Congo, tra Covid e lavoratori confinati in miniera

Proponiamo la traduzione di un articolo apparso su Reuters.com con una breve introduzione redazionale.


Congo, tra Covid e lavoratori confinati in miniera Credits: Miniera di rame e cobalto a Kawama (RDC) - foto di Michael Robinson Chavez (lowyinstitute.org)

Un Paese nel cuore dell’Africa dimenticato dai più e colonizzato nella maniera più brutale - proprio qualche giorno fa, dalle colonne de Il Manifesto del 12 luglio, Marco Boccitto, recensendo Il crimine del Congo di Arthur Conan Doyle (1909), edito in italiano per la prima volta per le edizioni Bordeaux, ricordava come estremamente triste e tardiva sia stata la recente dichiarazione di Filippo del Belgio per le “ferite inflitte” dal colonialismo belga al Paese africano, a partire dall’odiosissima dichiarazione dell’ex Zaire quale “proprietà personale” dell’allora re Leopoldo.

Un colonialismo che di fatto perdura, ed in termini non certo meno violenti, perché la Repubblica Democratica del Congo è un Paese sfasciato, dilaniato da decenni di conflitti, depredato delle sue immense ricchezze e lasciato sostanzialmente al suo destino nell’ignoranza collettiva, nonostante i significativi sforzi fatti anche in ambito artistico e cinematografico per denunciarne le condizioni.

I recenti dati relativi alla RDC mostrano 8.163 casi e 192 decessi per il nuovo coronavirus. Ma, come è noto, non è dato sapere quanto simili dati siano effettivamente attendibili e/o sottostimati per l’atteggiamento omertoso di attori statali ed economici nei diversi Paesi strategici. E certamente la Repubblica Democratica del Congo, la miniera del pianeta, rappresenta un luogo decisamente strategico per il mercato mondiale. Il Sole 24 ore riportava pochi giorni fa, il 10 luglio, un articolo riguardante l’eccezionale apprezzamento del rame nell’ultimo anno nonostante la pandemia da Covid-19.

Nulla di misterioso, se si considera (o anche solo si immagina) quali possano essere state le condizioni dei lavoratori delle miniere durante questi tempi di pandemia e l’enorme margine di profitto che le compagnie minerarie occidentali sono riuscite in questi mesi ad estrarre sfruttando il lavoro dei minatori ricattati, sfruttando i bambini, relegando la manodopera nei siti produttivi senza alcuna umanità nè dignità, figurarsi il riguardo per le prescrizioni sanitarie anti Covid.

A tal proposito proponiamo la traduzione del seguente (e piuttosto asettico) articolo di Hereward Holland, corrispondente della nota agenzia di stampa britannica Reuters e, in fondo all’articolo, riferimenti ad alcuni reports di Human Rights Watch, dunque non certo informazioni particolarmente “scomode” né invise ad alcuna forza dominante del pianeta: la situazione globale è talmente drammatica, e riporta peraltro con toni così tragicamente neutri, che non risulterà difficile al lettore evincere da sé in quale genere di barbarie il capitalismo ha precipitato (e sta, sempre più, precipitando, con la scusa della pandemia) il mondo intero.

Il Congo concede alle miniere un mese per porre fine alle restrizioni COVID.

Il ministro del lavoro della Repubblica Democratica del Congo ha affermato, tramite una lettera aperta, che il Paese intende dare un mese di tempo alle compagnie minerarie di rame e cobalto per porre fine al confino dei lavoratori nei siti produttivi lontano dalle loro famiglie, misura presa come parte delle restrizioni COVID-19, e tornare alle normali operazioni.

Il mese scorso, le organizzazioni della società civile, chiedendo la fine di tale situazione e citando i minatori e le rappresentanze sindacali, hanno riportato che ai lavoratori è stato detto dai propri dirigenti che avrebbero dovuto scegliere tra rimanere nei siti e lavorare o perdere il posto.

“A tutte le compagnie minerarie che hanno confinato i lavoratori al sito operativo viene concessa una moratoria di un mese per tornare al normale funzionamento”, ha dichiarato il ministro del lavoro Nene Ilunga Nkula nella lettera, datata 13 luglio, che ha condiviso su Twitter martedì.

“Le società minerarie devono fornire assistenza sanitaria ai lavoratori e alle loro famiglie, nonché alloggi dignitosi e una dieta sana per i lavoratori confinati”, ha affermato inoltre Nkula.

Il Congo è il principale produttore di rame in Africa e la principale fonte mondiale di cobalto, che rappresenta i due terzi delle forniture globali di metallo utilizzato negli smartphone e nelle batterie delle auto elettriche.

Il ministro delle miniere, Willy Kitobo Samsoni, ha affermato che la chiusura completa delle miniere causerebbe una catastrofica crisi economica e sociale nel Paese, avendo tale industria costituito il 32% del suo PIL e il 95% delle entrate delle esportazioni nel 2018.

Le compagnie minerarie nella Copperbelt congolese (zona meridionale del Congo con il rame) includono Katanga Mining, sussidiaria di Glencore, China Molybdenum’s Tenke Fungurume, MMG e Chemaf mentre Ivanhoe Mines sta sviluppando due miniere di rame in zona.

Sei lavoratori della miniera di Kamoto Copper Company (KCC) di Glencore, nella provincia di Lualaba, si sono dimostrati positivi al nuovo coronavirus, ha rivelato una settimana fa proprio la KCC.

La Glencore ha dichiarato che KCC non confina i lavoratori sul posto.

La Ivanhoe ha bloccato il suo progetto Kamoa-Kakula, trasferendo i lavoratori in un alloggio in miniera, il 3 aprile. Il 1 giugno, la società ha permesso ai dipendenti congolesi del progetto di riprendere gli spostamenti verso il sito dalle comunità vicine.

Le aziende di Lualaba hanno un mese, a partire dal 2 luglio, per preparare misure igieniche e liberare tutti i lavoratori confinati da più di un mese. In Haut-Katanga il periodo va dal 6 luglio, dice la lettera.

Articolo apparso su Reuters.com il 14.07.2020
Traduzione a cura di Leila Cienfuegos

Ulteriori riferimenti:

  1. Open Letter to Industrial Copper-Cobalt Mining Companies Operating in Lualaba/Haut Katanga
  2. DR Congo: Mine Workers at Risk During Covid-19
  3. Congo Gives Mines Month to End COVID Restrictions

 

18/07/2020 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: Miniera di rame e cobalto a Kawama (RDC) - foto di Michael Robinson Chavez (lowyinstitute.org)

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