26 Giugno: la Spagna decide

L'alleanza di sinistra Unidos Podemos punta alla vittoria.


26 Giugno: la Spagna decide

Domenica 26 Giugno finisce lo stallo politico spagnolo: o governo di sinistra o Grande Coalizione. L'alleanza di sinistra Unidos Podemos punta verso l'alto.

di Paolo Rizzi

Il sito Electograph fornisce una media ponderata dei sondaggi. Il Partito Popolare (PP, centrodestra) sarebbe ancora ancora primo partito col 29,4% dei voti, seguito dall'alleanza delle sinistre Unidos Podemos al 24,9%. Finirebbero terzi i socialdemocratici del PSOE col 21% e quarti i Ciudadanos (formazione nata come “civica” ormai chiaramente schierata a destra) con il 14,5%. Il restante 10% verrebbe distribuito tra le liste catalane (socialdemocratici e centrodestra), le sinistre basche e altre liste minori.

Rispetto alle elezioni di dicembre il PP, Unidos Podemos e Ciudadanos guadagnerebbero circa mezzo punto percentuale a testa, mentre il PSOE ne perderebbe uno.

Rispetto a questi dati che, ricordiamo, sono medie di sondaggi, i voti potrebbero variare con gli elettori che scelgono il voto solo negli ultimi giorni. È a questi elettori che sta facendo la corte soprattutto Unidos Podemos, che potrebbe avvicinarsi ancora di più al primo posto.

Cos'è Unidos Podemos?

Unidos Podemos è una coalizione elettorale, ne fanno parte a livello nazionale tre forze: Podemos, gli ecologisti di Equo e Izquierda Unida (IU), la storica federazione delle sinistre imperniata sul Partito Comunista.

Altrettanto importanti sono le “convergenze territoriali”. In Catalogna En Comú Podem (Podemos, Izquierda Unida, Equo e Barcelona En Comú). In Galizia En Marea (Podemos, IU, Equo e i nazionalisti galiziani di Anova e di Marea Atlantica). Nella Comunità Valenciana, A La Valenciana (Podemos, IU e la sinistra verde-nazionalista di Compromìs).

Formata da tre partiti nazionali, dalle convergenze e da ulteriori alleati locali, Unidos Podemos non è una sinistra unita in un solo partito, rappresenta piuttosto la possibilità storica che si è offerta alla sinistra spagnola di “scassare”, per dirla con De Magistris, e quindi la necessità di unirsi per sfruttare al meglio la legge elettorale. Se venissero confermati i numeri degli ultimi sondaggi, l'aumento di seggi sarebbe totalmente generato dalla tattica elettorale e non dall'aumento dei consensi.

Come si sblocca la Spagna?

Con risultati simili a quelli dei sondaggi, si aprirebbero due strade diverse per la Spagna.

Da una parte, potrebbe nascere un governo di “sinistra centro”, guidato dalle forze di Unidos Podemos con la partecipazione a vario titolo del PSOE e delle sinistre regionaliste. Sarebbe numericamente possibile, ma politicamente poco probabile.

La Grande Coalizione continua infatti a incombere. Un risultato di ulteriore arretramento probabilmente costerà la carica al segretario dei socialdemocratici Sanchez. Se saltasse Sanchez, a condurre il gioco sarebbe probabilmente la presidente dell'Andalusia Susana Diaz, ferocemente contraria agli accordi a sinistra. D'altra parte, va ricordato che già con Sanchez nei mesi scorsi il PSOE aveva trattato a lungo con Podemos ma aveva chiuso un accordo solo coi Ciudadanos. A quel punto, spetterebbe al PP fare l'ultimo passo per arrivare alla Grande Coalizione: ritirare il nome di Mariano Rajoy, indigeribile per gli altri “grandi alleati”, e governare la Spagna nel segno della continuità.

23/06/2016 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Paolo Rizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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