Lettera agli studenti medi dell’IC Carlo Levi

Vivete questo momento, informatevi, aprite gli occhi, fatevi domande, prendete gli spunti di riflessione che vi offro e ragionateci sopra liberamente. Voi siete il futuro di questo paese.


Lettera agli studenti medi dell’IC Carlo Levi

Ciao ragazzi!

Sono il prof. Villani, docente di sostegno delle classi prime, ma anche insegnante ed amico un po’ di tutti voi…In questi giorni vi ho pensati spesso, ho provato ad immaginare a come farvi sentire la mia e nostra presenza, a come evitare di farvi perdere momenti formativi importanti e a come far tesoro, anche se sembra strano dirlo, di un momento della nostra e vostra vita assurdo e incredibile, mai vissuto così in passato…

La verità è che, nonostante la fatica che a volte mi fate e ci fate fare, nonostante le arrabbiature, i mal di testa, il chiasso terribile in classe, i dispetti tra di voi, i compiti non fatti, i libri non portati… mi mancate, tanto e tutti. Come mi manca la scuola, Rossana, Francesco, i colleghi insegnanti, gli AEC, le mamme del comitato genitori… insomma tutta la nostra comunità.

Perché, come sempre, da esseri umani siamo portati a non accorgerci dell’importanza di ciò che abbiamo, finché non ne veniamo privati

Credo che mai come ora sia necessario trovare il modo per affrontare il cambiamento, adattandosi a questa situazione strana e unica che speriamo ovviamente passi il prima possibile ma che non sappiamo ancora quando finirà… E necessariamente, dobbiamo ragionare sul come cogliere le possibilità che questa nuova condizione ci offre.

Penso ad esempio che, per molti di voi, in questo periodo possa essere svolto un vero e proprio consolidamento e recupero delle “competenzeacquisite (o non acquisite) a scuola. Chi era rimasto indietro può rimettersi in pari, chi non aveva capito alcune cose, alcuni argomenti, può cercare di riprendersi, avendo più tempo a disposizione e la possibilità, tramite le classi virtuali, il registro elettronico, le email, le chat, di farsi aiutare a distanza dai propri professori.

Sarebbe sciocco non approfittare di questa possibilità, per chi sa di avere problemi scolastici, insufficienze o dubbi di vario genere...

Ma è questo un momento in cui è anche possibile fare approfondimenti che generalmente non abbiamo il tempo di fare, informarci in modo completo e profondo su qualcosa che ci piace e ci appassiona (il web offre possibilità eccezionali in questo senso).

Potreste diventare “esperti” su qualcosa che vi affascina (lo studio dello spazio, la biologia dei “virus”, particolari forme di arte, letteratura contemporanea, generi cinematografici, tipi di musica, cucina tradizionale...) per poi dare sfoggio di quanto acquisito quando ci rivedremo.

Ed è certamente questo un momento per sperimentare la “gestione del tempo”, saper convivere con la noia, ritrovare il piacere di stare in famiglia (magari dando una mano ai genitori, cosa assolutamente utile ed educativa, perché per condividere dei benefici occorre condividere anche il lavoro necessario ad ottenerli).

Personalmente poi mi piacerebbe davvero fare di questa esperienza un momento di riflessione… un momento da condividere con voi che rappresentate il futuro del paese e del mondo, per provare a immaginare una realtà diversa ed una vita migliore quando ne usciremo...

Mi piacerebbe ragionare sull’importanza del nostro Sistema Sanitario Nazionale (quello che oggi salva la vita a tante persone, grazie a medici, infermieri, Operatori Socio Sanitari e tanti lavoratori degli ospedali, davvero eroici) e sui disagi provocati dai tagli alla spesa, ai posti letto degli ospedali, alla loro privatizzazione e regionalizzazione...

e cosa dire degli “altri” lavoratori che, come quelli della sanità, continuano a operare e produrre, spesso in condizioni di sicurezza precarie, senza l’attrezzatura di sicurezza adeguata… dagli operai, ai lavoratori della logistica, a quelli dei trasporti, a quelli della sicurezza, ai cassieri e commessi dei supermercati, alle partite iva, ai raider e tanti altri… uomini e donne spesso precari, che nelle attuali difficili condizioni rischiano la salute, ma anche il posto di lavoro…

Mi piacerebbe poi ragionare sul nostro sistema economico e sociale, che evidentemente è entrato in crisi con questa emergenza… aziende chiuse, posti di lavoro persi a partire da quelli precari…

