Recensioni di classe 51

Recensioni di classe al bel film Lo strangolatore di Boston, ai discreti Causeway, Benedetta, The Whale e Living, all’interessante serie Scissione, al modesto film To Leslie, ai sopravvalutati: Raghu, il piccolo elefante (cortometraggio), al film di animazione Marcel the Shell, al documentario Fire of Love, al mediocre Aftersun, all’insignificante cortometraggio An Irish Goodbye, all’insostenibile EO, all’intollerabile documentario apologetico Navalny.


Recensioni di classe 51

Lo strangolatore di Boston di Matt Ruskin con Carrie Coon e Keira Knightley, thriller, Usa 2023, disponibile su Disney +, voto: 7,5; thriller godibile che lascia anche non poco su cui riflettere allo spettatore, su questioni sostanziali come la lotta per l’emancipazione femminile, le discriminazioni che subisce la donna e i femminicidi. Il film rappresenta, inoltre, una valida descrizione della corruzione della polizia, del modo in cui i giornalisti tendano a coprirla sistematicamente, di come omicidi che colpiscono donne delle classi subalterne non interessino agli apparati repressivi dello Stato.

Causeway di Lila Neugebauer, drammatico, Usa 2022, con Jennifer Lawrence, 4 candidature, fra cui agli Oscar per Brian Tyree Henry come migliore attore non professionista, voto: 6,5. Film ambientato in un contesto proletario e sottoproletario statunitense in cui emerge come persino le aggressioni militari imperialiste possano apparire una via di fuga da una situazione tragica e deprimente per i ceti subalterni statunitensi. Involontariamente, il film offre anche da riflettere allo spettatore sul ruolo decisivo dell’aristocrazia operaia, garantita dalle politiche imperialiste, per preservare la pace sociale in un paese con differenze sociali sempre più incolmabili.

Benedetta di Paul Verhoeven con Virginie Efira e Charlotte Rampling, storico, drammatico, Francia e Paesi Bassi 2021, Migliori film in lingua straniera a National Board of Review e nomination migliore attrice a Virginie Efira a Cesar e Lumiere Awards 2022, voto: 6,5; il film è efficace nel denunciare il clima torbido e neomedievale della Controriforma; notevole che, per una volta tanto, non si faccia nessuno sconto alle pesantissime malefatte e responsabilità della chiesa cattolica. Peccato che la significativa mescolanza fra misticismo e ricerca dell’appagamento sessuale sfoci spesso in scelte estremiste che rendono poco realistica e inverosimile la vicenda narrata.

The Whale di Darren Aronofsky, drammatico, Usa 2022, Il film ha ottenuto 3 candidature e vinto 2 Premi Oscar, in particolare il premio per il miglior attore protagonista a Brendan Fraser, 1 candidatura a Golden Globes, 4 candidature a BAFTA, 4 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, 2 candidature e vinto un premio ai SAG Awards, 1 candidatura a Producers Guild, voto: 6,5. Il premio Oscar per il miglior attore è tutto sommato meritato e il film non è per niente male, al contrario di quanto sostenuto da certa critica snob, anche di estrema “sinistra”, lo ha stroncato. Anzi, al di là di alcuni momenti in cui rimane troppo legato alle sue origini teatrali, il film è molto umano e va in profondità nell’analisi psicologica dei personaggi. The Whale è commovente e offre con il protagonista un’interessante prospettiva per vivere in modo ottimistico la propria esistenza, cogliendone gli aspetti positivi, anche dove non sono immediatamente evidenti.

Living di Oliver Hermanus, drammatico, Gran Bretagna 2022, Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes, 3 candidature a BAFTA, 9 candidature e vinto un premio ai British Independent, Living è stato premiato a National Board, ha ricevuto 2 candidature a Critics Choice Award, 1 candidatura a SAG Awards, 1 candidatura a NSFC Awards, distribuito su SKYCINEMA2, voto: 6+. Considerato fra i migliori film indipendenti e britannici dell’anno, Living è un remake di un capolavoro di Kurosawa, riuscito solo in parte. Il protagonista pluripremiato Bill Nighy fa certamente bene la sua parte, mentre appare meno convincente la nomination a migliore sceneggiatura non originale. Living, pur riprendendo un grande film del passato, rimane troppo legato all’originale e il passaggio dal Giappone all’Inghilterra appare un po’ forzato e poco convincente.

Scissione (Severance) è una serie televisiva statunitense del 2022 di genere thriller e psicologico, è stata creata da Dan Erickson e diretta da Ben Stiller e Aoife McArdle. La serie è stata presentata in anteprima su Apple TV+. Scissione ha ottenuto 3 candidature a Golden Globes, 2 candidature a Critics Choice Award, 2 candidature a SAG Awards, 2 candidature a Spirit Awards, 3 candidature e vinto 2 Writers Guild Awards, 1 candidatura a Directors Guild, 1 candidatura a Producers Guild ed è stata premiato a AFI Awards, voto: 6+. Serie distopica che analizza nuove forme di sfruttamento della forza lavoro, mediante la completa scissione fra l’uomo privato impiegato nella riproduzione della propria forza lavoro e l’uomo che ha venduto la propria forza lavoro e che esiste solo in quanto capitale variabile

