Gli Eroi del silenzio e il ringraziamento del popolo italiano

Perché la Brigata Henry Reeve merita il nobel per la pace e Cuba la fine dell’embargo.


Gli Eroi del silenzio e il ringraziamento del popolo italiano

Piantare o avere un piccolo albero dove i cooperanti legano pezzi di stoffa ai rami per ogni vita salvata dalle malattie è una tradizione dei sanitari cubani specializzati in patologie batteriologiche e che cooperano solidalmente con altre nazioni bisognose dovunque vadano a prestare aiuto. E così hanno fatto anche a Crema e a Torino.

E proprio in quest’ultimo comune italiano il fotografo romano Fabrizio Sansoni ha immortalato - assieme ad altri istanti di permanenza dei cooperanti cubani nell’ospedale da campo OGR - l’Albero della Vita che ha sconfitto il Covid-19. Questa e altre 15 fotografie che ricordano la partecipazione della Brigata Henry Reeve alla lotta al nuovo Coronavirus in Italia sono state esposte nella mostra «Eroi del Silenzio».

Come lo stesso Sansoni commenta:“Questi «Eroi silenziosi» della Brigata Henry Reeve, da metà aprile svolgono un grande e stoico lavoro insieme ai medici italiani nella battaglia contro il Covid 19 nelle sofferenti città di Crema e Torino. Proprio all'OGR di Torino ho avuto la possibilità e l'incalcolabile privilegio di convivere e catturare svariati momenti con questi grandi uomini capaci di aiutare, con la loro esperienza in ambito di malattie infettive, un sistema sanitario in palese difficoltà. Un aiuto, o ancor meglio un dono, mosso dal solo senso di solidarietà e della fratellanza, che da sempre contraddistingue ogni singolo cubano e che mi spinge a sostenere, con sempre crescente ammirazione quanto, quello Cubano, sia un grande Popolo”.

Lo scorso 15 luglio sul sito web dell'Ambasciata di Cuba in Italia c’è stata l'inaugurazione virtuale della mostra fotografica, la cui iniziativa è stata realizzata in collaborazione con la Regione Piemonte, il Comune di Torino, l’Agenzia per l’Interscambio Culturale ed Economico con Cuba e la Fondazione CRT. Il mondo reale da esplorare con queste 16 immagini in bianco e nero che ci offre Sansoni è quello del lavoro dei cooperanti cubani che hanno eseguito oltre 5.100 servizi medici, 29.000 procedure e azioni infermieristiche, con più di 170 pazienti trattati ed un solo deceduto.

Col bianco e nero l’artista ci costringe ad osservare un mondo nuovo rispetto a quello che vediamo sempre a colori; quindi chi è davanti a queste istantanee si rende conto della forza acquisita nella drammaturgia del racconto fotografico, i cui segreti a volte sono nascosti dal colore. «Eroi del silenzio» è stato l’omaggio a Cuba di Fabrizio Sansoni, ma ce ne sono stati tanti altri di persone umili, personalità dell’arte e dello sport, autorità politiche ed istituzionali che riconoscono che l’Isola caraibica aiuta “il mondo con una volontà di solidarietà. Diamo molte cose che quasi nessuno offre generosamente: amore e solidarietà”. Sono state le recenti parole del Presidente cubano Miguel Díaz-Canel in un incontro a L’Avana con i sanitari tornati dalle missioni in Andorra, Antigua e Barbuda e Nicaragua.

Díaz-Canel, dopo essersi congratulato con questi “eroi in vesti bianche” per i successi raggiunti, ha anche menzionato che “L'amore è la chiave di ciò che ottieni. L'altro contributo è ideologico. Difesa della rivoluzione e continuità”. Il presidente non ha perso l'occasione di denunciare davanti alle Brigate Henry Reeve rientrate in Patria le vessazioni e soprusi del governo Trump contro Cuba: “A quel governo che ha fatto uno sforzo malsano per denigrare e attaccare il lavoro delle nostre brigate mediche, che ha cercato di mettere in discussione la formazione e la professionalità del nostro personale sanitario, gli avete dato una risposta magnifica, che schiaccia ogni male ”. Inoltre ha anche enunciato la più recente calunnia: "Sono venuti per accusarci della tratta di esseri umani, quando ciò che distingue la medicina cubana è la dignità della vita umana”.

Ma arriva il riconoscimento alla risposta magnifica del personale sanitario cubano di fronte alla Covid-19 in più di 30 nazioni al mondo , che schiaccia ogni male sempre.

Per i meriti conseguiti con il coraggio, l’altruismo, l’umanità dimostrati e l’impegno profuso per la popolazione torinese e l’Italia intera, in presenza di Francesco Sicari, presidente del Consiglio comunale di Torino, la sindaca Chiara Appendino e l’Ambasciatore di Cuba José Carlos Rodríguez Ruíz è stata concessa la Cittadinanza Onoraria di Torino al dottor Julio Guerra Izquierdo, capo missione della Brigada medica volontaria Henry Reeve di Cuba in servizio dal 13 aprile all’interno del Covid Hospital, allestito alle OGR.

Nel frattempo il fuoriclasse portoghese Cristiano Ronaldo per ringraziare i medici cubani giunti a Torino in piena emergenza Covid-19 ha regalato una maglia da gioco della Juventus, naturalmente con il numero 7 sul retro e con il suo autografo ai 38 componenti della Brigada Henry Reeve di Cuba dislocata nel capoluogo piemontese.

