Spagna - Izquierda Unida e Podemos


A cura di Marco Nebuloni e Paolo Rizzi

Izquierda Unida

Sinistra Unita (Izquierda Unida, IU) è una delle forme di unità a sinistra più antiche, nasce nel 1986, ed è decisamente il “modello” più complesso tra quelli europei.

Nell’86 IU nasce come alleanza di tutte le forze politiche che sostennero l’uscita della Spagna dalla NATO nel referendum che si tenne quell’anno. Dei soci fondatori di trent’anni fa è rimasto solo il Partito Comunista Spagnolo (PCE) che rimane tutt’ora la forza preponderante, avendo circa 35mila iscritti sui circa 60mila che compongono la formazione unitaria. Aderisce a IU anche la giovanile del PCE, l’Unione delle Gioventù Comuniste di Spagna (UJCE). Fanno parte di IU anche Sinistra Aperta (IzAb, nata come corrente riformista di IU poi ufficializzatasi come partito) e una serie di soggetti politici locali che fanno riferimento alle forti identità regionali spagnole. In Catalogna, come da tradizione delle sinistre, IU non ha una propria federazione ma è alleata con una formazione autonoma, la Sinistra Unita e Alternativa (EUiA) che a suo volta comprende il Partito dei Comunisti Catalani (PCC) e altri nazionalisti catalani di sinistra. Nei Paesi Baschi la situazione è simile, diversa invece in Galizia dove IU fa parte di una coalizione più ampia chiamata Alternativa Gallega di Sinistra. IU è dotata di un suo tesseramento cui si accede o essendo iscritti a una delle organizzazioni membro di IU stessa oppure come tesseramento individuale. La particolarità di IU è che aderendovi le organizzazioni delegano all’organizzazione unitaria tutte le scelte elettorali: alleanze, programma, simboli e candidature. Le organizzazioni che aderiscono a IU mantengono l’autonomia su tutti gli altri campi di azione politica e sociale, mantengono il proprio tesseramento, le proprie strutture e le proprie modalità d’azione nei fronti del lavoro di massa. IU stessa svolge congressi formalmente autonomi dalle organizzazioni che la compongono, anche se è possibile leggere nei congressi le posizioni diverse della maggioranza del PCE, delle minoranze del PCE stesso e dell’IzAb. Dopo lo scandalo scoppiato riguardo alcuni movimenti finanziari durante gli anni della vicinanza al PSOE, il coordinatore di IU Cayo Lara ha annunciato di non volersi ricandidare e per la prima volta l’organizzazione ha convocato primarie aperte anche ai simpatizzanti per la decisione del nuovo candidato alla guida del governo. Attualmente il principale candidato alle primarie è Alberto Garzon, parlamentare membro del PCE e dell’UJCE.

Il consenso elettorale raccolto da IU ha avuto fortune alterne, raggiungendo l’apice a metà anni ’90 (13,4% alle europee del ’94) per poi declinare anche in seguito alle relazioni di vicinanza politica al Partito Socialista (PSOE) fino ad arrivare a non superare lo sbarramento alle europee del 2004. Dopodiché IU, sotto la spinta del PCE e dell’UJCE, è tornata ad assumere una posizione via via più autonoma e critica rispetto al PSOE e a riannodare i fili del radicamento popolare.

Alle ultime tornate elettorali IU ha presentato liste di coalizione denominate Sinistra Plurale (Izquierda Plural, IP) che comprendono anche vari ecologisti, Sinistra Repubblicana e vari regionalisti di sinistra. In Catalogna il corrispettivo di IP è l’alleanza tra EUiA e l’Iniziativa Verde Catalana (EUia-ICV).

Alle elezioni politiche del 2011 IP ha ottenuto il 6,9% e 11 deputati su 350 (+2,9% e + 8 seggi rispetto alle politiche del 2008), di cui 8 di Izquierda Unida, 2 verdi catalani e 1 nazionalista aragonese. Dei deputati di IU, 5 sono membri del PCE, 1 è del PCC, 1 è di IzAB e 1 è indipendente.

Alle europee del 2014 IP ha ottenuto il 10% dei voti e 6 eurodeputati su 54 (+6,32% e + 4 rispetto alle europee del 2009). Degli eletti, 4 sono membri di IU (2 tesserati direttamente a IU, 1 indipendente e 1 del PCE), 1 è di ICV e 1 è un nazionalista galiziano. L’eletto dell’ICV aderisce al gruppo europeo dei verdi G-EFA, gli altri al GUE/NGL. Il PCE, EUiA e la stessa IU aderiscono al Partito della Sinistra Europea di cui Maite Mola (membro del PCE ed ex eurodeputata) è vicepresidente.

