Unità d’azione delle sinistre d’opposizione, buona la prima

Per costruire l’opposizione al governo e a Salvini la sinistra radicale si organizza.


Unità d’azione delle sinistre d’opposizione, buona la prima

Lo scorso 7 dicembre, al teatro de’ Servi in Roma, si è tenuta la prima assemblea unitaria delle sinistre di opposizione, promossa da Pcl, Pci e di Sinistra anticapitalista e sostenuta da decine di altri partiti e organizzazioni, nazionali e locali, tra cui anche il collettivo La Città Futura.

L’iniziativa ha avuto un grande successo, superiore alle più rosee aspettative. Il teatro era stracolmo e un centinaio di compagne e compagni di tutte le età e provenienti da ogni parte d’Italia non sono riusciti a trovare posto dentro la sala; l’entusiasmo era a tratti travolgente, specialmente durante gli interventi delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati sui più noti fronti di lotta (Unicredit, Whirlpool, ex-Ilva); il livello medio degli interventi di altissimo livello, come ciascuno può constatare grazie all’ottimo lavoro svolto dai compagni di Labaro TV, che ha trasmesso la giornata in diretta web e ne ospita la registrazione sul proprio canale youtube.

Un successo figlio della grande richiesta di unità che proviene dai lavoratori più coscienti e dai militanti di base, stanchi di patire gli effetti nefasti della frammentazione della sinistra ed in particolare dei comunisti. È comune la consapevolezza che l’assenza di un soggetto politico di riferimento, credibile, autonomo e radicato rende più difficile la difesa dagli attacchi padronali, finalizzati a scaricare sui ceti subalterni il prezzo della loro crisi. Ma il successo può essere anche ascritto alla formula proposta dagli organizzatori, relativamente innovativa per i tempi che corrono: non più soggetti politici nati a freddo, alchimie organizzativistiche o cartelli elettorali, bensì la riproposizione della quasi-centenaria tattica del marciare divisi e colpire uniti.

L’obiettivo è quello di dar vita ad una unità di azione che si proponga come punto di riferimento per i movimenti che stanno animando la politica italiana, da collante delle mille lotte che vengono combattute ogni giorno da decine di migliaia di lavoratori e da impulso alla ricostruzione di un’opposizione anticapitalista di massa. Un obiettivo ambizioso, vista l’attuale irrilevanza dei comunisti e l’esistenza di ancora ampie differenze riguardo l’analisi del nostro passato e il “che fare”, questioni ampiamente dibattute sia tra gli intervenienti che tra i compagni dentro e fuori la sala.

Per questo si parte senza una struttura formale - un semplice coordinamento nazionale dell’unità d’azione delle sinistre d’opposizione aperto a chi ancora non ha aderito e basato sull’assoluta parità tra tutti i soggetti e l’assenza di veti e diritti di primogenitura e coordinamenti locali per mobilitare le forze sui territori e sui luoghi di lavoro - e con pochi punti di programma minimo, capaci di vederci tutti d’accordo: l’abrogazione dei decreti sicurezza, la cancellazione della legge Fornero, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, l’uscita dalla NATO, la nazionalizzazione dei settori strategici, delle aziende che licenziano e che inquinano. Su questi temi verrà costruita una prima mobilitazione nazionale il 24 e 25 gennaio.

Nella sezione video riproponiamo l’intervento del nostro compagno Francesco Cori che analizza le ragioni oggettive e soggettive della perdita di credibilità dei comunisti di fronte alle masse popolari.

15/12/2019 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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