Mi piacerebbe ragionare sugli amici e sui “nemici” dei popoli colpiti come il nostro… [link articolo Paterna] sul fatto ad esempio che la Cina, a lungo attaccata da noi è in realtà il paese che più ci sta aiutando in questo momento, inviandoci migliaia di mascherine, di ventilatori polmonari, di esperti, di medici… come pure si sono offerti di fare paesi come Cuba o il Venezuela e più recentemente Russia e Vietnam… Mentre, purtroppo, la maggior parte dei paesi d’Europa e gli stessi USA, oltre a chiuderci le frontiere, non hanno mosso un dito per darci una mano (basta pensare alla Banca Centrale Europea, che in una situazione così difficile, invece di aiutarci ci affossa, rendendo ancor più difficile la ripresa...)

E vorrei riflettere su confini nati per dividere i popoli, confini da non far valicare a masse di disperati in fuga coi gommoni da guerre e carestie, ma che nell’era della globalizzazione risultano assai poco efficaci per tenere fuori un virus che si sposta da persona a persona con impressionante facilità e che è giunto nel nostro paese, non attraverso un “pericoloso extracomunitario”, ma attraverso un imprenditore lombardo…

E ancora… come non si può riflettere sulla ricerca? Sui tagli che nel nostro paese sono stati fatti in questo campo? Sulla necessità di garantire una ricerca medica pubblica e non legata ad interessi commerciali, per fare in modo che il “vaccino anti-coronavirus” una volta trovato, sia distribuito a tutti ed alla portata di tutti?

E perché no, riflettere anche su di noi, sulla scuola. Quanti appuntamenti mancati! Quante possibilità sprecate con le troppe assenze e il lavoro non svolto o fatto male! Allora usiamo tutti noi questo tempo per pensare, per capire dove stiamo andando, e per costruire il futuro, nostro e della società e, per fare questo, ci vuole educazione e istruzione, un cammino faticoso e lento da fare.

Un intellettuale del passato che ammiro molto (vi invito a cercare in rete il suo nome) diceva: “istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra conoscenza” …

Oggi il serbatoio di conoscenze è sempre disponibile: è lì, accessibile grazie alla ricerca con internet, lì troviamo subito tutte le risposte. Quel che non si trova, però, sono le domande: il problema è avere la capacità di interrogarsi, saper formulare domande feconde che suscitino nuova ricerca e apprendimento.

Vedete? Sono tante le riflessioni legate a questo assurdo momento della nostra vita che si possono fare… Ad esempio… mentre siamo al sicuro nelle nostre case, come si può non pensare a chi vive in strada, agli sfrattati, ai clochard, ai senza tetto, a chi vive in una roulotte o in una baracca? Proprio nel momento in cui, su ogni pagina web e ad ogni annuncio di telegiornale, ci viene detto giustamente di non uscire di casa? E giusto? È umano?

Senza scordare che, mentre noi siamo ovviamente concentrati su questo grande problema, in tante altre parti del mondo si muore ancora per guerre e violenze di ogni genere… in Libia, in Palestina, nella Siria attaccata dalla Turchia, nel Donbass, in Grecia… ed in tanti altri luoghi del pianeta, le popolazioni hanno problemi rispetto ai quali, il “nostro” coronavirus diventa quasi una sciocchezza…

Sarebbe bello affrontare questi difficili ed interessanti discorsi insieme…. Magari in una classe virtuale dedicata al “dibattito” (come quelli che a volte ci è capitato di fare a scuola…). Se me lo chiederete la attiveremo… altrimenti sarà bello discutere insieme al rientro, sperando che questo avvenga il più presto possibile… Sapete? Credo che quanto sta accadendo possa farci davvero apprezzare la nostra scuola in modo inaspettato… non credete? Non vi manca? Gli amici, il DADA, le lezioni? A me sì… davvero...

Vi abbraccio e vi saluto ragazzi, con una raccomandazione: vivete questo momento, informatevi, aprite gli occhi, fatevi domande, rileggete gli spunti di riflessione che vi ho dato e ragionateci sopra liberamente, magari assieme ai vostri genitorisiete il futuro di questo paese ed è importante che facciate tesoro di questa esperienza, di tutto ciò che ha comportato ed ha fatto emergere… problemi, potenzialità, assurdità…

E quando torneremo, ovviamente, oltre a discutere e dibattere insieme, oltre a riprendere le attività, oltre allo studio ed alla preparazione per superare l’anno… calcetto, pallavolo ed una mega-pizza tutti assieme…

Andrà tutto bene…
Vostro prof. Villani

29/03/2020 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Roberto Villani

Lavoratori autoconvocati della scuola

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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