Un excursus nell’economia e nella società dei cinque paesi in via di sviluppo per ragionare sulle loro prospettive.

La crisi economica attuale è una crisi mondiale che nel contesto dell’Eurozona si è cronicizzata e amplificata, a causa sia della vulnerabilità che gli squilibri interni di quest’area avevano prodotto a danno dei paesi periferici, sia a causa delle politiche economiche successivamente attuate, completamente inadeguate per contrastare la crisi ma in gran parte coerenti con i vincoli e gli indirizzi politici incorporati nei trattati e fatti propri dalle istituzioni dell’UE. L’attualissima questione relativa alla compatibilità tra: da un lato la configurazione dell’Eurozona e (più in generale) dei trattati dell’UE, e dall’altro un modello sociale basato sui valori dello sviluppo e dell’occupazione come il nostro modello costituzionale, diviene così centrale per comprendere e orientare gli imminenti e incerti sviluppi economici e sociali.

Nel suo ultimo libro, “Democrazia”, pubblicato da Einaudi nel 2014, il filosofo Stefano Petrucciani denuncia il processo involutivo della democrazia contemporanea a causa di uno “spostamento verso l'alto dei centri decisionali più rilevanti”. Inoltre, le nuove forme della comunicazione politica, incentrata su frasi brevi adatte a “bucare lo schermo”, insieme alla centralizzazione leaderistica e personalistica dei partiti rischiano di svuotare di valore reale il richiamo alla democrazia.
Domenica, 26 Luglio 2015 12:55

La scuola di Renzi non è buona

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Il movimento della scuola e la battaglia dell’area sindacale “Il sindacato è un'altra cosa” in Flc-Cgil. Storia di un anno di mobilitazioni contro la cosiddetta riforma imposta dal governo targato Pd. L’elemento determinante finora e per il rilancio di lotta più generale contro l’austerità è la costruzione di un fronte unico dal basso dei lavoratori, al di là delle sigle di appartenenza.

Al Teatro Costanzi di Roma è andata in scena, dopo un’assenza di 60 anni, La dama di picche di Pëtr Ilich Čaijkovskij. Un’opera lirica dalla partitura musicale estremamente complessa tratta da un magnifico racconto di Puškin stravolto dal libretto dei fratelli Čaijkovskij, a sua volta stravolto da un regia e da un’interpretazione che fa acqua da tutte le parti.

L’organizzazione giovanile di Syriza prende posizione sull’accordo firmato dal Governo Tsipras con l’Eurogruppo, rafforzando la componente del NO all’interno del partito. I giovani compagni greci, con la loro lucida analisi e la tenace passione che anima la loro volontà di lotta, ci fanno riflettere una volta ancora sulla necessità di un approccio più radicale e coraggioso di rottura con il dominio neoliberista dell’UE e dell’Eurozona e, più in generale, con il capitalismo. Lo scenario politico dei prossimi mesi e anni in Grecia non è affatto scontato e in questi giovani risiede la speranza di una ripresa del percorso iniziale intrapreso da Syriza.

Il 12 febbraio del 1924 usciva il primo numero dell’Unità e il mese dopo la terza serie dell’Ordine Nuovo, quindicinale. Il 6 aprile fu eletto deputato in un collegio veneto e il 12 maggio lasciava Vienna per rientrare in Italia con l’immunità parlamentare.

Un excursus nell’economia e nella società dei cinque paesi in via di sviluppo per ragionare sulle loro prospettive

Nonostante il clima di ricatti del modello Marchionne i primi risultati delle elezioni per il rinnovo di Rsu e Rls nelle fabbriche italiane dimostrano che il conflitto non è stato soffocato. I risultati fin qui ottenuti dalla Fiom dimostrano come, nonostante la situazione di crisi, il Jobs act, la riduzione dei diritti, la pressione padronale sui lavoratori e le politiche di austerità di Renzi, gli operai non sono rimasti passivi.
Le vicende che hanno tenuto al centro dell’attenzione per settimane il popolo greco e il governo Tsipras si sono risolte drammaticamente con un epilogo che lascia scontenti da più parti. È comunque l’occasione per analizzare la natura dell’UE, le tensioni conflittuali tra imperialismi nazionali e la lotta di classe su scala nazionalista e europeista che determinano le dinamiche all’interno dell’eurozona.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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