I filosofi fanno gossip mentre la Francia è disastrata

Le elezioni presidenziali del 23 aprile con molte incertezze da tutte le parti. L’11 e il 18 giugno ci saranno le elezioni politiche


I filosofi fanno gossip mentre la Francia è disastrata Credits: https://www.flickr.com/photos/remijdn/

PARIGI. Avrei bisogno di incontrare un mago, un illusionista o un druido perché se bastasse passare la frontiera tra un Paese europeo chiamato Italia e un altro Paese europeo chiamato Francia (a proposito: la frontiera c’è, sicuro che c’è) per lasciarsi alle spalle per qualche giorno il caos e trovare una situazione più comprensibile non ci sarebbe bisogno di interrogare qualcun altro sul tema politica ed elezioni.

Riassumiamo: qui le elezioni per il nuovo Presidente della Repubblica si terranno il 23 aprile con il primo turno e il 7 maggio con il ballottaggio e, poi, l’11 e 18 giugno si voterà per il Parlamento (il 24 settembre per il Senato). Qui per alcuni candidati ci sono anche problemi di livello personale (favoritismi a familiari, a esempio). Qui ci sono di mezzo la Le Pen, François Fillon, Benoit Hamon e una lista di candidati alla Camera. Tant’è che filosofi vecchi e nuovi scrivono articoli di gossip anche su giornali italiani (v. “L’Espresso” n. 9/2017), come Michel Onfray, intellettuale di alta tempra morale, costretto a descrivere le malefatte esistenziali piuttosto che sottolineare le criticità di programmi, idee, suggestioni dell’avvenire prossimo venturo.

D’altra parte c’è almeno il Partito Comunista che si rivolge al popolo di Francia che vuole girare la pagina di un sistema politico impotente ed eroso dal capitalismo e dal liberismo.

Perché qui e in altri Paesi dell’Europa comunitaria (?) vengono fatte ancora politiche dure verso i deboli e deboli contro i potentati della finanza e del capitalismo?

Vorremmo intervenire e decidere su tutte le questioni riguardanti la vita, il lavoro” sottolineano diversi compagni e molte compagne che sono impegnate per la lotta femminista dell’8 marzo con l’adesione allo sciopero internazionale delle donne mondiali.

C’è chi sa e lo vuole far partecipe a tutti che “una vittoria della destra o dell’estrema destra alle elezioni farebbe precipitare il Paese nella miseria e nella divisione sociale”.

Per evitare questo disastro i comunisti vogliono che durante le elezioni presidenziali e parlamentari in maggio e giugno prossimi venga salvata la sinistra: “una sinistra che ricostruisce la grande politica della giustizia, dell'uguaglianza e della pace. Una sinistra che si impegna per una politica efficace contro la disoccupazione, la disuguaglianza e la povertà, assicurando nuovi diritti per i lavoratori e i cittadini”.

La costituzione nel mese di giugno di una maggioranza di sinistra e ambientalista sembrerebbe ancora possibile. Non c’è un candidato comunista del partito alle elezioni presidenziali, il PCF sostiene Jean-Luc Mélenchon perché “il suo programma è il più vicino al nostro” ribadiscono sui media dal PCF.

Ma cosa si farà? “Un patto di maggioranza, chiaro e trasparente, che ha i mezzi di cambiamento. E’ per questo che noi chiamiamo i candidati e le forze di sinistra a intensificare le discussioni e a concludere un patto globale di maggioranza per governare la Francia”.

Il tempo stringe e Jean-Luc Mélenchon continua a difendere l’idea di una rottura completa con il Partito Socialista. Questo non piace a militanti del PCF che sembrano caduti nella dipendenza organica dall’apparato del Partito Socialista. Chi lo sostiene dice che questo fenomeno si è visto già nelle elezioni comunali del 2014, quando il PCF si presentò insieme al Partito Socialista in numerose città già dal primo turno. In molte sezioni del partito comunista si ascolta anche in questi giorni che “abbiamo bisogno di far eleggere il maggior numero possibile di deputati” ogni volta che si discute sul tema di portare a termine le alleanze. “La strategia <unitaria> di Pierre Laurent per il 2017 non è altro che una manovra attendista per evitare molte questioni, lasciando aperta la possibilità di future alleanze con il Partito Socialista” dicono in tanti dall’interno del partito. Difficile dimenticare che le alleanze sistematiche contribuiscono all’indebolimento del PCF. C’è davvero da incrociare un mago, un illusionista o un druido per capire un quadro che quasi ogni giorno cambia colore o addirittura tema.

04/03/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Guido Capizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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