La lotta degli inquilini contro il Decreto Lupi. Sfrattiamo il Piano Casa

Ci avevano detto che sarebbe stata la fine della storia. Purtroppo, dalla caduta del Muro di Berlino ai giorni nostri, ne è passata di storia.


La lotta degli inquilini contro il Decreto Lupi. Sfrattiamo il Piano Casa Credits: @zak_says

di Michelangelo Di Beo

Ci avevano detto che sarebbe stata la fine della storia. Purtroppo, dalla caduta del Muro di Berlino ai giorni nostri, ne è passata di storia. La disgregazione di un muro che teneva eretta, se pur con discutibili e analizzabili metodi, l’ultima barricata contro il dominio selvaggio del capitalismo. Fino ai nostri tempi, in cui il mercato immobiliare ha subito bruschi cambiamenti, periodi di scellerata espansione, al grido dell’urbanizzazione post conflitto, e periodi di involuzione per l’avvento prorompente e delle divisioni di classe, che hanno definito in tutta Europa, ma soprattutto in Italia, la divisione tra quartieri popolari e quartieri borghesi.

Là dove vi è una forte divisione di classe, vi è anche chi lotta dalla parte dei più deboli e sfruttati, degli ultimi e del proletariato, dalla parte di chi una casa non può permettersela ed è costretto ad inginocchiarsi di fronte alle politiche speculative che il Governo mette in piedi.
Qui nasce la lotta di Unione Inquilini, una lotta per il diritto alla casa, per salvaguardare gli inquilini dei caseggiati popolari e per lottare con loro per difendere chi ha meno da chi detiene il potere economico.
Anche se sembra una nostalgica memoria storica, questa è la medesima situazione che ci troviamo ad affrontare oggi.
L’Unione Inquilini, in contrasto con le politiche neoliberiste, ha da subito messo in campo una vasta battaglia sindacale, politica e sociale, contro il Piano Casa del Ministro Lupi.

Ma facciamo qualche passo indietro: già si era preventivato di un periodo difficile per le politiche abitative e sociali, ancor prima dell'ufficializzazione del Decreto Lupi.
Le avvisaglie della tensione sociale, che si percepivano ogni settimana di fronte a sgomberi, sfratti e repressione verso gli inquilini, sono state un monito che ha permesso di anticipare queste politiche scellerate, con controproposte dirette a concepire un piano casa di giustizia sociale, di rivendicazione dei diritti fondamentali e di uguaglianza.
Le prime battaglie contro il Decreto Lupi sono avvenute sul fronte sfratti chiedendo interventi concreti, vere e proprie moratorie, per venire incontro alle situazioni di morosità incolpevole; si è lavorato a livello nazionale, per contrastare l’evasione fiscale da parte di tutti quei proprietari che affittano i propri immobili a nero e proprio su questo tema si è vinta un’importante battaglia che ha visto vittorioso il nostro sindacato, contro le proposte di modifica dell’articolo sulla denuncia dei canoni a nero, che avrebbe provocato una sorta di controsenso per la legalità nella denuncia contratti a nero. Ma la vera battaglia si sta svolgendo sul fronte sfratti, sul fronte occupazioni e sull’edilizia residenziale pubblica.

L’Unione Inquilini alza le barricate contro gli attacchi del Decreto Lupi verso quella popolazione che, soffocata dalla crisi, non riesce più a pagare il caro affitti del mercato immobiliare privato, andando verso la perdita della casa e di un proprio diritto sancito dalla Costituzione; la chiamata generale a raddoppiare i picchetti anti sfratto, per costringere le amministrazioni comunali ad applicare la legge sugli sfratti per morosità incolpevole, è una prima forma di lotta che il nostro sindacato ha esteso con eccellenti risultati in tutto il territorio nazionale. Si è creata una moratoria degli sfratti dal basso, partendo da lotte sui territori, supportata parallelamente dalle nostre richieste di incrementare i fondi regionali dedicati agli sfratti per morosità incolpevoli. A questo proposito va espressa una nota critica verso i paletti che questo decreto ha messo per accedere alla fatidica incolpevolezza della morosità, perché questa selezione non permette di raggiungere la maggioranza delle persone che fanno richiesta di aiuto.

