Rispondere all’urgenza di un rinnovamento politico rivoluzionario

Ci troviamo in una fase di grave difficoltà dell’imperialismo atlantico, in cui la crisi economica strutturale al sistema capitalista ci fornisce le condizioni per un’azione rivoluzionaria che porti l’umanità verso un nuovo modello sociale e di sviluppo.


Rispondere all’urgenza di un rinnovamento politico rivoluzionario

All’indomani della Seconda guerra mondiale, la classe capitalista dominante all’interno dei principali paesi capitalisti ha risposto all’aspirazione universale del popolo per un mondo senza guerra lanciando la Guerra Fredda. Ha anche preso atto degli obiettivi economici delle organizzazioni operaie all’interno dei principali paesi capitalisti concedendo ai lavoratori un diritto limitato all’organizzazione sindacale e alla contrattazione collettiva, ma a condizione che l’azione sindacale si limitasse ai salari e alle condizioni di lavoro. Nel caso del Canada e degli Stati Uniti la limitazione all’azione politica includeva anche la rimozione dei comunisti dalla leadership sindacale.

Tuttavia, né l’avvio della Guerra Fredda né le concessioni fatte dalle organizzazioni operaie nei principali paesi capitalisti hanno risolto le contraddizioni intrinseche all’interno del capitalismo. Ancora una volta, di fronte a un calo dei tassi di profitto alla fine degli anni Sessanta, la classe capitalista dei principali paesi capitalisti ha approfittato dell’indebolimento della posizione delle organizzazioni operaie per ovviare alla crisi del profitto tramite la globalizzazione, caratterizzata da una maggiore libertà di movimento del capitale oltre i confini nazionali e politiche di austerità neoliberiste per le classi operaie nazionali.

Di conseguenza, il periodo dagli anni Settanta ad oggi ha visto il distruttivo trasferimento di ingenti materie e risorse finanziarie dal cosiddetto mondo in via di sviluppo ai paesi capitalisti già più ricchi. Questo processo è stato facilitato da una vasta rete globale di basi militari statunitensi, interventi militari contro paesi recalcitranti e la creazione di agenzie finanziarie internazionali, come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, e organizzazioni commerciali, come l’Organizzazione Mondiale del Commercio, e vari trattati internazionali di “libero scambio”.

La principale minaccia per le ambizioni imperiali degli Stati Uniti proveniva dall’Unione Sovietica e dalla sua alleanza con quei paesi in cui si erano formati governi comunisti all’indomani della Seconda guerra mondiale, che abbracciavano un terzo della popolazione mondiale, tra cui Europa orientale, Cina e Cuba, ed altri. Questa circostanza è stata descritta nei principali paesi capitalisti come un equo equilibrio di forze fra il bene (gli Stati Uniti e i suoi alleati) e il male (l’Unione Sovietica e i suoi alleati) al fine di ottenere il sostegno pubblico ad una serie di avventure militari anticomuniste e alla continua espansione della corsa agli armamenti.

La caduta dell’Unione Sovietica e della maggior parte dei governi comunisti alleati alla fine degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta ha aperto la porta a un’egemonia globale relativamente incontrastata da parte dell’imperialismo statunitense, che ha successivamente concluso accordi economici con la Cina e alcuni degli altri paesi rimasti a guida comunista o ex comunisti. Ma nessuno di questi successi dell’imperialismo statunitense e dei suoi alleati ha portato a un ordine mondiale capitalista economicamente ed ecologicamente stabile. Al contrario, l’umanità ora affronta una crisi esistenziale su due fronti: vale a dire l’attuale minaccia dell’uso di armi di distruzione di massa e una crescente crisi ecologica, ciascuna causata dalle esigenze di un sistema sociale, il capitalismo, motivato da una mera frenesia di profitto su un pianeta con risorse naturali e umane limitate.

Il multipolarismo – l’uguale diritto di ogni nazione, e di ogni persona all’interno di ogni nazione, di condividere i benefici della produttività umana e la capacità della biosfera di sostenere la vita umana – è una prospettiva tattica essenziale, che mina le ambizioni egemoniche. Ma questo obiettivo, di per sé, non è sufficiente. Il multipolarismo tra paesi capitalisti non è una soluzione alle crisi create dalla natura stessa del capitalismo.

