Ventiseiesima lezione del corso Controstoria del secolo breve (II parte: dal Secondo dopoguerra ai giorni nostri) tenuto, per l’Università popolare Antonio Gramsci, dal prof. Renato Caputo.
Con le riforme costituzionali ed il via libera all’autonomia regionale differenziata il governo cala la maschera. Ne parliamo con Angelo Ruggeri.
La regionalizzazione, oltre ad accentuare le differenze esistenti tra le diverse aree del territorio nazionale, agisce anche come fattore di esasperazione delle divaricazioni sociali e di privatizzazione.
Sabato, 16 Febbraio 2019 14:59

Che cosa ci insegna il Venezuela

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Non solo la storia ci insegna che i processi rivoluzionari sono più utili agli altri popoli, piuttosto che ai paesi che si trovano in essi impegnati in una condizione di isolamento, ma un minimo di buon senso dovrebbe portarci a riflettere in primis sulle nostre gravissime carenze, piuttosto che su quelle decisamente meno significative di chi si trova, proprio perciò, assediato dall’imperialismo transnazionale.
Tatticamente occorre appoggiare i governi progressisti latino-americani, implementando però la strategia di radicalizzare i tentativi di cambiamento intrapresi, come negli anni ’60 fece Cuba.

Un’assemblea lunedì 18 alla Sapienza e una giornata di mobilitazioni internazionale il 23 per far capire quello che sta succedendo e fermare la guerra contro il Venezuela.

Lenin pone l’accento sulla necessità che la nuova classe dirigente, nella fase della transizione al socialismo, contrarsi in ogni modo la tendenza a svolgere tale funzione in modo burocratico.
La MMT mira a rattoppare i fallimenti della produzione capitalistica, non a rimpiazzarla.
Sabato, 16 Febbraio 2019 14:11

I Quaderni del carcere

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Il filo conduttore dei poliedrici scritti del carcere gramsciani è la riflessione autocritica sui motivi del fallimento della Rivoluzione in occidente e le tattiche per rilanciarla nel modo più razionale.
Il racconto e l’analisi di un emigrato italiano in Cile, patria del libero mercato senza freni. Tra disuguaglianza, povertà, disperazione e tanta voglia di uno stato sociale come (fu) quello italiano.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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