Articoli filtrati per data: Venerdì, 22 Gennaio 2021
La crisi del Pci è dipesa anche da un’inadeguata definizione del concetto di classe. A tal fine è determinante il ruolo dei soggetti nell’attività lavorativa e le modalità del suo svolgimento. Accanto alla classe operaia dell’industria devono essere prese in considerazione oggi molte altre figure alle dipendenze di fatto del capitale per la sua valorizzazione e gli esclusi dal lavoro.
A dominare incontrastato è ancora una volta il trasformismo, al punto che l’attuale classe dirigente di maggioranza e opposizione non appare nemmeno in grado di fare i reali interessi della classe dominante nel suo insieme.
Le vicende del governo si comprendono solo alla luce di un’analisi delle forze sociali in conflitto, data la ristrutturazione del quadro istituzionale che ha escluso i partiti espressione del proletariato. Premier e M5S si candidano a gestire gli interessi delle frazioni borghesi, utilizzando in chiave interclassista lo Stato.
La gravità della crisi acuisce la lotta tra borghesia e proletariato e tra grandi e piccoli capitali, sottomette ancora di più lo Stato al mercato e accentua la trasformazione bonapartista della politica. Per questo serve un programma minimo che unisca gli sfruttati e dia impulso alla costituzione del partito comunista.
La distinzione fra lavoro produttivo e improduttivo è importante per l’individuazione della fonte del plusvalore, ma occorre individuare altri criteri per definire la classe lavoratrice, quale soggetto contrapposto al capitale.
Nella scissione di forma e vita ciascuna forma, che aspira all’incondizionatezza e all’assolutezza, è una delle tante posizioni relative a un aspetto particolare della vita, ma a cui è precluso poterne abbracciare la totalità.
Un interessante dibattito sulla natura della società cinese in cui sono espresse posizioni divergenti.
L’appello di Anpi e altre organizzazioni di massa e formazioni politiche separa indebitamente il tema della democrazia e dell’antifascismo dal contesto sociale manifestandosi come una stampella del governo Conte.
A un realismo ridotto a ingenuo verismo dalla pretesa di un fedele rispecchiamento della realtà, Brecht ha opposto l’imprescindibile esigenza dell’opera a organizzarsi in un cosmo in sé ordinato, a superare la separazione che necessariamente intercorre tra un concetto e il suo oggetto, tra la scienza e il suo linguaggio.
L’inizio del 2021 è ricco di appuntamenti politici di rilievo nei paesi socialisti, con in programma i congressi dei partiti al potere in Corea del Nord, Laos, Vietnam e Cuba.
Proseguiamo con le tradizionali classifiche dell’anno appena trascorso, occupandoci dei film più sopravvalutati e, perciò, maggiormente deludenti. Al solito, cliccando sul link nel titolo si potrà leggere la recensione completa.
Concludiamo la pubblicazione delle videolezioni del corso La distruzione della ragione: per la critica delle ideologie filosofiche moderne e contemporanee conservatrici e reazionarie tenuto dal prof. Renato Caputo per l’Università popolare A. Gramsci.