Per il rilancio della Sardegna è importante battere la destra

Il 25 febbraio si vota per eleggere il Presidente della Sardegna e il consiglio regionale. Non è usuale la candidatura del presidente dell’associazione Honebu di archeologia, ma contro la destra si è reso necessario. Pierluigi Montalbano è candidato con la lista “Progetto Sardegna” nella coalizione per Renato Soru.


Per il rilancio della Sardegna è importante battere la destra

Le opinioni espresse dall'autore impegnano solo il medesimo e non rispecchiano quelle del collettivo "La Città Futura" riteniamo però in questo caso di pubblicarle, nella sezione dibattito,  proprio per stimolare le riflessioni a sinistra su questo tema. 

 

Renato Soru Presidente della Regione Sardegna? Decideranno gli elettori che conoscono bene la sua storia politica, comprese le sue scelte da ex presidente della regione. Il suo programma, “Una Rivoluzione Gentile”, non è in rottura radicale con i modelli di gestione liberista che abbiamo avuto in Italia, però rilancia un’alternativa possibile contro la destra “basata sulla transizione verde e digitale da un lato e sull’inclusione sociale dall’altro, mettendo al centro l’istruzione”. 

Al di là delle opinioni, sia chiaro, in Italia siamo con un governo di destra autoritaria che sta cambiando la Costituzione, non solo con la legge dell’Autonomia differenziata già approvata al Senato, ma con l’annunciato Premierato. Se tale modifica costituzionale dovesse essere approvata il parlamento diventerà leggero a livello istituzionale e, sopratutto, peserà come un macigno sui servizi sociali, come la sanità e l’istruzione, e sull’economia pubblica in generale, per le quali il parlamento stesso ratificherà soltanto le scelte delle multinazionali e delle finanziarie internazionali. Il liberismo diventerà costituzionale. 

Battere le destra in Italia è quindi prioritario. Le elezioni del parlamento europeo di giugno, proprio perché saranno con il sistema elettorale proporzionale, rappresenteranno un test importante non solo per l’Italia ma, complessivamente, per l’Europa, che si sta orientando, almeno in vari paesi, ormai a destra; tuttavia c’è rispetto a questa onda, che ha evidenti componenti che si richiamano al nazifascismo, un contrasto di varie forze che non vogliono un ritorno all’indietro della storia. 

Il 25 febbraio si vota per le regionali in Sardegna, un giorno solo e senza ballottaggio.   Le modalità di voto danno un’ansia di criticità in quanto potrebbero agevolare la seconda vittoria della destra in Sardegna, anche se, com’è noto, con polemiche di fuoco la destra ha cambiato candidato alla presidenza della regione. È un test importante poiché queste elezioni in Sardegna sono le prime di rilievo, dopo le elezioni politiche del 25 settembre del 2022. Il voto disgiunto potrebbe mandare la destra all’opposizione in Sardegna, in quanto nella regione è legge. È un sistema elettorale che prevede la possibilità di esprimere due voti, uno per la scelta del partito, l'altro per la scelta del candidato. L'elettore può esprimere la preferenza anche per un candidato di un partito diverso da quello scelto. La divisione dei seggi avviene in base ai voti ottenuti dal partito e all'interno della lista prevalgono i candidati che ottengono più voti di preferenza. Insomma, poco non è. Questo sistema elettorale, calato sulla realtà dei territori della Sardegna,  rappresenta una leva politica di rilievo. Il voto disgiunto potrebbe rivelarsi uno stop al governo regionale della destra nell’isola. 

Purtroppo, siamo abituati, all’ombra dei media nazionali, a non considerare il tema dell’inclusione sociale che è molto sentito. La Sardegna non è soltanto l’isola felice delle vacanze dei vip e della borghesia, ma presenta aree sociali nelle quali si fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Renato Soru lo sa bene, e nel suo programma si legge che:

 Le politiche attive devono essere costruite in stretta relazione con quelle attinenti all’istruzione e la formazione e con quelle di welfare, con particolare attenzione al rafforzamento della prossimità e alla capillarità e personalizzazione dei servizi”.