Abbiamo sempre contestato il fatto che lo stanziamento di fondi statalii per affrontare l’emergenza abitativa nazionale, sia nullo o sprecato, senza un adeguato piano casa che predisponga strutture e immobili per accompagnare le famiglie sfrattate, con un percorso da casa a casa, riqualificando il patrimonio immobiliare esistente per adibirlo all’emergenza abitativa, non alla speculazione dei grandi palazzinari. Abbiamo attaccato Lupi sul fronte speculativo, scendendo in piazza e salendo sui tetti dei caseggiati, per contrapporci alla sua volontà di risanare i debiti delle banche e della mala politica, con la svendita delle case popolari a prezzo di mercato, lasciando all’inquilino assegnatario, la sola prelazione a prezzo d’asta. Crediamo che questo sia uno degli attacchi ai diritti sociali e umani più grave che sia mai avvenuto negli ultimi trent’anni. Stiamo mobilitando interi caseggiati di tutta Italia per informarli di questo articolo 3 del decreto Lupi (vendita all’asta delle case popolari), un fatto che il Governo tiene nascosto, perché ciò che non si vede non fa paura, aggirando come sempre la democrazia.

Il piano casa di Lupi detiene un altro importante e aberrante record, quello di aver cancellato i più fondamentali diritti umani, nel giro di qualche giorno ed in poche righe. Un decreto che pare più un attacco al Sindacato e ai movimenti, che stanno lottando duramente in questi ultimi anni, contro l’aumentare delle occupazioni che abbiamo messo in piedi, per salvare la vita di centinaia di famiglie sotto sfratto, per garantire un tetto a centinaia di bambini sottratti alla loro innocenza, per salvaguardare il diritto alla casa come diritto alla vita. Ci stiamo mobilitando in tutta Italia, per affrontare l’art.5 del Decreto, che prevede i distacchi di acqua, luce e gas a tutte le persone che occupano un immobile, stiamo affrontando con la lotta, le anagrafi di tutta Italia per sancire il diritto alla residenza, negato dall’art. 5, che negherebbe pure l’iscrizione dei bambini a scuola, negando loro il diritto all’istruzione. Ci muoveremo con ricorsi al TAR di ogni regione, scenderemo nelle piazze e garantiremo tutta la nostra assistenza sindacale e legale per difenderci da questo articolo vile e subdolo.

Contro questo decreto stiamo moltiplicando i picchetti anti sfratto, stiamo costruendo battaglie con le prefetture, perché applichino la legge di graduazione degli sfratti per morosità incolpevole, fermando l’arrivo delle forze dell’ordine fino a quando non vi è la garanzia di un passaggio da casa a casa. Stiamo dando battaglia nelle commissioni per gli accordi territoriali sulla stipula dei contratti dei canoni concordati, cercando di far pagare le aliquote al minimo per le prime case e di azzerare le aliquote delle seconde case che verranno date in locazione a canone concordato per l’emergenza abitativa; stiamo spingendo le amministrazioni comunali a calmierare i canoni del mercato immobiliare privato e per aumentare i contratti a canone concordato; diamo solidarietà e appoggio politico alle occupazioni di immobili pubblici, delle ferrovie dello stato e degli enti statali, che lasciano al degrado, all’abbandono e alla fatiscenza, intere proprietà immobiliari. Stiamo alzando le barricate contro la vendita all’asta delle case popolari (art. 3) e perché venga cancellato pure l’art.5 che vieta le residenze e permette i distacchi degli immobili occupati. Proprio in questi giorni il Governo ha comunicato che il decreto, ed in particolar modo l’art. 3, è ancora in discussione, dichiarazione ottenuta grazie alla mobilitazione che abbiamo messo in campo contro questo articolo, nonostante che fosse sancito dalla conferenza regioni-comuni.

La nostra forza è la nostra resistenza, la caparbietà di saper dare alternative valide, la forza di volontà di non piegarsi e di poter sempre essere liberi di solcare i mari.

*Unione Inquilini

16/11/2014 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: @zak_says

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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