Videolezione: cristianesimo e filosofia

Video dell’ottavo incontro dedicato a cristianesimo e filosofia del corso: “Controstoria della filosofia in una prospettiva marxista”; terzo ciclo: “Dall’Ellenismo al Tardoantico” – introdotto dal prof. Renato Caputo per l’Università popolare Antonio Gramsci.


Le ragioni di un corso su Ellenismo e Tardo antico 

Il corso, che ha inaugurato l’anno accademico 2022-23 dell’Università popolare Antonio Gramsci, è dedicato alla filosofia dell’ellenismo e dell’età tardoantica e si è intersecato, a partire da quest’ultima epoca, anche con la storia universale. Naturalmente ci si chiederà cosa c’entra l’Unigramsci con queste due età non solo lontane da noi, ma in apparenza poco significative sia dal punto di vista della storia della filosofia sia dal punto di vista della storia universale. Per rispondere a tali obiezioni occorre ricordare, in primo luogo, che il corso si inserisce in un percorso pluriennale volto a delineare una (contro)storia della filosofia in una prospettiva marxista. Tale percorso, a partire da quest’anno accademico, si incrociato e giovato di approfondimenti sui diversi mondi storici che sono stati affrontati. Dunque, con il corso di quest’anno si completa il percorso iniziato due anni accademici fa e dedicato all’analisi della (contro)storia della filosofia antica (chi non ha avuto modo di partecipare ai precedenti incontri li può facilmente ritrovare su youtube). Naturalmente trattandosi di un percorso storico e storico-filosofico non si può comprendere veramente la filosofia e la storia delle epoche successive, sino alla nostra, senza conoscere quelle delle epoche precedenti. D’altra parte conoscere la filosofia dell’ellenismo e la storia e la filosofia dell’età tardoantica non sono unicamente funzionali a comprendere la successiva filosofia e storia del medioevo e, quindi, dell’età moderna, né sono unicamente necessarie per concludere il percorso intrapreso sulla filosofia del mondo antico. In effetti molte delle idee, dei concetti, delle rappresentazioni, dei valori e delle credenze del mondo contemporaneo affondano le loro radici proprio in queste due epoche della storia universale. Pensiamo, innanzitutto, alla grandiosa e decisiva ancora oggi idea dell’eguaglianza fra gli uomini, indipendentemente dal genere, dal luogo di nascita, dalla posizione nella gerarchia sociale etc. Per continuare a leggere l’introduzione del corso clicca qui.

Versione cartacea della videolezione

Caratteri generali della Patristica

Per difendersi dalle critiche e garantire l’unità dottrinaria il cristianesimo ha dovuto chiarire i propri presupposti teorici. A tale scopo il cristianesimo si è presentato come il compimento e la verità della filosofia greca. Per fondare filosoficamente il cristianesimo ci si è serviti dei concetti della filosofia greca, in primo luogo dello stoicismo. Tale elaborazione dottrinale del cristianesimo è nota come patristica, ossia come opera dei padri della chiesa. Per i latini la patristica si chiude alla morte di Beda il Venerabile nel 735, mentre per la chiesa greca ortodossa nel 754.

Periodizzazione della patristica

Si suole distinguere tre periodi della patristica: Il primo fino al 200 è rivolto alla difesa della propria interpretazione del cristianesimo contro pagani e gnostici. Il secondo, che va dal 200 al 450 è dedicato alla formulazione dottrinale delle credenze cristiane. Il terzo, dal 450 al 735, è caratterizzato dalla rielaborazione e sistemazione delle dottrine formulate nei periodi precedenti.

1. Apologisti cristiani e gnostici

I padri del I secolo sono autori di lettere che spiegano singoli punti del cristianesimo e regolano questioni di ordine religioso. Solo con i padri del II secolo, gli apologisti, inizia una rielaborazione filosofica del cristianesimo, preso in giro per la sua rozzezza dagli intellettuali pagani.

Giustino e la fondazione della patristica

Il più grande dei padri apologisti, considerato il fondatore della patristica, è Giustino. Dopo aver a lungo studiato la filosofia greca diviene cristiano, presentando il cristianesimo come la vera filosofia. Per Giustino il cristianesimo è il risultato definitivo a cui deve giungere la ragione nella sua ricerca della verità. La ragione, il logos, è il Verbo di dio, del quale partecipa tutto il genere umano. Così anche i grandi uomini razionali, vissuti prima di Cristo, debbono essere considerati anticipatori del cristianesimo, anche se la loro razionalità non era ancora compiuta.

