un’aquila no

La feccia umana e politica di chi attinge con il populismo ai bassi istinti di odio di un popolo disilluso e abbrutito.


un’aquila no
un’aquila no costui
nel livore morchioso
d’una palude asfittica
diffidente si addentra il mio scrutare
l’espressione è fissa scadente stereotipata insicura
fronte inanimata
a mento alto un sorriso soddisfatto 
a momenti unica eccezione
– ma di che cosa soddisfatto
della morte d’innocenti
colpevoli di inferiorità di razza
prima la razza italiana
noi italiani prima razza? –
emette suoni scanditi fibrosi senza dibattito scuri
slogan funerei sempre gli stessi
per l’Italia un progetto di futuro luttuoso
fondato sull’eliminazione degli altri
anche la morte se necessario 
anche di bambini
Hitler e Stalin l’hanno già fatto
un’aquila no costui che s’illude di poter giostrare
quest’enorme pancia intossicata d’ignoranza
gettandole in pasto un facile nemico
ma che si rivolterà livida contro chi l’ha usata
quando si scoprirà tradita
un’aquila no costui che si fa forte dell’odio
animale di masse d’inetti impauriti che
insoddisfatti dalle proprie scelte scadenti
al richiamo di sirene malvage s’affidano fragili 
gli antichi mostri nella manica del male sempre pronti

(Castelvetro di Modena 2 agosto 2018)

23/07/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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