Che fine ha fatto Kobane?

La "Stalingrado" dei curdi contro lo Stato Islamico dopo 3 mesi di battaglia. Chi sta vincendo a Kobane? L’enclave curda in Siria tra jihadisti e Turchia.


Che fine ha fatto Kobane?

 

La "Stalingrado" dei curdi contro lo Stato Islamico dopo 3 mesi di battaglia. Chi sta vincendo a Kobane? L’enclave curda in Siria tra jihadisti e Turchia.

di Ennio Remondino

Labile memoria della cronaca: prima fu overdose di notizie senza novità sulla città assediata di Kobane. L’attacco jihadista, l’eroica resistenza curda, le bombe americane, l’indifferenza turca. Poi la dimenticanza del giornalismo da asporto: quando la notizia annoia la tolgo dal ‘banco vendita’.

L’overdose di un racconto anche quando non c’erano notizie, poi la dimenticanza del giornalismo opportunista che distribuisce la su attenzione sulla base del gradimento e non dell’importanza del fatto stesso. Noi e pochi altri -in questo caso Analisi Difesa- insistiamo a curiosare su tutti i fronti. E a Kobane, dopo tre mesi di battaglia è ancora difficile capire chi stia vincendo. La resistenza curda ha respinto l’attacco dei miliziani Isis che sembrava incontenibile, ma ancora si combatte e gli esiti restano incerti. Ecco la definizione di ‘Stalingrado’ dei curdi: chi vince la battaglia vincerà la guerra.

Nelle contrapposte propagande, siamo passati dello Stato Islamico incontenibile e con la vittoria in pugno, alla resistenza curda che non solo tiene ma sta per rompere l’assedio.

Salvo la certezza del gioco sporco della Turchia e il sostegno Usa e della Coalizione solo da ‘alta quota’, ben distante, su cosa sta ora accadendo a Kobane sappiamo troppo poco. Adesso sembra che a resistere siano gli jihadisti.

Nonostante i rinforzi curdi dall’Iraq e i raid aerei alleati sulla Siria concentrati su settori occupati da Isis, le milizie jihadiste tengono duro e controllerebbero ancora parte del centro urbano.

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong legata ai ribelli che combattono il regime di Bashar Assad che conta su una rete di attivisti in tutta la Siria, il 70% di Kobane ‘È nelle mani delle forze curde’.

L’avanzata nella parte orientale del quartiere di Sofyan, a sud di Kobane. Solo tre giorni prima le stime erano un po’ più prudenti. Il 60% della città in mano curda, diceva il direttore dell’Osservatorio. Altre aree dove i miliziani sono stati costretti a ritirarsi sono state minate. L’Isis si sarebbe anche ritirato dal quartier generale curdo nel nord della città e dal centro di Kobane.

L’offensiva curda sta cacciando i jihadisti e Kobane sarà presto liberate? Meglio essere prudenti. Il 22 dicembre il comandante delle forze curde Shirwan Sabindari, aveva annunciato che l’85% della città era liberata. Discrepanze troppo rilevanti. Dall’85 al 60% di territorio vuol dire che a Natale i jihadisti hanno lanciato un contrattacco che ha permesso di riguadagnare terreno e di cui nessuno ha parlato. Utile ricordare che quando gli jihadisti a settembre diedero il via all’offensiva su Kobane riuscirono ad occupare circa il 60% del centro urbano prima di venire arginate dai curdi e dai jet alleati.

Altre Fonti: Analisi Difesa

 

remocontro

09/01/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Ennio Remondino

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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