CETA: il libero scambio di fronte alla Corte di Giustizia

Socialdemocratici e popolari accelerano sul CETA, la lotta della Sinistra


CETA: il libero scambio di fronte alla Corte di Giustizia Credits: Foodwatch - https://www.flickr.com/photos/foodwatch/

Il CETA, l'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada, è conforme al diritto europeo?

Secondo l'Europarlamento non è importante saperlo. O meglio, non è importante per la grande coalizione tra il Partito del Socialismo Europeo (quello di Hollande e Renzi), l'Alleanza Liberaldemocratica (Monti e Verhofstadt) e i Popolari (Berlusconi e Merkel).

Secondo le regioni del Belgio, la Vallonia e le Fiandre, è invece una questione di primaria importanza.

L'Associazione Europea dei Giudici, con la firma di oltre 100 docenti universitari, aveva chiesto al Parlamento Europeo di sollevare la questione di fronte alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, in particolare sull'Investment Court System (ICS). Il voto contrario del centrodestra e del centrosinistra europeo ha impedito che fosse il Parlamento Europeo a chiedere un parere alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Il risultato è stato ottenuto invece dalle regioni belghe. La Vallonia era quasi riuscita a ottenere lo stop del governo del Belgio al CETA, alla fine il governo ha ceduto a una ricontrattazione, chiedendo però il parere alla Corte.

Cosa sono il CETA e l'ICS

L'ICS è il nuovo sistema di regolazione di dispute tra stati e imprese che dovrebbe correggere i problemi del famigerato ISDS. Il condizionale è d'obbligo perchè – come riporta la campagna Stop TTIP – l'ICS mantiene tutti i problemi dell'ISDS: le multinazionali possono citare in giudizio di fronte a giudici privati, il profitto è messo prima dei diritti dei cittadini e addirittura si espande il numero di imprese multinazionali coperte da questo sistema rispetto a quello più ristretto dell'ISDS. Per molti versi, la correzione inventata dall'Unione Europea è peggiore del male originale.

Il CETA è invece l'accordo gemello del TTIP, secondo molti il cavallo di Troia del più famoso trattato con gli USA. Il gruppo della Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL)

ha pubblicato un report intitolato CETA: il TTIP col travestimento canadese”. Secondo il report del GUE “numerosi studi mostrano che i leggeri cambiamenti dall'ISDS all'ICS non risolvono la maggior parte dei rischi inerenti all'arbitrato privato. Infatti, rimane irrisolto il problema essenziale dell'ISDS, cioè il fatto che gli investitori esteri hanno per definizione più diritti degli investitori nazionali e il fatto che gli stati possono essere denunciati per l'adozione di leggi democraticamente legittime e che queste cause non sono trattate da tribunali ordinari.

È importante anche non perdere di vista il fatto che la giustificazione per la creazione dell'ICS è proprio la prevenzioni di abusi come quelli generati dall'ISDS. In ogni caso, se gli abusi che hanno spinto la maggioranza dell'Europarlamento e infine anche la Commissione a proporre una versione riformata possono essere ripetuti col nuovo sistema, che legittimità può avere?

La Sinistra Unitaria Europea contro il CETA

L'eurodeputata Anne-Marie Mineur (Socialistische Partij, Olanda) è la relatrice del GUE/NGL per il CETA. Mineur ha espresso preoccupazione per la firma del governo del Belgio al CERA e ha aggiunto che “dati gli importanti cambiamenti apportati all'accordo, il testo dovrebbe tornare ai parlamenti nazionali per una riconsiderazione. Inoltre la Commissione Commercio Internzionale del Parlamento Europeo dovrebbe avviare un lavoro reale sull'accordo, dovrebbe avviare una vera procedura che porti a una vera risoluzione su cui i membri della Commissione possano esprimere i loro pareri invece di essere limitati a dire solo si o no”.

Commentando il voto del Parlamento Europeo contro la richiesta di un parere sul CETA della Corte di Giustizia, l'europarlamentare di Rifondazione Comunista Eleonora Forenza ha dichiarato:”Purtroppo oggi in aula a Strasburgo, la sessione plenaria del Parlamento Europeo ha dato vita ad un’altra brutta pagina per l’istituzione di cui faccio parte, votando a maggioranza contro l’ipotesi di postporre il voto sul CETA, il trattato economico tra Ue e Canada, e contro la possibilità di ricorrere alla Corte di giustizia europea per stabilirne la compatibilità coi trattati UE. Una maggioranza, o meglio una “larga intesa” tra popolari e socialisti, centrodestra e centrosinistra, si è assunta oggi la responsabilità di “accelerare” l’iter di questo trattato che minaccia la salute, i diritti e le democrazie. Noi del gruppo della Sinistra Unitaria Europea (GUE/NGL) abbiamo ovviamente votato per chiedere più tempo per poter discutere del CETA, continueremo nonostante il voto di oggi a dare battaglia, dentro e fuori le aule del Parlamento UE”.

26/11/2016 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Paolo Rizzi

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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