Che enorme patrimonio di nuove conoscenze è ora disponibile!

Conversazione con Rolf Hecker: i 200 anni di Karl Marx, il significato del suo lavoro oggi e lo stato attuale della seconda edizione completa delle opere di Marx ed Engels (MEGA).


Che enorme patrimonio di nuove conoscenze è ora disponibile! Credits: steigan.no

Rolf Hecker è un economista e uno storico di teorie economiche. È membro dell’associazione berlinese per la promozione dell’edizione MEGA e membro della società di Leibniz per le scienze a Berlino (Leibniz Sozietät der Wissenschaften)

Volker Külow: In occasione dei suoi 200 anni, Karl Marx viene celebrato in tutto il mondo?

Rolf Hecker: Si tratta di un fenomeno soprattutto occidentale, in quanto Marx era prima di tutto europeo e la sua teoria affonda le radici nell’Illuminismo europeo. Ci sono però in tutto il mondo suoi estimatori ed estimatrici e le sue opere vengono studiate ed edite dal Brasile all’India fino alla Cina.

VK: Secondo lei qual è il numero delle sue pubblicazioni al mondo? In quali paesi e in quali lingue viene pubblicato maggiormente?

RH: Se si considerano le pubblicazioni su Marx e sulla sua teoria oggi, sono sicuramente tante, soprattutto in lingue europee, ma anche in cinese e giapponese. Tuttavia, ciò che ritengo di maggior rilievo è la pubblicazione degli scritti di Marx. Proprio nel 2017 – il primo volume de Il capitale venne pubblicato nel 1867 - abbiamo constatato che in alcune lingue, per esempio in italiano, in greco e in cinese, sono comparse nuove traduzioni che prendono a riferimento la nuova edizione MEGA. Di grande rilievo è anche la nuova edizione tedesca di Thomas Kuczynski.

VK: A questo punto presumibilmente anche le persone più esperte perdono la visione di insieme. C’è un’opera che secondo lei è da considerare particolarmente innovativa e stimolante per il nostro rapporto con Marx nel 21simo secolo?

RH: Di recente il giovane collega giapponese Kohei Saito, che ha discusso la sua tesi all’università Humboldt di Berlino, ha pubblicato un libro dal titolo “Natura contro capitale. L’ecologia di Marx nella sua incompiuta critica al capitalismo” (“Natur gegen Kapital. Marx’ Ӧkologie in seiner unvollendeten Kritik des Kapitalismus”) per la Campus Verlag, Francoforte e New York 2016. Lui mostra attraverso il riferimento a materiali di studio finora inediti degli anni 1860-70, come Marx abbia analizzato in un modo del tutto nuovo il processo di metabolismo tra natura e società. Io credo che la strutturazione dei rapporti tra economia, ecologia e società diventerà decisiva per lo sviluppo dell’umanità nel 21simo secolo.

VK: Le pubblicazioni sono una cosa. Ma vengono organizzate anche diverse conferenze, incontri di studio e mostre di vario tipo?

RH: Per fortuna il riferimento alle conferenze può essere dato non solo con riguardo ai paesi stranieri ma anche alla Germania. Molte conferenze hanno avuto e hanno luogo In alcune università, da quella di Osnabrück a quella di Oldenburg fino a Francoforte e Treviri e i risultati di esse vengono raccolti in pubblicazioni. Degne di nota sono anche le mostre sul Capitale al Museo del Lavoro di Amburgo, che da settembre 2017 attirano circa un migliaio di persone a settimana. Da segnalare anche la mostra inaugurata a Treviri in occasione dei 200 anni di Marx sulla situazione sociale e culturale nel XIX secolo o quella sulle tappe della vita di Marx al museo renano e al museo Simeonstift di Treviri.

VK: A quali manifestazioni partecipa personalmente?

RH: Oltre che ad alcuni convegni in Germania, ho partecipato ad una conferenza nel settembre scorso all’università di Londra e ora ad aprile alla facoltà di economia di Mosca e all’università Renmin di Pechino. In generale, le ho trovate delle discussioni molto serie sull’eredità marxista. Si è trattato, da una parte, di una sistematizzazione di Marx nel contesto storico e, dall’altra, di una discussione sul nostro mondo globalizzato.

VK: Cosa c’è di nuovo nella mostra rinnovata alla casa natale di Marx a Treviri?

RH: C’è sicuramente da essere curiosi – io ci andrò a dare un’occhiata dopo l’inaugurazione – perché il punto chiave, secondo l’organizzatore della mostra della fondazione Friedrich-Ebert, dovrebbe essere l’impatto delle idee di Marx nella storia, fino ai giorni nostri.

VK: Le piace la statua regalata alla città di Treviri dalla Repubblica Popolare Cinese?

RH: Non l’ho ancora vista, ma il fatto di piacere o meno è una questione di punti di vista. C’è stata comunque un’interessante discussione nella giunta di Treviri, indipendentemente dal fatto che la statua venga accettata quale regalo della repubblica popolare cinese o meno. La giunta ha votato a stragrande maggioranza e ora l’assessore alle costruzioni della CDU deve trovare una collocazione adeguata. Comunque anche dopo la sua inaugurazione nella piazza davanti al museo Simeonstift sarà sempre considerata la pietra dello scandalo, una fonte di discussione.