Il simbolo elettorale e il nome varia da regione a regione comprendendo le varie formazioni locali, il simbolo base di IU è un quadrato rosso con la scritta bianca “IU” e quello di IP comprende il simbolo di IU con l’aggiunta della scritta verde “los verdes”.

In ogni caso il PCE, l’UJCE e le altre formazioni mantengono la propria simbologia in tutte le mobilitazioni sociali. È bene notare che da un decennio, in seguito all’avvio della campagna per l’abolizione della monarchia, il tricolore della Seconda Repubblica è entrato a far parte della simbologia utilizzata correntemente sia dai comunisti sia più in generale da IU e IP.

       

Dalla fine degli anni ’90 al 2008 IU ha mantenuto una linea politica di vicinanza al PSOE. Pur non partecipando mai direttamente al governo centrale IU votò la fiducia al primo governo Zapatero (2004-2008). Dopo i pessimi risultati elettorali del 2008 IU si astenne alla fiducia al secondo governo Zapatero e iniziò un processo di revisione della posizione politica che l’ha portata decisamente all’opposizione, in particolare la campagna per la fondazione della III Repubblica rappresenta una rottura con l’arco costituzionale che ha accettato la monarchia costituzionale dopo la fine del regime fascista. Nel 2008 IU era scesa a poco più di 40mila iscritti, tornando poi a crescere a circa 60mila nel 2013.

A livello locale sono presenti alcune alleanze col centrosinistra ma dal 2011 IU non governa in coalizione col PSOE in nessuna regione (precedentemente governava le Asturie) e nessuna delle città maggiori. In Andalusia IU tenne un referendum interno per decidere intorno al sostegno al centrosinistra.

La giovanile del PCE, l’UJCE, è in stretti rapporti con la giovanile del PCPE (Partito Comunista dei Popoli di Spagna, scissione di sinistra del PCE che uscì da IU alla fine degli anni ‘80), su posizioni di avanzamento critico rispetto a Izquierda Unida.

Podemos

Podemos (letteralmente “possiamo”) è una formazione nata in vista delle elezioni europee del 2014 con l’apporto del piccolo partito trozkista Sinistra Anticapitalista (IA) e di una serie di personalità di sinistra, intellettuali e attivisti dei movimenti e dei sindacati di base. Il leader è Pablo Iglesias, professore universitario noto al grande pubblico come commentatore televisivo.

Alle europee del 2014 ha presentato liste autonome dopo aver rotto le trattative con IU/IP sul metodo di scelta dei candidati, ottenendo il 7,98% dei voti e 5 eurodeputati su 54. I 5 eletti hanno aderito al GUE/NGL, 1 mantiene la tessera di IA. Podemos ha fatto richiesta di adesione al Partito della Sinistra Europea e già ha sostenuto la candidatura di Alexis Tsipras alla presidenza europea.

Podemos assume una simbologia non direttamente riconducibile alla storia della sinistra comunista o radicale in genere. Il suo colore è il viola e il simbolo elettorale è la scritta “podemos” viola su campo bianco.

Il programma elettorale per le prossime elezioni amministrative e politiche è ancora in fase di definizione. Il Partito si organizza attraverso una serie di assemblee e di votazioni aperte a tutti coloro che registrano un profilo sul sito podemos.info similmente al nostro Movimento 5 stelle. Attualmente Podemos dichiara di avere più di 250mila iscritti “telematici” di cui poco meno di 7.000 contribuiscono pagando il tesseramento.

Per le prossime elezioni amministrative nella città di Barcellona è stato lanciato il progetto politico “Guanyem Barcelona” (Riprendiamoci Barcellona) a cui hanno aderito sia Podemos sia EUiA/ICV. Altri progetti “Guanyem” sono stati lanciati nella altre città ma ad oggi non vi è stata l’adesione né di Podemos né di IU/IP.

I rapporti ufficiali tra Izquierda Unida e Podemos non sono ancora stati chiariti poiché se da parte di IU l’interesse unitario è stato già esplicitato non senza dissidi interni, al contrario da parte di Podemos non c’è stata risposta positiva.

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19/01/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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