20 settembre 1977: il Vietnam viene ammesso alle Nazioni Unite

Lo scorso 20 settembre, il Vietnam ha celebrato i 45 anni dall’ingresso del Paese riunificato nelle Nazioni Unite. Un’occasione per ribadire l’impegno della Repubblica Socialista verso il multilateralismo ed il rispetto del diritto internazionale.


20 settembre 1977: il Vietnam viene ammesso alle Nazioni Unite

Subito dopo aver ottenuto l’indipendenza nazionale, il 2 settembre 1945, il presidente Hồ Chí Minh inviò una lettera per chiedere alle Nazioni Unite di ammettere il Vietnam come uno dei suoi membri. In una lettera dell’ottobre al presidente statunitense Harry Truman, il leader vietnamita affermava il desiderio del Vietnam di cooperare con le democrazie del mondo e di entrare a far parte della neonata Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Asia e l’Estremo Oriente [1].

Il presidente Hồ Chí Minh si rese presto conto dell’importanza di entrare a far parte di organizzazioni e movimenti internazionali, aderendo ai loro principi e scopi, e applicandone le regole per sostenere la rivoluzione vietnamita. Il leader vietnamita chiese anche l’intervento dell’Onu per risolvere prima la questione coloniale e poi quella della riunificazione del Paese, ma, a causa dell’opposizione del blocco occidentale, i suoi appelli rimasero inascoltati.

Dopo la riunificazione del Paese nel 1975, il governo della Repubblica Socialista del Vietnam e il Partito Comnunista del Vietnam hanno continuato a sostenere l’ingresso del Paese nelle Nazioni Unite. Il 20 settembre del 1977, oltre due anni dopo la riunificazione nazionale e più di 32 anni dopo la dichiarazione d’indipendenza, il Vietnam è finalmente stato ammesso come membro dell’Assemblea generale dell’ONU. Tuttavia, già prima dell’ingresso ufficiale nelle Nazioni Unite, il Vietnam aveva dimostrato il proprio impegno in ambito internazionale, venendo ammesso in altre istituzioni: il 15 settembre 1976, al Fondo Monetario Internazionale (Fmi); il 21 settembre 1976, alla Banca Mondiale (Wb); il 23 settembre 1976, alla Banca asiatica di sviluppo (Adb).

Dopo essere divenuta il membro numero 149 dell’Onu, la delegazione vietnamita guidata dal vice premier Nguyễn Duy Trinh ha affermato la propria intenzione di “unirsi alle Nazioni Unite e utilizzare le Nazioni Unite come forum per raccogliere più consensi per la lotta comune dei popoli in tutto il mondo, e allo stesso tempo sostenere la causa della costruzione del socialismo nel nostro Paese” [2]. Partecipando alle attività delle Nazioni Unite, il Vietnam ha mantenuto la linea guida di politica estera del Partito, ha innalzato le due bandiere dell’indipendenza nazionale e del socialismo, unito le forze socialiste ai fini dell’indipendenza nazionale, della democrazia e del progresso sociale, dell’antimperialismo, della lotta al colonialismo, al razzismo, ai regimi fascisti, e nel contempo si è avvalso di eventi internazionali favorevoli per la protezione e la costruzione del socialismo in patria.

A partire da questo momento, il Vietnam ha partecipato ad attività diplomatiche principalmente presso le Nazioni Unite, le agenzie specializzate delle Nazioni Unite e il Movimento dei Paesi Non Allineati per migliorare gradualmente le sue relazioni internazionali. Il VI Congresso del Pcv (1986) ed il VII Congresso del Pcv (1991) hanno fornito ulteriori spinte in questo senso. Il documento finale del VII Congresso, in particolare, affermava che la missione del Vietnam negli affari esteri era di "contribuire ad aiutare le Nazioni Unite a servire in modo più efficace gli obiettivi di pace, amicizia, cooperazione e sviluppo dell’umanità”. Inoltre, incoraggiava la “cooperazione con istituzioni monetarie e finanziarie internazionali, organizzazioni specializzate delle Nazioni Unite e organizzazioni non governative” [3].

La cooperazione con le Nazioni Unite ha creato condizioni favorevoli per migliorare il livello tecnologico e promosso il progresso scientifico e tecnico in Vietnam, restaurato e costruito nuovi impianti di produzione, aumentato lo sviluppo delle capacità. Allo stesso tempo, mentre era sotto embargo, la cooperazione con le Nazioni Unite ha creato le condizioni affinché il Vietnam potesse accedere agli aiuti finanziari

Più di recente, l’XI Congresso del Pcv, tenutosi nel 2011, ha riaffermato i principali obiettivi della politica estera vietnamita: "Attuare coerentemente la politica estera di indipendenza, sovranità, diversificazione e multilateralizzazione delle relazioni estere, integrazione internazionale attiva, nonché essere un amico e partner fidato e un membro responsabile della comunità internazionale. [...] Partecipare a meccanismi di cooperazione politica e di sicurezza bilaterale e multilaterale per gli interessi nazionali nel rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite” [4].

Proprio nel nuovo secolo, il Vietnam ha affermato sempre più il proprio ruolo di Paese protagonista delle relazioni internazionali e del multilateralismo. Dal 2006, il Vietnam ha ricoperto con successo le seguenti posizioni: membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (2008-2009), presidente della Conferenza mondiale sul disarmo (2009), presidente del consiglio dei governatori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (2013-2014), membro del Consiglio per i diritti umani (2014-2016), e inoltre ha organizzato con successo la 132ma Assemblea dell’Unione Interparlamentare (2015). Infine, il 2 gennaio 2020, il Vietnam ha ottenuto la presidenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite come membro non permanente eletto per il biennio 2020-2021.

Oggi, il Vietnam partecipa come uno dei Paesi più attivi nel mantenimento di un ambiente internazionale pacifico favorevole allo sviluppo sostenibile, risolvendo le sfide alla pace e alla sicurezza internazionali in primo luogo mediante misure di pace ai sensi della Carta delle Nazioni Unite, e si prepara in modo proattivo a utilizzare i meccanismi e i forum delle Nazioni Unite in caso di necessità per proteggere gli interessi della sovranità territoriale del Vietnam.

Infine, il Vietnam si è unito a un gruppo di Paesi leader nella promozione dell’attuazione di accordi internazionali in risposta ai cambiamenti climatici, come l’Accordo di Parigi del 2015. Ai forum delle Nazioni Unite, il Vietnam lavora con altri Paesi verso l’obiettivo comune di promuovere le attività delle Nazioni Unite nella direzione di un approccio globale per i diritti economici, sociali, culturali, civili e politici, coniugando armoniosamente i principi del diritto internazionale con le specifiche condizioni storiche, politiche, economiche, sociali, culturali, religiose e nazionali. 

 

Note:

[1] President Ho Chi Minh: Complete works, vol.4, National Political Publishing House, Hanoi, 2011, pp. 60-61, 80, 82-83.

[2] Archivi del Ministero degli Esteri.

[3] CPV: Complete set of documents of the Party, vol.51, National Political Publishing House, Hanoi, 2007, p. 48.

[4] CPV: Documents of the 11th National Congress, National Political Publishing House, Hanoi, 2011, pp. 138, 236.

 

23/09/2022 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Giulio Chinappi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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