Dal mondo dell’arte Laura Pausini e Lucia Altieri hanno manifestato il loro ringraziamento ai cooperanti della salute che hanno lavorato nelle città italiane di Crema e di Torino che, assieme alle altre 58 brigate, sono state accusate dagli imperialisti nella loro brutale campagna, d’essere «schiavi moderni», invece di riconoscere che questi professionisti hanno assistito durante la pandemia più di 162.000 malati, hanno salvato più di 5.000 vite e ancora oggi operano in 30 paesi.

La cantautrice Pausini ha elogiato questi eroi col camice bianco ringraziandoli di cuore mentre l’Altieri ha scritto sul suo FB che “come italiana e ambasciatrice della musica italiana rispondo al pubblico di tutto il mondo e soprattutto al pubblico cubano. A nome del mio paese, dell'Italia e di tutti gli italiani, siamo immensamente grati per il lavoro straordinario che i dottori cubani hanno svolto in un momento così difficile in cui intere famiglie sono scomparse per sempre. L'Italia e gli italiani ti saranno sempre grati per un gesto umano così bello, grazie mille Cuba".

Circa 600 collaboratori cubani assistono i casi confermati di Covid-19 in tutto il pianeta, e la loro impronta resterà nel cuore di coloro che li hanno conosciuti per la loro dedizione, il lavoro altruista, la loro professionalità e il loro comportamento semplice, vicino, gradevole e gioviale.

Tra le molte espressioni di gratitudine che giungono a Cuba da tutte le parti del mondo per applaudire il gesto umanitario dei suoi sanitari c’è quella del Ministro della Sanità italiana Roberto Speranza che ha incontrato l’Ambasciatore cubano e ha ringraziato la nazione caraibica per il soccorso prestato all’Italia per affrontare l’emergenza sanitaria provocata dal COVID -19, definito da lui “importante e molto bello”.

Speranza ha sottolineato che il personale sanitario cubano è giunto in un momento molto difficile per l’Italia e che la professionalità e l’impegno personale di ogni membro hanno significato un appoggio prezioso alla nazione. Durante l’incontro, il ministro e il diplomatico cubano hanno concordato che il settore della salute in l’Italia e a Cuba debba essere considerato come un diritto fondamentale. Hanno ricordato che esistono precedenti di collaborazione e un ampio potenziale per costruire una relazione di cooperazione bilaterale più strutturata che potrebbe apportare benefici anche a terzi, come esigono le sfide che sta combattendo l’umanità e che solo con maggiore sinergia e cooperazione a livello internazionale si potranno affrontare.

Tra le forze generose del pianeta ci sono diverse organizzazioni e personalità a livello internazionale che hanno lanciato la campagna per la candidatura al Premio Nobel per la Pace alle Brigate mediche internazionali cubane Henry Reeve. A questa campagna ha aderito l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba (ANAIC) che sostiene che mentre l’intero pianeta affronta una pandemia senza precedenti che mette in pericolo la vita di milioni di persone, la solidarietà internazionale di Cuba viene conosciuta e apprezzata ovunque, attraverso la collaborazione delle Brigate mediche che, per la loro preparazione, competenza e specializzazione, si sono recate in aiuto di molti paesi, tra cui l’Italia. Ma il loro ruolo è stato decisivo anche nella lotta contro l’Ebola nell’Africa occidentale, durante il terremoto in Pakistan e in Guatemala, contro il colera ad Haiti e in tanti altri luoghi colpiti da calamità naturali.

L’ANAIC mette in risalto il lavoro solidale e umanista delle Brigate che è stato elogiato dall’OMS, che ha stimato in oltre 80.000 le vite salvate grazie alle cure mediche di emergenza fornite volontariamente alle popolazioni di diversi paesi. Fa inoltre notare che in questi mesi oltre 1.500 medici e operatori sanitari cubani stanno combattendo il terribile coronavirus in tutto il mondo, in cooperazione con i professionisti locali della salute. Sottolinea che per i motivi esposti e per l’universalità dei valori, l’ANAIC sostiene la candidatura al Premio Nobel per la pace e invita le associazioni di solidarietà con Cuba, le organizzazioni sociali, culturali e politiche e le singole cittadine e cittadini ad aderire a questi appelli. Inoltre rivolge un invito ai promotori delle campagne già in corso per la formazione di un unico grande Comitato Internazionale, affinché nell’unità si possa raggiungere il maggior numero di adesioni possibili per conseguire questo grande e importante obiettivo.

Quanto fa bene al cuore riconoscere la capacità delle persone di compiere un certo atto in maniera ottimale, di essere virtuose come tante voci si sono alzate per i sanitari cubani della brigata Henry Reeve chiamati anche Eroi del silenzio!

18/07/2020 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Carmen Oria

Giornalista cubana, corrispondente del Canal Caribe - Sistema Informativo della TV cubana, critico d’arte e gerente culturale, laureata alla Facoltà di Giornalismo dell’ Università di L’Avana, con vasta esperienza nei diversi linguaggi dei mass media come agenzia di stampa, radio, web e TV. Per quasi tre decenni è stata una professoressa universitaria. Vive tra Roma e L’Avana e pubblica come collaboratrice nei diversi webs cubani, latinoamericani ed italiani; anche nei giornali e riviste.

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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