Gli episodi tendono a divenire sempre più noiosi e soporiferi, anche perché non è molto condivisibile trattare dello sfruttamento e dell’alienazione del lavoro salariato in modo irrealistico in una società distopica, mentre sarebbe molto più efficace, significativo e interessante mostrare in modo realistico cosa avviene oggi nelle imprese capitalistiche “normali”. La serie si ravviva andando verso la fine della stagione anche perché, per quanto sempre in modo irrealistico, non c’è solo la denuncia dello sfruttamento e dell’alienazione, ma anche la lotta per contrastarli, contribuendo alla lotta per l’emancipazione del genere umano. In effetti, i lavoratori salariati sono nella nostra epoca la classe universale in quanto lottando per la loro emancipazione particolare, contribuiscono in modo generale all’emancipazione del genere umano.

Pur con tutti gli aspetti antirealistici la lotta, per quanto limitata ad appena quattro lavoratori, contro un lavoro che porta alle estreme conseguenze sfruttamento e alienazione, non può che rendere avvincenti e significativi gli ultimi due episodi della prima stagione. Peccato che l’ultimo episodio sia costruito principalmente in funzione di lanciare la seconda stagione.

To Leslie di Michael Morris drammatico, nomination miglior attrice a Andrea Riseborough a Oscar 2023 e premiato a National Board of Review Usa 2022 come uno dei migliori film indipendenti, voto: 6; film crudo e naturalista nel denunciare il sogno americano, mostrando come una donna vincitrice di un significativo premio alla lotteria si sia degradata, per limiti culturali e morali, sino a divenire un’alcolizzata. La tragedia trova una catarsi nell’opportunità di un lavoro che permette al personaggio un riscatto. D’altra parte, la dimensione minimal porta a considerare come un grande obiettivo da raggiungere un lavoro mal pagato senza alcuna garanzia.

Raghu, il piccolo elefante di Kartiki Gonsalves, India 2022, premio Oscar per il miglior cortometraggio documentario a Oscar 2023, distribuito da Netflix, voto 5; documentario noioso, molto ideologico, indubbiamente sopravvalutato e poco dialettico.

Marcel the Shell di Dean Fleischer-Camp, commedia, Usa 2021, diverse candidature a miglior film di animazione, fra cui agli Oscar, vincitore al National Board 2022, voto: 5-. L’ideologia postmoderna per cinefili finisce per imporsi anche nei film di animazione più premiati. In tal modo, il film diviene intollerabile tanto per un pubblico adulto che infantile.

Fire of Love di Sara Dosa, Canada, Usa 2022, diversi riconoscimenti, fra cui nomination a Oscar come miglior documentario, voto: 4,5; documentario reazionario, che esalta la fuga dalla vita politica e storica di due intellettuali che abbandonano la lotta contro la guerra imperialista per tornare a una concezione romantica e regressiva di esaltazione irrazionale della potenza della natura, con annesso un rapporto malato fra eros e thanatos

Aftersun di Charlotte Wells, drammatico, Gran Bretagna e Usa 2022, ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar per il miglior attore, 4 candidature e vinto un premio ai BAFTA, 1 candidatura agli European Film Awards, 15 candidature e vinto 6 British Independent, è stato premiato a National Board, 3 candidature a Critics Choice Award, 5 candidature e vinto un premio a Spirit Awards, ha vinto un premio ai Directors Guild, 3 candidature e vinto un premio ai NSFC Awards. I premi vinti sono per il miglior regista esordiente, voto: 4-. Film minimal-qualunquista e improntato alle più banale ideologia dominante postmoderna, funzionale alla distruzione della ragione e dell’arte. Certamente fra i film più sopravvalutati dell’anno, risulta di una banalità sconfortante.

An Irish Goodbye di Tom Berkeley e Ross White, commedia, Irlanda e Gran Bretagna 2022, premio Oscar miglior cortometraggio, voto: 4. Assurdamente sopravvalutato, si tratta di un cortometraggio improntato alla più noiosa e scontata ideologia irrazionalistica postmoderna.

EO di Jerzy Skolimowski, drammatico, Polonia, Italia 2022, Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar per miglior film straniero, premio della giuria al Festival di Cannes, 2 candidature e vinto un premio ai European Film Awards, 1 candidatura a Cesar, Il film è stato premiato a National Board, ha vinto 2 NSFC Awards quale miglior film straniero, voto: 3,5. Il film più sostenuto dall’unico quotidiano sedicente comunista italiano è anche il più vergognosamente postmoderno, a ulteriore dimostrazione del fatto che i critici cinefili della a-sinistra considerano essere radicali, sostenere in modo incondizionato e del tutto acritico gli aspetti più irrazionalisti dell’ideologia dominante.

Navalny di Daniel Roher, Usa 2022, premiato come miglior documentario agli Oscar, ai BAFTA, a Sundance, voto: 3. Film di mera propaganda guerrafondaia, filoimperialista e russofoba, può essere utile esclusivamente per comprendere come si costruisce un eroe di carta e come si realizzano materiali propagandistici ben rifiniti. Utile anche a comprendere quanto l’ideologia filoimperialista condizioni la scelta dei film da premiare.

12/05/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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