VK: A proposito della Cina: quanto è ancora viva l’eredità teoretica di Karl Marx e Friedrich Engels nel “Regno di Mezzo”? E’ ciò che muove ancora le persone per strada?

RH: Nel 1986 si è deciso di pubblicare una nuova edizione cinese di opere in 70 volumi sulla base dell’edizione MEGA (Marx-Engels-Gesamtausgabe, l’edizione completa delle opere di Marx ed Engels). Inoltre gli scritti di Marx ed Engels sono disponibili in diverse edizioni selezionate. Ciò consente di liberare il Marxismo dai vincoli del tradizionale Marxismo-Leninismo. Nel 1999 è stato pubblicato il libro “Ritorno a Marx” (“Zurück zu Marx”) del professore di Nanchino Zhang Yibing, che esorta a ritornare ad un Marxismo originario. Ha ricevuto un variegato sostegno, che si esprime nel monito a staccarsi da un marxismo stalinista e sovietico e ad approdare ad un marxismo di stampo cinese. Questo nuovo marxismo dovrebbe ovviamente contribuire al “Socialismo di carattere cinese”. Il presidente della Cina e segretario generale del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping, ha esortato gli studiosi di scienze sociali a leggere “Il capitale” con rinnovata attenzione. I giovani nelle università si rivolgono a questo tipo di studio e con questo nuovo spirito sono state discusse le prime tesi. Certo, l’eredità di Marx non è ciò che muove tutte le persone per strada, ma i cinesi che visitano Treviri non lasciano di sicuro la città senza una foto davanti alla casa natale di Marx.

VK: Lei è un celebre studioso di Marx ed Engels e lavora da molti anni alla seconda edizione completa delle opere di Marx ed Engels, la MEGA, iniziata a metà degli anni ’70 dalla DDR e dall’Unione Sovietica. Questo lavoro è stato seriamente in pericolo dopo la svolta epocale del 1989/1990. Da allora come si è sviluppato questo ambizioso progetto di edizione e quanto è soddisfatto del suo stato attuale?

RH: Bisogna ringraziare la comunità scientifica tedesca se l’edizione MEGA ha potuto essere portata avanti in considerazione del suo elevato valore scientifico e filologico. A ciò ha inoltre contribuito una campagna di supporto a livello mondiale. Lo studio accademico e l’internazionalizzazione hanno consentito, per la prima volta nella storia, di svincolare la pubblicazione delle opere di Marx ed Engels dal contesto partitico. La pubblicazione è stata promossa dall’Accademia delle Scienze di Berlino e posta sotto la direzione della fondazione internazionale Marx-Engels (IMES). Con la rielaborazione delle linee guida dell’edizione si è arrivati ad un totale di 114 volumi, di cui 66, finora, sono stati pubblicati. Segnalo, inoltre, il completamento nel 2012 della seconda sezione e la pubblicazione nella quarta sezione di volumi con estratti di Marx ed Engels, che sono stati pubblicati per la prima volta. Di particolare rilievo è anche la collaborazione internazionale con colleghi e colleghe di Amsterdam, Mosca, Sendai e Tokyo e con altri studiosi in tutto il mondo.

VK: Quali volumi verranno pubblicati prossimamente? Da dove si aspetta che emergano “scoperte” o significativi progressi nella conoscenza?

RH: Io credo che ogni volume della MEGA contenga speciali scoperte, piccole o grandi, che portano a nuove conoscenze sulla genesi del lavoro di Marx e sulla sua ricezione. Ciò riguarda sicuramente la seconda sezione della MEGA con “Il Capitale” e i manoscritti preparatori di Marx ed Engels. Che enorme patrimonio di nuove conoscenze è ora disponibile riguardo alla sua opera principale “Il Capitale”! Tutto questo sapere pone in una nuova luce una discussione teoretica di lunga data. Nel 2017 è stata pubblicata la nuova edizione dell’“Ideologia tedesca” che si compone di 17 manoscritti, risalenti al periodo tra l’ottobre 1845 e il maggio 1847. Ciò ha portato diverse occasioni di confronto che dovrebbero tradursi in un progetto per una rivista o un libro. Nei frammenti rimasti si ritrova la ricchezza del pensiero di Marx ed Engels alla ricerca di una “vera scienza positiva”, ossia la rappresentazione “del processo di sviluppo pratico dell’uomo” (MEW 3 - Marx Engels Werkausgabe -, pag. 27). Il filosofo Michael Quante ha denominato questa ricerca come “un allontanamento dalla sinistra hegeliana” che conduce alla formulazione di una filosofia materialistica della storia (“Der unversöhnte Marx. Die Welt in Aufruhr” “Marx implacato. Il mondo in tumulto”, Münster 2017, pagine 26 e 47). Prossimamente sono attesi altri volumi della prima sezione, in particolare con articoli del Neuen Rheinischen Zeitung e del New York Tribune.

