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Limiti e contraddizioni delle proposte di nazionalizzazioni avanzate dal governo. Ma le leggi vigenti consentono di fare di più e meglio senza neanche incorrere nelle ire di Bruxelles.
Nessun privato sacrificherà il proprio profitto né per la salvaguardia dell'ambiente e della salute, né dell'occupazione. Per farlo è necessario l’intervento dello Stato
La multinazionale approfitta dello spegnimento dell’altoforno 2 ordinato dalla magistratura per cominciare la politica dei tagli
I motivi avanzati per giustificare il recesso appaiono più che pretestuosi e servono a nascondere e giustificare legalmente l’abbandono o il parziale disimpegno, senza pagare pegno.
Sabato, 15 Settembre 2018 20:30

Ripensare l’Ilva

A far discutere sull’accordo Ilva non è la sacrosanta lotta sindacale per il mantenimento dell’occupazione, ma il continuare a dare ad una multinazionale la possibilità di fare profitti a costo di danni ambientali e sanitari. Occorre nazionalizzazione e controllo popolare.
Un matassa di leggi incostituzionali ha distrutto lo statuto dei lavoratori. Aprire una stagione di lotta è l’unica possibile soluzione per fermare questo sfacelo.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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