Gli studenti di Khartoum in lotta per il diritto allo studio

Quello che avviene in Sudan dovrebbe far riflettere tutti quelli che hanno a che fare con il mondo della scuola.


Gli studenti di Khartoum in lotta per il diritto allo studio

Quello che avviene in Sudan dovrebbe fare riflettere sia i politici di turno sia il mondo degli intellettuali e di tutti quelli che hanno a che fare con scuola e università.

di Guido Capizzi

Khartoum (Sudan). Un caro compagno del Partito Comunista Francese mi racconta della solidarietà con gli studenti che lottano per mantenere la loro Università a Khartoum.

Sono continuate per giorni le manifestazioni di molti studenti contro le minacce di privatizzazione dell'Università di Khartoum. Pesante la repressione, con duri arresti, ma in tanti continuano a lottare con coraggio per denunciare il desiderio governativo di controllo e la morsa del potere costituito sugli studenti.

Il dittatore Bashir tenta una doppia operazione: spostando l'università dal suo luogo storico, gli studenti vengono così trasferiti diversi chilometri fuori dalla città. Lo scopo di chi comanda è anche quello di dissuadere gli studenti dal frequentare un luogo fertile per il pensiero, riconosciuto in tutta l’Africa, per scaraventarli invece in piccole infrastrutture facilmente gestibili e controllabili.

Chi governa cerca, quindi, di impedire in futuro qualsiasi movimento organizzato per manifestare contro il potere costituito, come quelli che negli ultimi anni hanno condotto lotte contro le tasse elevate, per una migliore sistemazione dei luoghi di studio e anche per chiedere la fine della guerra in Darfur e in altri siti di morte.

Allo stesso tempo, il regime vuole accelerare la privatizzazione dell'istruzione superiore. Questo risponde a scelte politiche ultraliberiste di privatizzazione in tutte le direzioni.

Il governo è incoraggiato dagli aggiustamenti strutturali del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale per interi settori produttivi e dei servizi pubblici come istruzione e salute. Intanto, migliaia di ettari di terreno coltivabile vengono “regalati” a speculatori ed investitori. Una politica che non tiene in considerazione le gravi conseguenze di queste scelte, come ovunque succede: le disuguaglianze e le battute d'arresto per migliorare le condizioni di vita della società.

Di fronte alle proteste, il potere costituito manovra per bloccarle. Gli studenti e le loro organizzazioni perseguono la lotta per esprimere le loro legittime rivendicazioni.

E’ per questo, mi dice ancora il caro compagno francese, che il Partito Comunista Francese esprime la sua solidarietà con gli studenti in lotta a Khartoum e in tutto il Paese, per il rispetto dei loro diritti, la manutenzione e la modernizzazione dell'Università di Khartoum.

In altre parole, una lotta tenace per migliori condizioni di studio e per la conquista della libertà.

22/04/2016 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Guido Capizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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