Il capitalismo non ha soltanto creato le crisi esistenziali che l’umanità si trova ora davanti. Il capitalismo ha anche creato le condizioni per la loro soluzione:

  • Solidarietà globale – La resistenza alle crisi esistenziali che l’umanità si trova ora ad affrontare proviene dalla solidarietà globale riemergente dei movimenti sociali e politici dei popoli, con l’utilizzo di tecnologie digitali avanzate e in continuo miglioramento per comunicare, coordinarsi e collaborare.
  • Teoria rivoluzionaria – Il livello di istruzione e conoscenza condivise necessarie per creare un’alternativa al capitalismo continuano a svilupparsi.
  • Rinnovamento rivoluzionario – Alla sempre più evidente incapacità della classe capitalista e dei suoi rappresentanti di soddisfare i bisogni e le richieste del popolo corrisponde un rinnovamento dei movimenti rivoluzionari popolari.

Tra gli ulteriori progressi concepibilmente necessari per un rinnovamento dei movimenti rivoluzionari popolari vi sono la comprensione e l’azione basate su quanto segue:

1. La consapevolezza che il capitalismo è caratterizzato dalle seguenti leggi fondamentali di comportamento, studiate per la prima volta in modo completo da Karl Marx.

  • La fonte del profitto della produzione capitalistica è lo sfruttamento del lavoro produttivo.
  • Un risultato della produzione capitalista è l’accumulazione privata di capitale (ricchezza disponibile per investimenti privati o l’utilizzo in ulteriore produzione per profitto privato).
  • La tendenza storica del capitalismo è verso una caduta del saggio di profitto, come conseguenza del crescente impiego di macchinari in sostituzione della forza lavoro nella produzione di beni e servizi.

2. Il capitalismo è un sistema dinamico.

Definito dallo sfruttamento del salario produttivo e del lavoro salariato, il capitalismo come sistema sociale dominante conserva come sottosistemi subordinati tutte le forme di relazione sociale note alla storia umana, comprese le relazioni comunitarie, di schiavitù e feudali. Man mano che le classi proprietarie sperimentano un declino delle opportunità di profitto privato dagli investimenti nella produzione industriale e agricola, sempre di più esse si affidano a forme feudali di relazioni sociali di sfruttamento, comprese le relazioni proprietario-affittuario e creditore-debitore.

La classe capitalista dominante si sforza di privatizzare ciò che resta dei beni comuni, minacciando nel contempo le fonti stesse dell’esistenza umana, vale a dire un ambiente naturale sostenibile e la capacità umana di lavoro creativo e produttivo. Sempre più evidente è l’appropriazione privata della conoscenza prodotta socialmente, ottenuta attraverso brevetti e diritti d’autore, che divide chi “possiede” questa conoscenza e chi ne ha bisogno.

Lo scopo della lotta rivoluzionaria deve quindi essere quello di difendere ed espandere le relazioni comunitarie tra persone e le relazioni commensali con il resto della natura, per arrivare in ultima analisi alla fine della proprietà privata di qualsiasi parte della natura, compresa la forza lavoro umana.

3. La classe capitalista pratica una strategia del divide et impera sia a livello nazionale sia tra paesi diversi.

Questa strategia del divide et impera è una fonte di superprofitti per la classe capitalista, nonché un mezzo per minare la solidarietà necessaria per lottare in modo efficace per i diritti del lavoro e nazionali del popolo. La solidarietà della classe operaia sia a livello nazionale sia tra paesi diversi e con le lotte di tutti gli oppressi è quindi essenziale per la vittoria del popolo sull’oligarchia capitalista e per un futuro più giusto, democratico, pacifico e sostenibile per l’umanità.

4. Il funzionamento democratico delle organizzazioni popolari è un mezzo essenziale per preparare un mondo oltre il capitalismo.

Chi partecipa ai processi decisionali ha maggiori probabilità di tradurre le decisioni in pratica. Dato che la conoscenza è una costruzione sociale, attingere alla conoscenza collettiva dei partecipanti rafforza le prospettive di successo delle iniziative rivoluzionarie. La pratica del processo decisionale democratico in condizioni di dominio capitalista prepara anche ad affrontare con successo i problemi ecologici e sociali una volta rimossa la barriera del capitalismo.