Teoria? Si, ma c’è anche la pratica. Uno degli attivisti è Pierluigi Montalbano, direttore dell’Associazione di archeologia Honebu, che si candida con Soru. Ecco il suo progetto per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale:

“Nel mondo moderno, connesso, automatizzato e frenetico, per stare al passo con i tempi si deve puntare sulla creatività, sulla digitalizzazione e sull’innovazione.

Per essere competitivi e distinguersi nel mercato globale, uno dei canali privilegiati è l’identità, una virtù che deriva dalla tradizione.

Il patrimonio dei beni culturali sardi è il fil rouge che unisce tre parametri fondamentali per una buona economia: la buona salute, il lavoro e la sostenibilità ambientale.

Ogni scelta politica dovrebbe passare attraverso questi tre filtri perché l’inquinamento, la disoccupazione e l’impatto sull’ambiente minano ogni possibilità di progresso.
Con oltre ventimila siti archeologici, la Sardegna è un museo a cielo aperto, costituito da monumenti straordinari come le 3600 domus de janas, i 10 mila nuraghi, le oltre mille tombe di giganti, i duecento pozzi sacri, i templi a megaron, i villaggi nuragici e le centinaia di straordinarie chiese romaniche. Di questi siti, circa tremila sono fruibili e distribuiti capillarmente nel territorio, dalle coste fino all’interno più profondo, dalle zone pianeggianti fino alle più alte vette montane.
Questo patrimonio culturale è una miniera identitaria potenzialmente redditizia, non copiabile, non delocalizzabile, non inquinante.
Per creare ricchezza da questo comparto si deve creare una cabina di regia che, oltre a mantenerne la memoria storica, attui un lavoro certosino di censimento, pulizia, tutela e valorizzazione in chiave turistica.

1) Censimento con foto aeree e terrestri, e inserimento con digitalizzazione in un data base di facile consultazione.

2) Scelta dei siti visitabili e organicamente collegabili con itinerari stradali, ferroviari e ciclopedonali.

3) Formazione delle figure professionali da inserire nei territori dei 377 comuni.

4) Allestimento dei siti con book shop, audioguide multilingue, visite virtuali in 3D, gadget.

5) Laboratori di archeologia sperimentale fruibili durante la visita dei siti.

6) Organizzazione di servizi lungo gli itinerari per moltiplicare il reddito diffuso: strade del vino e del grano, case cantoniere, trenino verde, strutture ricettive con prodotti a km zero.

7) Attuazione di operazioni di marketing e divulgazione nazionali e internazionali (scuole, crociere, documentari, film, spettacoli, parchi tematici)”.

Pierluigi Montalbano è uno studioso della storia e dell’archeologia sarda e il suo progetto è mirato a rilanciare i beni culturali della Sardegna. Montalbano si rivolge ai giovani ed è importante che si sia candidato nella circoscrizione di Cagliari, in quanto in Italia il mondo degli intellettuali è distante dai disoccupati e da quei cittadini che hanno problemi per condurre una vita dignitosa. Sono due mondi che non s’incontrano mai: vivere non è sopravvivere. Montalbano ha compreso bene che i giovani sono il nostro futuro e sa bene che i beni culturali della Sardegna sono una risorsa che va tutelata e arricchita con studi e con ricerche continue. Altrimenti questi beni culturali si perdono e diventano non fruibili dal grande pubblico, mentre sono fruibili solo a livello di élite. Così i beni culturali restano confinati nella storia in modo passivo e succede che se ne perde anche la memoria a livello corrente. 

Come comunista, seguendo Marx, so bene che teoria e pratica rivoluzionaria non sono processi separabili, ma so anche che ad una destra arrogante, che vuole spostare le lancette della storia all’indietro,nonché litigiosa al suo interno, come abbiamo assistito per la presentazione del candidato alla presidenza della regione, è sempre preferibile una borghesia dialettica che offra spazi di partecipazione e democrazia vera e che attivi processi d’inclusione riconoscendo per tutti il diritto alla vita.

16/02/2024 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Felice di Maro

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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