La mistificazione sulla Cina

I media occidentali tendono a demonizzare chiunque si opponga al dominio Usa sul mondo. La Cina, per ovvi motivi è l’obiettivo principale. Vediamo due esempi a proposito di emergenza climatica e informazione.


La mistificazione sulla Cina

Friends of Socialist China è una piattaforma che ha per scopo dichiarato il sostegno della Repubblica Popolare Cinese e la diffusione della comprensione del socialismo cinese. Una sua collaboratrice, Stefania Fusero, ci ha inviato una sua traduzione di un manifesto apparso in quella piattaforma, e un suo articolo.

La traduzione fornisce informazioni, sottaciute dalla quasi totalità dei media occidentali, sull’impegno da protagonista della Cina nella lotta all’emergenza ambientale e climatica. L’articolo illustra come una notizia falsa, riconosciuta come errata dagli stessi autori, venga ripresa senza nessuna verifica dalla “informazione” mainstream.

Pubblichiamo volentieri i due pezzi per un triplice motivo: perché forniscono notizie difficilmente reperibili altrove; perché dimostrano la sudditanza dei media embedded nel demonizzare senza scrupoli il nemico cinese nel contesto di una nuova guerra, per ora, fredda; perché possono aprire un dibattito sul ruolo della Repubblica Popolare Cinese nel nuovo quadro geostrategico mondiale.

Infatti il tintinnio di sciabole, anche nucleari, che si agitano attorno ai confini di Russia e Cina, nel disperato tentativo Usa di mantenere un impossibile predominio planetario, devono preoccupare ogni persona amante della pace e indurre a rimettere in piedi un nuovo movimento contro la guerra.

 

La Cina leader nella lotta contro l’emergenza climatica

di Friends of Socialist China

Con l’avvicinarsi di Cop26, media e politici occidentali stanno cercando di scaricare la responsabilità del futuro del pianeta sulla Cina, in quanto maggior produttore mondiale (in termini assoluti) di gas serra.

La narrazione presentata è distorta e ipocrita e omette alcuni fatti importanti:

- Le emissioni pro capite della Cina sono meno della metà di quelle degli Usa e i suoi consumi energetici domestici un ottavo di quelli negli Usa.

- La Cina è leader nelle energie rinnovabili, con una capacità complessiva maggiore di Usa, Ue e Gran Bretagna messi insieme.

- L’obiettivo della Cina di raggiungere il picco di emissioni entro il 2030 e l’impatto zero entro il 2060 rappresenta il cammino più breve dal picco di emissioni all’impatto zero della storia.

- La Cina sta concentrando gli sforzi per ridurre la dipendenza dal carbone. Il carbone rappresenta attualmente il 56% del mix energetico cinese, ben al di sotto del 74% del 2005.

- La copertura forestale della Cina è salita dal 12% dei primi anni Ottanta al 23% di oggi. Ha istituito 230.000 km quadrati di parchi nazionali.

- La Cina è leader mondiale nel settore di auto, treni e autobus elettrici – circa il 99% dei 400.000 autobus elettrici del mondo si trova in Cina.

In breve, la Cina sta facendo notevoli progressi per quanto riguarda il cambiamento climatico. Torniamo a concentrarci sui paesi sviluppati – che sono responsabili della maggior parte dei gas a effetto serra atmosferici cumulati – perché assumano un ruolo guida e forniscano sostegno al resto del mondo.

(Traduzione dall’inglese di Stefania Fusero)

 

Arruolato anche il film Dune nella guerra di propaganda contro la Cina 

 

di Stefania Fusero

Parte essenziale della guerra ibrida lanciata contro la Cina da Usa & friends è la propaganda, per cui si sono stanziate grosse cifre nel budget federale.

Il campo di battaglia della guerra di propaganda, di cui non siamo spesso consapevoli, sono le nostre menti e i nostri cuori. Un piccolo studio di caso, volutamente al di fuori dei temi centrali utilizzati nella propaganda anticinese, può aiutare a comprenderne i meccanismi.

Ottobre 2021: Winston Sterzel & Matthew Tye, due popolari youtubers violentemente anticinesi, denunciano che nei poster cinesi del nuovo film Dune non compare l’immagine dell’attrice di colore Sharon Duncan-Brewster, a differenza dei poster utilizzati in Occidente. Motivo? Il pubblico cinese avrebbe un odio così viscerale nei confronti delle persone di colore che l’immagine potrebbe pregiudicare l’affluenza del pubblico nelle sale.

Una brevissima ricerca su Baidu, il corrispettivo cinese di Google, rivela che in realtà varie immagini del poster di Dune sono disponibili in Cina, con e senza Duncan-Brewster, e che il poster incriminato in realtà non è cinese ma uno dei tanti rilasciati dalla casa cinematografica stessa. Il video viene presto contestato da molti.

Il giorno dopo l’uscita del video anti-cinese, China Africa Project, che si autodefinisce un canale multimedia di ricerca sui rapporti fra Cina e Africa, riporta l’accusa di Sterzel e Tye in un tweet che viene immediatamente ritwittato più volte. Dopo uno scambio di messaggi col popolare vlogger canadese Daniel Dumbrill, il canale riconosce l’errore ma non cancella il tweet. Persino Sterzel e Tye, intanto, sono costretti ad ammettere di “essere arrivati a conclusioni affrettate”

Nonostante l’infondatezza della prima accusa sia ormai provata, i giornali britannici Times e Daily Mail la riprendono dopo alcuni giorni. 

Non sono un caso isolato: altri siti riprendono il tweet ormai cancellato di China Africa Project, da comunità di appassionati di giochi elettronici a siti istituzionali quali Cair (Comitato sulle Relazioni Americane-Islamiche). 

Ricapitoliamo: l’informazione iniziale (completamente falsa) partita da un canale anticinese YouTube molto seguito, viene ripresa senza alcuna verifica (che sarebbe stata facile oltre che doverosa) da un canale occidentale “di ricerca” sui rapporti fra Cina e Africa, quindi da due quotidiani britannici, uno dei quali, il Times, viene di solito definito “autorevole” e l’altro è un tabloid molto letto. Svariati siti l’hanno poi ripresa senza curarsi delle ritrattazioni degli autori. 

Conseguenza: il messaggio che la Cina è un paese razzista che non tollera i neri è arrivato alle menti e ai cuori di molti – un altro piccolo tassello nella costruzione del nemico. Per la macchina della propaganda occidentale questo è particolarmente importante perché la presenza cinese in Africa nuoce agli interessi degli Usa e dei suoi alleati.

Lasciamo al giudizio di chi legge valutare se il pessimo lavoro condotto dagli organismi di ricerca e dagli operatori dell’informazione coinvolti in questa operazione dipenda da disonestà intellettuale e/o da pressapochismo e pigrizia.

Il fatto innegabile è che i nostri media ormai funzionano come un circolo vizioso in cui notizie false vengono riprese e ripetute fino ad acquistare l’apparenza di verità. Facciamo attenzione: anche noi rischiamo di farne parte quando distrattamente condividiamo tweet o messaggi senza controllarne la fondatezza.

La denigrazione e la disumanizzazione dell’avversario serve a prepararci alla prossima guerra; vi ricordate le lacrime di Nayirah mentre raccontava dei neonati strappati dalle incubatrici e lasciati morire dai soldati di Saddam Hussein? Quella menzogna fu fondamentale nella legittimazione della Prima guerra del Golfo.

12/11/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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