Approfondimenti teorici (Unigramsci)

Questa sezione del giornale è dedicata alla formazione teorica dei lavoratori e delle classi popolari e curata in collaborazione con le compagne e i compagni del collettivo della Università Popolare Antonio Gramsci (Unigramsci). Questa collaborazione nasce dalla volontà di approfondire i legami con una realtà molto impegnata nella “battaglia delle idee”, per formare una visione del mondo “altra”, diversa da quella delle classi dominanti. Non può esistere, infatti, una prassi rivoluzionaria in assenza di una teoria rivoluzionaria e questa non può che esser ricercata a partire dal pensiero critico di Marx, per sviluppare una visione autonoma del mondo, di classe, consapevoli che se i subalterni non hanno una propria visione necessariamente finiscono con l’adottare quella dominante. Questa collaborazione vorrebbe anche essere un elemento di stimolo per la formazione di quegli intellettuali organici di cui il futuro partito del proletariato avrà grande bisogno. Pertanto, in questa sezione pubblichiamo testi di approfondimento teorico, non necessariamente oggetto dei corsi universitari.

A rendere complessa e problematica un’analisi rigorosa della riflessione sull’arte di Brecht si deve aggiungere alla sua frammentarietà lo spiccato gusto per il paradosso e le frequenti prese di posizione ideologiche, non facilmente separabili dalle riflessioni teoriche, che hanno caratterizzato la scrittura brechtiana.

Videointervista alla grande intellettuale marxista Carla Filosa presidente dell’Università popolare Antonio Gramsci sull’eccezionale intellettuale rivoluzionario Gianfranco Pala da poco scomparso, sui motivi della sua condanna alla damnatio memoriae, sulla fondamentale rivista “La contraddizione” e sulla crisi di sovrapproduzione, indispensabile per comprende la nostra epoca storica in funzione di una sua radicale trasformazione.

La vita sulla terra evolve in forma dialettica. Homo sapiens è anch’esso il risultato di un lungo processo evolutivo, fisico e mentale, e le società umane interagiscono e co-evolvono con la natura nel suo complesso. Con la progressiva evoluzione e il definitivo consolidamento della coscienza estesa negli ominidi, per la prima volta la natura, sub specie hominis, prende coscienza di sé stessa.

Recensiamo in un’ottica marxista tre interessanti volumi che ci hanno gentilmente fatto avere i loro autori e che dimostrano come, nonostante il periodo buio che attraversiamo, la visione del mondo marxista resti l’unica reale alternativa all’ideologia dominante, espressione del blocco sociale al potere.

Continuando la prima parte dell’articolo, esaminiamo come Engels analizza il pensiero delle masse

Engels ha dato un contributo significativo alla riflessione sulla relazione tra situazione sociale e concezioni religiose.

Diversi studi confermano l’impatto psicosociale della precarietà del lavoro in particolare sulla salute mentale.

In Hegel scompare il carattere specifico e transeunte dell’alienazione come appartenente a un determinato periodo storico, mentre nelle sue considerazioni economiche Marx, sulla scorta dei fatti della vita reale, tira un netto confine fra oggettivazione nel lavoro in sé ed estraneazione di soggetto e oggetto nella forma capitalistica del lavoro.

Le conoscenze variano a seconda dei diversi uomini, per le circostanze in cui si acquistano, per le varie mescolanze in cui si trovano, per le differenti educazioni, costumi e credenze di chi le sviluppa. Dunque, lo stesso oggetto appare diverso da uomo a uomo e per lo stesso uomo in tempi diversi. Perciò non si può sapere quale delle diverse opinioni sia vera e, dunque, occorre sospendere l’assenso.

Pur condividendo la critica marxiana alla naturalizzazione del diritto quale strumento della borghesia per dare veste universale alla propria struttura sociale, Gramsci è più disponibile a riconoscere il portato progressivo dei diritti dell’uomo e del cittadino e la loro capacità di trasformare i costumi sociali esistenti.

La Rivoluzione Francese ha ricevuto un grande sostegno tra gli intellettuali tedeschi e in particolare tra i filosofi, che vi avevano visto la possibilità della realizzazione storica della categoria della universalità. Tale categoria da Kant a Hegel porterebbe in sé un pathos antifeudale, volto a spazzare via il particolarismo dominante nell’ancien règime.

L’intelligenza artificiale non ha autocoscienza né motivazioni vitali, ma è generata dall’intelligenza naturale e, anche, dagli interessi materiali delle classi dominanti. Quindi l’intelligenza artificiale risulta asservita necessariamente, come tutte le altre tecniche, agli interessi economici delle classi dominanti.

Come per Epicuro, a fondamento della conoscenza per Zenone ci sono le sensazioni che producono impressioni, ma diversamente dagli epicurei per gli stoici le impressioni non sono necessariamente vere: ci vuole l’assenso, cioè il libero giudizio della mente. Il criterio dell’assenso è l’evidenza.

Il fatto che lo sviluppo della forza produttiva nei diversi rami industriali si manifesta non solo in proporzioni, ma spesso in direzione contraria, non è dovuta unicamente all’anarchia determinata dalla concorrenza al particolare carattere del modo borghese di produzione; si ricollega anche con le condizioni naturali, che diminuiscono sovente il loro rendimento, nella misura stessa in cui la produttività aumenta. Come conseguenza si hanno movimenti in senso contrario in queste diverse sfere produttive: al progresso da una parte corrisponde il regresso dall’altra.

