Nella nuova puntata dell’Osservatorio sul mondo che cambia, il professor Orazio Di Mauro affronta l’ultima svolta nella crisi di Gaza. Nella notte, il governo israeliano ha tenuto una lunga e tesa riunione di gabinetto, al termine della quale il primo ministro Netanyahu e gli alleati ultranazionalisti hanno rilanciato un piano per l’occupazione totale della Striscia e la concentrazione forzata della popolazione civile nella zona sud, preludio a una possibile deportazione sotto un’amministrazione araba di dubbia definizione. La proposta ha generato forti contrasti all’interno dello stesso governo e dello Stato Maggiore, con il generale Zamir che avverte: occupare tutta Gaza significherebbe tenere 50.000 soldati sul terreno per dieci anni, un impegno che prosciugherebbe la società israeliana delle sue risorse vitali. Intanto, i raid aerei continuano a colpire anche le cosiddette “zone sicure”, aggravando una catastrofe umanitaria con ospedali al collasso, carenza di cibo e acqua e un numero di vittime civili in costante crescita. Secondo Di Mauro, Netanyahu prosegue in questa escalation anche per ragioni politiche interne: senza la guerra, la sua leadership vacillerebbe. L’obiettivo, denuncia, è svuotare Gaza dei suoi 2 milioni di abitanti, un progetto che si scontra con enormi problemi logistici e con la crescente pressione internazionale. Il professore dedica spazio anche alla resistenza palestinese, ancora non piegata, e al contesto regionale, analizzando il ruolo di Hezbollah e le contraddizioni del sistema politico libanese. Non manca un richiamo alle voci coraggiose come quella della relatrice ONU Francesca Albanese, che smontano la narrazione dominante e denunciano le violazioni del diritto internazionale. In chiusura, Di Mauro passa al fronte ucraino, sottolineando come la lenta ma costante avanzata russa sembri ormai difficilmente arrestabile, e anticipando i possibili sviluppi del vertice tra Putin e Trump.
Osservatorio sul mondo: Israele verso l’occupazione totale di Gaza, ma il fronte interno vacilla
Mentre Netanyahu punta alla conquista definitiva della Striscia, il Paese è lacerato da tensioni politiche, proteste di piazza e malcontento tra i militari di ritorno dal fronte.
08/08/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.