Massicce proteste popolari in Sri Lanka violentemente represse

La popolazione in rivolta contro una classe dirigente corrotta e asservita al FMI, il punto di vista del partito srilankese marxista leninista JVP


Lo Sri Lanka ha una storia antichissima, era una tappa importante della via della seta, forniva spezie e materiali preziosi. Ha una collocazione strategica tra l’India, da cui sono provenuti i suoi primi abitatori, e la Cina e quindi subisce le influenze di queste due potenze. I manifestanti hanno chiesto le dimissioni del presidente Gotabaya Rajapaksa e del suo primo ministro. Il malcontento della popolazione è dovuto al fatto che il Paese sta vivendo una crisi gravissima, essendo privo di medicine, alimenti, carburanti a causa dell’esaurimento delle riserve in valuta pregiata con cui questi beni venivano comprati sul mercato internazionale, di cui si sarebbe appropriata la classe dirigente. Le politiche neoliberiste hanno fatto fallire il progetto di industrializzazione del Paese, che è riuscito ad andare avanti negli ultimi solo grazie alle rimesse dei lavoratori emigrati, i quali lavorano in condizioni di semischiavitù soprattutto nei paesi del Medio Oriente al servizio del ceto benestante. C’è una piccola comunità di srilankesi anche in Italia, uno dei suoi rappresentanti è Sudhat Adikari, detto Franco che milita nel JVP, partito marxista-leninista. Abbiamo rivolto varie domande a Franco sulle proteste e sul modo in cui il JVP pensa sia possibile uscire da questa crisi, restituendo benessere alla popolazione e affermando la sovranità nazionale contro l’ipotesi un intervento del FMI, detto giustamente Fondo Miseria.

15/07/2022 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Alessandra Ciattini

Alessandra Ciattini insegna Antropologia culturale alla Sapienza. Ha studiato la riflessione sulla religione e ha fatto ricerca sul campo in America Latina. Ha pubblicato vari libri e articoli e fa parte dell’Associazione nazionale docenti universitari sostenitrice del ruolo pubblico e democratico dell’università.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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