Omicidi neri

Cresce il numero dei morti sul lavoro grazie al Pacchetto Treu, alla Legge Biagi e al Jobs Act.


Omicidi neri

Gli "omicidi bianchi" avvengono con precisione cronometrica. Purtroppo dobbiamo ancora parlare e scrivere degli ultimi episodi: a Carrara è morto Luca Savio, assunto in una segheria con un contratto a tempo (brevissimo) determinato; a Padova, nello stesso giorno, morto un lavoratore di una ditta in appalto, caduto da un'impalcatura, probabilmente a causa della mancanza di imbracatura adeguata.

Dal Pacchetto Treu, alla Legge Biagi e al Jobs Act si è intensificata la precarietà, concedendo la possibilità alle aziende di assumere a chiamata anche per una sola settimana di lavoro. I subappalti dei pezzi più a rischio della produzione stanno poi diventando la regola.

Il Testo Unico Sulla Sicurezza prevede che il lavoratore debba essere addestrato, informato e di continuo formato sui rischi esistenti al fine di prevenire ogni forma di incidente: ma quale formazione può avere ricevuto un lavoratore assunto per una settimana? Nessuna!! Inoltre, il lavoratore che vuole sperare in un rinnovo del contratto deve accettare lavori a rischio.

L’Inail ha ripetutamente messo in rilievo la drammaticità della mancata prevenzione e formazione, e la correlazione fra infortuni e precarietà del rapporto di lavoro. Risultato: 1.000 morti l'anno e un milione di infortuni gravi cui aggiungere le morti per l'esposizione alle sostanze tossiche presenti nei luoghi di lavoro e le mancate denunce degli infortuni e delle malattie per non rischiare il licenziamento, reso sempre più facile, o il mancato rinnovo del contratto.

Non si tratta di incidenti: sono omicidi. Le responsabilità dirette sono delle imprese che assumono con queste modalità, non garantendo il rispetto delle norme. Quelle indirette sono delle imprese che subappaltano pezzi di produzione per eludere ogni responsabilità e delle istituzioni che agevolano tutto questo, rendendo il lavoro sempre più precario e insicuro.

Non è la fine del lavoro: è la fine del lavoro sicuro

14/07/2018 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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