione del 2008 dal forte impatto sul fragilissimo territorio; ecc
Alcuni passaggi erano stati dedicati inoltre alle origini e alla dinamica evolutiva delle organizzazioni criminali presenti nel territorio, organicamente legate alle potenti cosche mafiose di Barcellona Pozzo di Gotto. 

"Nel caso di specie – prosegue il PM del Tribunale di Patti – la critica mossa dal giornalista non si risolve in un attacco sterile e offensivo nei confronti del denunciante ma in una amara riflessione sulla storia del Comune di Falcone, ove, il denunciante viene menzionato solo perché facente parte della gestione dell'Amministrazione Comunale". Per tutto questo, conclude la dott.ssa Bonanzinga, "non sussistono, pertanto, elementi sufficienti per sostenere l'accusa in giudizio nei confronti dell'odierno indagato per il reato di cui all'. art. 595 c.p. (diffamazione a mezzo stampa)". 

Il 24 agosto 2012, una settimana dopo la pubblicazione dell'inchiesta, la Giunta comunale di Falcone con il Sindaco avv. Santi Cirella, aveva deliberato all'unanimità – onde tutelare l'immagine e la rispettabilità del paese – di conferire l'incarico all'avv. Rosa Elena Alizzi per sporgere querela nei confronti del giornalista. Denuncia presentata, a ottobre 2012, ai Carabinieri di Falcone a firma del sindaco e della legale incaricata. Contro la richiesta d'archiviazione depositata dal Pm di Patti, l'avvocato Alizzi ha presentato opposizione il 29 dicembre 2012. "Nell'articolo pubblicato, il giornalista Mazzeo non è rimasto affatto imparziale, dimostrando di aderire, sic et simpliciter, alla tesi propugnata da rappresentanti dell'opposizione politica dell'attuale amministrazione, non rispettando i limiti di verità e continenza indefettibili per il legittimo esercizio del diritto di cronaca", scrive la legale del Comune di Falcone. "Titolo, catenacci, aggettivi sovrabbondanti, accostamenti suggestionali, decontestualizzazioni, omissioni, tutto conducente in un'unica direzione, quella manifestata nelle righe conclusive, del pezzo: annullare la volontà popolare".
Per Alizzi e il Comune "l'unica finalità dell'articolo è l'abbattimento dell'attuale Amministrazione e dell'odierno Sindaco". 

Guai dunque a provare ad analizzare le contraddizioni sociali e le infiltrazioni criminali di un territorio, dar voce alle opposizioni o porre interrogativi sulle scelte e gli interventi di chi governa l'ente locale. Specie poi se le "presunte" vicende criminali o le perplessità e i dubbi sull'operato politico-amministrativo trovano eco sui media nazionali o nelle sedi istituzionali. "A riprova della grande capacità lesiva della condotta dell'indagato – conclude l'avv. Alizzi - non si può non evidenziare la circostanza che in data 20 novembre 2012, l'on. Antonio Di Pietro abbia presentato un'interpellanza parlamentare indirizzata a vari organi, in cui, richiamando espressamente l'articolo in questione, ha chiesto l'accesso della commissione prefettizia per valutare la sussistenza dei requisiti finalizzati allo scioglimento degli organi politici del comune di Falcone". 

Al fine di decidere sulla richiesta di archiviazione, il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale ordinario di Patti, nell'udienza in Camera di Consiglio del 22 gennaio, si è riservato di decidere sulla base della conferma della richiesta d'opposizione del legale del Comune. La decisione, crediamo, non arriverà prima di 10-15 giorni. Ne daremo ovviamente notizia. Antonio Mazzeo sarà assistito dall'avv. Carmelo Picciotto del Foro di Messina. 

24/01/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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Antonio Mazzeo

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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