Una “venerabile” prescrizione

Un ennesimo caso di maturata prescrizione. Lo scorso 8 gennaio il Tribunale di Arezzo ha dichiarato estinto per prescrizione il processo a carico di Licio Gelli e dei suoi congiunti accusati di frode fiscale con un’evasione del valore di circa 17 milioni di euro. Viene così a decadere anche il sequestro di Villa Wanda, restituita alla libera disponibilità del “Venerabile”.


Una “venerabile” prescrizione

 

Un ennesimo caso di maturata prescrizione. Lo scorso 8 gennaio il Tribunale di Arezzo ha dichiarato estinto per prescrizione il processo a carico di Licio Gelli e dei suoi congiunti accusati di frode fiscale con un’evasione del valore di circa 17 milioni di euro. Viene così a decadere anche il sequestro di Villa Wanda, restituita alla libera disponibilità del “Venerabile”.

di Pietro Antonuccio

Siamo ormai assuefatti al triste ritornello della “maturata prescrizione”. Lunghi e importanti processi, da cui ci si aspettava un accertamento di fatti di grande rilevanza generale, vengono improvvisamente dichiarati “estinti per prescrizione”, impedendo così di arrivare a qualsiasi conclusione.

Tutti gli atti processuali compiuti perdono efficacia, tutte le accuse decadono. Viene ipocritamente riaffermata una generale presunzione di non colpevolezza buona per tutti gli usi: nessun mandante, nessun esecutore, nessun illecito accertato.

Del resto il nostro è, ormai per antonomasia, il paese delle stragi impunite, sulle quali sventola il vessillo del “non luogo a procedere”, vera e propria dichiarazione di fallimento dell’istituzione giudiziaria rispetto alla funzione di garanzia e  tutela dei valori sociali fondamentali.

Ultima in ordine di tempo di questa vergognosa serie, era sopravvenuta alcune settimane fa la sentenza della Corte di Cassazione che ha dichiarato “estinto per prescrizione” il processo per le morti di amianto a Casal Monferrato e in altri insediamenti Eternit in Italia. Tutto il processo incardinato per accertare le responsabilità di quella vera e propria strage che ha stroncato la vita di duemila persone, quando era faticosamente giunto a un passo dalla sentenza definitiva, si è dissolto nel nulla.

Ebbene, tra le troppe vicende in cui lo Stato dichiara il proprio fallimento, vestendo gli abiti di un gigantesco Ponzio Pilato che “si lava le mani” anche di fronte a fatti gravissimi, inaccettabili dalla coscienza civile (e umana), ne è saltata fuori un’altra, l’ennesima, che forse non meriterebbe nemmeno di essere menzionata nel mare magnum della negata giustizia, se non riguardasse direttamente un personaggio centrale della vita italiana dal dopoguerra in poi, oggi forse in declino per ragioni anagrafiche, ma pur sempre ben collocato nelle relazioni che contano.

Si tratta del Venerabile Licio Gelli, già potentissimo capo della loggia massonica segreta denominata P2, di cui non possiamo esserci dimenticati, nonostante i suoi 96 anni di età e la maggiore discrezione con cui ormai da tempo amministra i propri interessi e i propri rapporti con il potere politico.

Tra le tante vicende che lo riguardano in relazione a fatti essenziali della vita pubblica italiana degli ultimi cinquant’anni, il Venerabile si era infatti reso protagonista anche di qualche suo affaruccio privato, così incappando in alcune piccole beghe fiscali.

Nel 1988 il Fisco italiano era venuto in possesso di un testamento scritto da Gelli di suo pugno e dal quale emergevano enormi disponibilità patrimoniali all’estero. Cifre sproporzionatamente superiori al valore dei redditi dichiarati che lasciavano ritenere una evasione fiscale realizzata, tra il Venerabile e i suoi più stretti congiunti, per un importo complessivo di circa 17 milioni di euro (che all’epoca si contavano in più di trenta miliardi delle vecchie lire …).

Del resto, proprio all’interno della famosa Villa Wanda, la sontuosa dimora dei Gelli costruita sulla collina di Santa Maria delle Grazie e composta da appena 33 stanze, piscina, serra e un parco di tre ettari, erano stati rinvenuti non solo i famosi elenchi degli affiliati alla loggia P2, ma anche, ben nascosti nelle fioriere del giardino, qualcosa come 160 chili di lingotti d’oro …

Per questo, la Procura di Arezzo, per garantire la possibilità per il Fisco di recuperare le enormi ricchezze che riteneva sottratte con l’evasione fiscale, aveva chiesto ed ottenuto il sequestro di Villa Wanda, anche perché - subito dopo la contestazione erariale - se ne stava già organizzando la vendita fittizia, per sottrarre la villa al recupero delle imposte evase (erano state iscritte ipoteche fasulle sull’immobile e simulata la vendita ad una società romana costituita ad hoc e riconducibile ai parenti di Gelli).

Ma tutte queste attività “cautelative” del Venerabile si sono rivelate eccessive, in quanto - appunto - lo scorso 8 gennaio è stata dichiarata estinta ogni accusa “per maturata prescrizione”.

Così, non solo non ci sarà più nessun accertamento dell’evasione fiscale e non ci sarà - ancora una volta - nessun responsabile, ma anche il sequestro della villa è semplicemente decaduto, estinguendosi d’incanto insieme a tutto il processo, e la villa stessa è tornata nella piena disponibilità della famiglia Gelli.

Un’ennesima vicenda, dunque, di mancata giustizia, che in questo caso ha pure l’intollerabile sapore del suggello finale, quasi del premio, ad una onorata carriera. Come - del resto - lo stesso Gelli ha pubblicamente rivendicato in una delle sue ultime interviste: «Forse sì, dovrei avere i diritti d'autore. La giustizia, la tv, l'ordine pubblico. Ho scritto tutto trent'anni fa. Tutto nel piano di Rinascita, che preveggenza, è finita proprio come dicevo io» (intervista a La Repubblica del 28.09.03).

Già, il Piano di Rinascita Democratica … Dovremo riparlarne, per capire fino il fondo l’intreccio e il significato della involuzione socio-politica italiana degli ultimi quarant’anni. Per trovare le radici e il senso di una democrazia ridotta a un simulacro, e del potere ormai assoluto dell’impresa e della finanza.

Perché la necessità di trasformare questa società e i suoi poteri cresce e si rinnova ogni giorno sotto la sferza delle ingiustizie. E non cade in prescrizione.

18/01/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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