Non solo le idee nazionali sono anche il frutto del cosmopolitismo illuminista della rivoluzione francese, ma in Hegel, a differenza di pensatori più conservatori, non vi è tendenzialmente opposizione tra mito greco e lotta per l’unificazione nazionale dei principati tedeschi, come del resto tra universalità razionale e interesse storico-positivo.

Da un’iniziativa organizzata dal Centro Studi Nazionale “Domenico Losurdo”, dal Centro Culturale “Concetto Marchesi” e dalla Cooperativa Editrice Aurora sulla figura di Pietro Secchia vengono alcune indicazioni per la costruzione di un partito comunista effettivamente altro dal modello della Seconda Internazionale ed effettivamente dei lavoratori.

Come nel caso di Goethe, l’adesione alla poetica ingenua dei classici di Brecht non poteva essere immediata, ma doveva passare attraverso la mediazione del moderno concetto di sentimentale, così lo sforzo compiuto per raggiungere la semplicità e l’immediata chiarezza dei classici ha dovuto necessariamente passare attraverso il vaglio critico di una tormentata poetica “romantica”.

Epicuro

Si tratta di individuare i mali che affliggono l’uomo e di studiare la terapia filosofica per curarli. Dinanzi alla paura degli dèi e dell’aldilà, Epicuro sostiene che gli dèi non si occupano certo dell’uomo. Per quanto concerne la paura della morte, Epicuro la considera stolta, in quanto sino a che noi ci siamo la morte non c’è, quando invece ci sarà noi non ci saremo più.

Se le lotte sindacali riuscissero a mantenere in un dato paese un livello salariale tale che il profitto diminuisse sensibilmente in rapporto al profitto medio di altri paesi, o che il capitale subisse un arresto nel suo sviluppo, il ristagno o la recessione dell’industria, che ne sarebbero la conseguenza, provocherebbero la rovina dei lavoratori con i loro padroni.

Soltanto l’attivismo anticomunista di Gorbaciov è stato presentato dai media e non il contributo dell’URSS contro il nazifascismo in Europa. In quest’articolo si presenta in sintesi il contesto storico dell’abbattimento del muro di Berlino che per la dissoluzione dell’URSS è considerato il capolavoro di Gorbaciov.

Sono certo che in tutto questo tempo hai pensato qualche volta a me dopo che ci siamo separati con la parola d’ordine “Regno di Dio”. A questa parola d’ordine ci riconosceremo nonostante ogni metamorfosi, io credo. Sono certo che qualunque cosa ti capiti il tempo non cancellerà in te tale tratto. E penso che lo stesso sarà per me [1].

Una gita sul monte Amiata costituisce l'occasione di una riflessione sull’esperienza di David Lazzeretti ed Ernesto Balducci, sui motivi della scomparsa, in questa fase di capitalismo crepuscolare, del mondo a cui intendevano rivolgersi e sul limite del prete di Fiesole nel non considerare gli aspetti strutturali. Da qui la necessità di una ricerca teorica per approfondire il concetto di classe.

L’effetto di straniamento può essere considerato una provocazione che stimola il pubblico ad assumere un’attitudine ingenua di stupore di fronte a tutto ciò che sulla scena o nel mondo fenomenico si cela dietro la maschera altrimenti impenetrabile del dato, del naturale e di ciò che sembra noto.

La filosofia ellenistica è generalmente intesa come una terapia mentale ed esistenziale, assolve a un compito essenzialmente consolatorio per l’individuo, come la religione si propone di condurre gli uomini alla salvezza personale, dalle stolte credenze per gli stoici, dalle superstizioni per gli epicurei, dalle dottrine dei dogmatici secondi gli scettici.

il capitale non vive soltanto del lavoro, signore a un tempo barbaro e grandioso, esso trascina con sé nell’abisso i cadaveri dei suoi schiavi, intere ecatombi di operai che periscono nelle crisi.

 Il 5 agosto 1895 moriva Friedrich Engels.

È difficile comprendere se Hegel abbia inteso semplicemente riformare il cristianesimo, per ricondurlo alla sua primitiva purezza evangelica e riportarlo entro i limiti della ragione trascendentale, oppure abbia creduto di poterlo sostituire con una religione politica, maggiormente adeguata ai problemi della propria epoca storica e del suo popolo.

Com’è possibile accordare la tensione all’ingenuità con la complessità della teoria dello straniamento, con l’esigenza di valorizzare l’intima dialetticità del dramma e come si può valorizzare l’aspirazione alla classicità che emerge dall’ultima fase della produzione di Brecht, salvaguardando, però, tutta la radicalità della sua riforma drammaturgica?

Dal punto di vista politico l’ellenismo è caratterizzato dall’universalismo, necessario al governo di grandi strutture interetniche e multiculturali. Se l’universalismo consente di superare il particolarismo delle città-Stato greche, tuttavia non è in grado di ricomprendere al proprio interno gli elementi di democrazia e le libertà di cui godevano i cittadini delle polis.

Lo sviluppo delle forze produttive non solo semplificando il lavoro aumenta la concorrenza fra i lavoratori, ma anche fra forza-lavoro viva e morta. Cioè le macchine tendono a sostituirsi progressivamente ai salariati. In ultima istanza, dunque, lo sviluppo della forza produttiva del lavoro, in particolar modo la forza sociale dei lavoratori stessi, non soltanto non è loro pagata ma è diretta contro di essi.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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