2. Lo gnosticismo

Gnostici sono detti i gruppi di cristiani che davano molta importanza alla conoscenza (in greco gnosìs), come via eminente per la salvezza. Dunque nella loro concezione gli aspetti filosofici tendono a prevalere su quelli religiosi. Gli gnostici riprendono l’impostazione dualistica di Platone e degli stoici, opponendo al principio divino dello spirito, la materia. Nell’uomo i due principi confliggono, l’anima è infatti spirito, è il dio incarnatosi nell’uomo, mentre il corpo è la sua prigione. Per gli gnostici la fede nella rivelazione è una scelta propedeutica alla conoscenza intellettiva, la sola che può elevare l’uomo all’unione salvifica con dio.

3. Tertulliano (circa 155-225): la condanna della filosofia

Al contrario degli apologisti greci, che pongono il cristianesimo quale culmine della filosofica greca, i padri latini tendono a contrapporre la speculazione filosofica alla natura pratica e immediata della fede. Nato a Cartagine, Tertulliano è avvocato a Roma. Si converte al cristianesimo intorno al 195. Al centro della sua apologetica c’è la polemica con la filosofia. Le verità cristiane si fondano sulla tradizione della chiesa, mentre la libera interpretazione filosofica porta all’eresia. 

Paradossalmente anche Tertulliano sarà condannato come eretico. Per Tertulliano cercare (ricercare filosoficamente), dopo che si è giunti alla fede, significa cadere nell’eresia.

4. La patristica del III e IV secolo

Vinta la polemica con i pagani, i padri della chiesa si dedicano a costituire la dottrina cristiana in un organismo unico e coerente, dandogli una base logica. Il cristianesimo viene presentato come l’autentica filosofia che assorbe e porta alla verità il sapere antico, da cui trae gli elementi della sua giustificazione. Fra il 200 e il 450 i fondamenti del cristianesimo ottengono una stabile definizione. Anche perché l’atteso ritorno del Cristo, che la avrebbe dovuta rendere superflua, era stato vanamente atteso.

4.1 Clemente Alessandrino

Nel 180 la scuola catechetica di Alessandria diviene un’accademia, in cui la filosofia greca è utilizzata come base per la fondazione della dottrina cristiana. Flavio Clemente, ateniese, diviene capo della scuola. A suo avviso, in tutti gli uomini è presente una scintilla del Logos divino, che ha fatto raggiungere a ognuno una parte della verità, anche se la verità completa sia ha solo con la rivelazione del Cristo. Clemente è il primo a definire il dio cristiano infinito.

4.2 Origene

Origine è stato autore del primo sistema di filosofia cristiana. Nato a Alessandria nel 185, ne guida la scuola. Deve lasciarla per le persecuzioni di Caracalla e fonda una nuova scuola a Cesarea in Palestina. I suoi moltissimi scritti vanno perduti dopo la condanna di Giustiniano e la scomunica della chiesa.

La fusione fra platonismo e cristianesimo

Secondo Origene i discepoli ci hanno tramandato le dottrine fondamentali del cristianesimo, si tratta ora di dedurre con la scienza da esse le dottrine particolari. Origene interpreta allegoricamente le scritture per eliminare l’antropomorfismo del vecchio testamento e dare una concezione di dio puramente spirituale e trascendente. Dio corrisponde al bene in senso platonico, superiore persino alle idee. Riprendendo il Fedro di Platone, Origine interpreta la creazione del mondo come la caduta delle sostanze intellettuali che precipitano nei corpi, e in essi sono condannate a reincarnarsi sino alla compiuta liberazione mediante un processo di espiazione. Il cristianesimo deve perciò rieducare l’uomo alla vita spirituale. La ragione o logos sosterranno gli uomini lungo la strada che li riporta al mondo intelligibile. Alla fine tutti saranno tornati in dio e dio sarà tutto in tutti.

Per continuare a leggere la versione cartacea della videolezione clicca qui.

25/11/2022 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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