VK: La futura pubblicazione digitale dei volumi non sarà in qualche modo sfavorevole per l’utente?

RH: Ogni epoca ha le sue consuetudini di lettura. Finora, ciascun volume della MEGA è apparso in due subvolumi, con l’eccezione di due volumi nella quarta sezione che facilitano lo studio del testo mediante l’uso parallelo di un apparato. In futuro i volumi delle lettere di Marx e Engels verranno pubblicati esclusivamente in formato digitale, ma non in pdf, come si potrebbe pensare, ma come banca dati, in modo che se ne possa leggere contemporaneamente anche il commento, collegandosi alla “MEGA digital”, http://megadigital.bbaw.de/index.xql, dove sono già state pubblicate le lettere del 1866.

VK: Se si tiene il ritmo di uno o due volumi all’anno, il lavoro sulla MEGA dovrebbe essere completato in due o tre decenni. Quindi, paradossalmente, la generazione futura sarà vicina a Marx come nessuna generazione precedente. Si può già stimare oggi cosa questo significhi per la ricezione della sua opera?

RH: In base all’ultima valutazione del 2015, la Conferenza congiunta dell’Unione delle Accademie tedesche delle scienze (Die Union der deutschen Akademien der Wissenschaften) ha stimato che il progetto dovrebbe durare fino al 2030. È una prospettiva sicura per questo progetto editoriale. Per la ricezione dell’opera questo significa che, come già accennato con l’esempio del libro di Kohei Saito, il metodo di lavoro di Marx potrà essere studiato con più chiarezza e la complessità delle sue ricerche sarà maggiormente intellegibile.

VK: Marx non era solo un teorico della globalizzazione – come spesso viene recepito dagli autori borghesi e addirittura, in quanto tale, lodato – ma anche un critico della globalizzazione.

RK: Nel libro “Il Capitale. Economia politica nel 21° secolo” (“Das Kapital. Politische Ӧkonomie im 21. Jahrhundert”), di Mathias Greffrath (Monaco 2017) sono raccolti diversi punti di vista sull’economia politica di Marx, che vale la pena considerare. Probabilmente molti conoscono la frase: “La produzione capitalistica, quindi, sviluppa solo la tecnica e la combinazione del processo di produzione sociale, mentre allo stesso tempo indebolisce le fonti di ogni ricchezza: la terra e il lavoratore” (MEW 23, pagina 529). Significa, in sostanza, proteggere la nostra terra, le lavoratrici e i lavoratori in tutto il mondo e assicurare condizioni di riproduzione adeguate. Questo implica porre un limite all’avidità del capitale. Non si tratta semplicemente della globalizzazione, ma dei rapporti sociali in generale.

VK: Per chiudere, una domanda che probabilmente non la sorprenderà. Dal suo punto di vista quanto è importante Karl Marx per la sinistra in tutto il mondo? Quali delle sue idee centrali e dei suoi concetti considera ancora ampiamente validi ed attuali?

RH: Rispetto a questa domanda, ho detto molto nel testo che ho scritto per il catalogo della già citata mostra del Museo del Lavoro di Amburgo. Perché non dovremmo dire – come fa Marx – che dietro il lavoro, attraverso il quale viene prodotto il valore delle cose, si nasconde una relazione sociale? Perché non dovremmo dire che il plusvalore non si genera nello scambio ma nella produzione stessa? Si tratta, secondo Marx, del punto cruciale attorno al quale ruota il “segreto” della produzione capitalistica – si tratta del plusvalore, in definitiva della massimizzazione del profitto.

Perché non dovremmo parlare della crisi, che rappresenta un’interruzione del ciclo capitalistico? Marx studiò molto attentamente la prima crisi economica mondiale del 1857 e revisionò alcune delle sue previsioni, come quella della successiva rivoluzione o quella della durata del ciclo economico; e addirittura tentò nei suoi studi degli anni ’70 di calcolare matematicamente il saggio di profitto e i cicli di produzione. Non formulò condizioni o leggi per una nuova società socialista, ma si limitò a pochi criteri come il seguente, ben noto: “In una fase più avanzata della società comunista, quando sarà scomparsa la schiavitù degli individui fondata sulla divisione del lavoro e così anche la contrapposizione tra lavoro intellettuale e lavoro manuale; quando il lavoro non sarà solo un mezzo per vivere ma esso stesso il principale bisogno di vita; quando le forze produttive saranno cresciute grazie allo sviluppo completo degli individui e tutte le fonti della ricchezza collettiva potranno fluire pienamente; solo allora lo stretto orizzonte borghese potrà essere superato e la società potrà scrivere sulla sua bandiera; ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni”. (MEW 19, pagina 21).

Oggi - come d’altronde in tutta la lunga lotta del movimento dei lavoratori – si tratta di giustizia sociale, si tratta di una società capace di organizzare una ripartizione della ricchezza che renda possibile una partecipazione equa di tutti i suoi consociati.


Intervista di Volker Külow a Rolf Hecker (Junge Welt, 5 maggio 2018)

Traduzione dal tedesco a cura di Bianca Miriam Tedone

19/05/2018 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: steigan.no

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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