I problemi sociali ed ecologici variano in base alla posizione geografica e al tempo e possono essere affrontati solo ai più alti livelli di deliberazione e impegno collettivo. Un futuro per l’umanità richiede la liberazione di tutti i talenti e le capacità latenti che essa possiede al fine di sconfiggere il dominio di classe capitalista e per raggiungere un rapporto più sano tra l’attività produttiva umana e il bisogno umano di un ambiente naturale sano e sostenibile.

5. Il potere politico ed economico effettivo deve essere detenuto a livello di base.

Questa è la differenza principale tra una società umana più giusta, ecologicamente sostenibile, e le relazioni gerarchiche che hanno caratterizzato tutte le società umana divise in classi ed ecologicamente distruttive. L’emergere all’interno delle società umane di eccedenze al di là dei bisogni immediati dei suoi membri ha portato storicamente alla formazione di relazioni gerarchiche, compreso il controllo sui prodotti del lavoro dell’intera comunità e la disuguaglianza. L’azione rivoluzionaria va in direzione opposta, verso il ripristino dell’eredità democratica rosso-verde dell’umanità, dove il rosso rappresenta le relazioni comunitarie tra le persone e il verde sta per le relazioni commensali delle persone con il resto della natura.

6. Una trasformazione rivoluzionaria delle relazioni sociali tra le persone per farsi strada attraverso la natura non è un evento, bensì necessariamente un cambiamento sistemico realizzato attraverso il tempo e la posizione geografica.

Il cambiamento storico ora necessario, se deve esserci un futuro per l’umanità, non ha precedenti. Dovremo passare dall’ultimo – in un periodo storico relativamente breve di sistemi sociali divisi in classi per lo sfruttamento della natura – a un diverso sistema di relazioni interpersonali senza classi e di relazioni commensali tra le persone e la biosfera terrestre. Il nostro punto di partenza è un sistema capitalista globale in cui ogni stato-nazione e la sua popolazione dipendono dalla partecipazione a un’economia di mercato capitalista globale. Se vogliamo porre fine alla causa delle attuali crisi esistenziali cui dobbiamo far fronte, il nostro obiettivo finale è la sostituzione del sistema attuale con una forma globale tecnologicamente avanzata di quelle società comunitarie un tempo più piccole e geograficamente isolate che caratterizzavano tutta l’umanità.

7. È improbabile che istituzioni di governo create dalle classi proprietarie possano servire, neppure parzialmente, come mezzo per trasformare i rapporti di classe in rapporti senza classi.

Queste istituzioni servono principalmente alla riproduzione del sistema capitalista, comprese le opportunità di impiego remunerato per coloro che desiderano e sono ancora in grado di difendere quel sistema. Rifiutando la politica elettorale come obiettivo principale per un partito politico rivoluzionario, i rivoluzionari si trovano ad affrontare compiti correlati, vale a dire facilitare l’istruzione, la mobilitazione e l’organizzazione indipendenti di chi è sfruttato ed oppresso dal capitalismo. I limiti della lotta elettorale capitalista vengono appresi dalla maggior parte delle persone partecipandovi. Allo stesso tempo, i rivoluzionari devono dare priorità all’organizzazione del popolo. Parte di quel lavoro organizzativo deve includere la creazione di istituzioni di governo alternative a quelle create dalla classe capitalista. Gli esempi includono partiti politici rivoluzionari, organizzazioni educative e culturali, assemblee popolari e cittadine.

Per concludere, il rinnovamento politico rivoluzionario significa un aggiornamento continuo della conoscenza delle forze di classe nelle comunità e dei paesi in cui viviamo, e delle sfide che ciascuna di queste forze deve affrontare. Impegnarsi nel rinnovamento rivoluzionario costituisce l’antidoto alla disperazione generata da un ordine capitalista morente. Tale impegno ha il potenziale per liberare il talento latente di una classe operaia globale in possesso di un livello di conoscenza storicamente senza precedenti che può essere meglio utilizzata in quel futuro più giusto, democratico, pacifico ed ecologicamente sostenibile di cui l’umanità ha urgente bisogno.

 

Traduzione dall’inglese di Stefania Fusero

17/03/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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