Economia e Lavoro
Il governo interviene sulle delocalizzazioni, ma per peggiorare le cose. Manca il ruolo dello Stato e il suo indirizzo e controllo sull’economia. Tornano in epoca pandemica gli spettri del neoliberismo.
All’indomani della finanziaria che, di nuovo, promette di non rispondere ai reali problemi dei e delle lavoratrici e studenti, la CGIL e la UIL promuovono la mobilitazione del mondo della scuola per il 10 dicembre e lo sciopero generale di tutte le categorie il 16.
I nuovi contratti di lavoro della Pubblica Amministrazione verranno siglati senza recupero del potere di acquisto e di contrattazione. Nelle assemblee, aperte per lo più ai soli iscritti dei sindacati più rappresentativi che annoverano una minoranza di lavoratori, le piattaforme discusse risulteranno lontane e discordanti rispetto ai contratti siglati. Le perplessità del sindacalismo di base…
È in atto una feroce ristrutturazione capitalistica che riguarda non solo la transizione ecologica ma l’intero mondo produttivo. Anche la pubblica amministrazione italiana sarà soggetta a profonde trasformazioni. Si tratta di operare un salto di qualità nell’analisi dei processi in atto e non cadere nella perdente logica degli slogan.
Economia circolare e infortuni sul lavoro. Come siamo messi? Con quale metro misuriamo la loro sostenibilità ecologica e sociale?
I diktat dell’Unione europea stanno imponendo una completa liberalizzazione di ogni forma di servizio pubblico, la cui gestione deve essere in modo sempre più imperativo demandata ai privati, nonostante la ormai trentennale privatizzazione imperante abbia costantemente prodotto un drastico peggioramento e dequalificazione dei servizi, a fronte di un altrettanto costante aumento dei loro costi, che cadono sempre più sulle spalle delle classi subalterne.
Le ultime esternazioni del ministro Brunetta meritano di essere analizzate e denunciate come l’ennesima arrendevole subalternità del Pubblico alle associazioni datoriali. Non disturbare i padroni in nome del Pnrr. La legalità e la trasparenza della Pubblica Amministrazione?
Quanto più le nuove generazioni incontrano difficoltà nel trovare un reddito per la loro autonomia, tanto più la “famiglia” svolge, per incanto automatizzato dall’abitudine, il suo ruolo di tana-rifugio o ammortizzatore, contribuendo a scongiurare possibili disordini sociali.
Non ci voleva la scienza di Draghi per una manovra simile, non diversa alle precedenti: taglio delle tasse, deregulation, risorse alle imprese. Ma forse ci voleva la sua autorevolezza presso i palazzi della politica e della finanza per imporla a tutto lo schieramento politico.
Una breve analisi della Russia di Putin a partire dalla lettura di Giovanni Arrighi di Adam Smith con il rischio di avere una visione parziale delle dinamiche della globalizzazione.
La flessibilizzazione favorisce anche le imprese con un numero basso di precari, in quanto la condizione precaria è una condizione di ricatto che colpisce l’intera forza lavoro. In effetti, l’aumento di forme di lavoro non garantite spinge i lavoratori regolari a ridurre al minimo le proprie pretese in termini salariali e gli stessi diritti acquisiti, sempre più presentati come privilegi dai mass media.
Dopo il fallimento dei protocolli anti-Covid (che hanno scaricato gli oneri della sicurezza sulla forza lavoro) arriva l’ennesima intesa a perdere dei sindacati con governo e Confindustria.
Non essendoci le condizioni oggettive e soggettive per la realizzazione della società socialista, seguendo la eccezionali intuizioni leniniste, in praticamente tutti i paesi in cui i comunisti sono giunti al potere, più che costruire una società socialista, si è mirato in primo luogo a raggiungere un passaggio intermedio, ossia la realizzazione di un capitalismo di Stato.
Si ritorna al lavoro in presenza nella pubblica amministrazione dove la fase emergenziale, dovuta alla pandemia, è già un lontano ricordo. Vince la linea Brunetta sul lavoro agile in attesa di accordare qualche contentino con i prossimi contratti nazionali della Pa.
Dalla grande manifestazione promossa dai lavoratori Gkn un’indicazione per la riscossa della classe lavoratrice, per un’inversione di rotta rispetto alle politiche del governo e per la ricomposizione di una sinistra di classe.
Ragioneria dello Stato e Funzione Pubblica intervengono per giudicare illegittimo un accordo sindacale alla Agenzia delle Entrate che prevedeva di destinare una parte dei risparmi della mancata erogazione dei buoni pasto a una specifica indennità condizione lavoro dal quale vogliono invece escludere quanti sono in smart working. Tuttavia alcuni dei fautori dello smart working guardano al lavoro a progetto e strizzano l’occhio a una sorta di cottimo istituzionalizzato.
I cambiamenti in corso in questa fase del capitalismo sono accelerati dalla pandemia. Stanno costruendo nuovi ammortizzatori sociali e un modello di welfare sempre più sbilanciato a favore di sanità privata e previdenza integrativa. Per fronteggiare questa offensiva occorre aggiornare la cassetta degli attrezzi.
A metà estate 2021 entra in vigore il Green Pass mentre nel paese sono già migliaia i licenziamenti collettivi dal 1° luglio in poi.
Pubblichiamo l’intervista a Mauro Gennari, ex lavoratore Inps licenziato che ha in corso una vertenza legale con il datore di lavoro e che deve sostenere anche un procedimento penale. Non avendo a disposizione tutta la documentazione richiamata siamo naturalmente a disposizione per la replica della controparte [ndr].
Nella configurazione attuale le modalità di organizzazione del lavoro flessibili e precarie hanno la loro genesi nel toyotismo, dal nome dell’impresa in cui sono stati sistematicamente sottoposti i fattori produttivi alla flessibilizzazione della produzione e della forza-lavoro secondo la logica del just in time.
Alla vigilia del ripristino dei licenziamenti collettivi arriva l’ennesima intesa a perdere con le parti sociali.
L’intervento, tenuto da Francesco Cori, del gruppo dei lavoratori della scuola per la conferenza dei lavoratori comunisti del 19 giugno individua la fase che il mondo della scuola sta vivendo e l’azione che possono svolgere i comunisti per sviluppare la resistenza dei lavoratori all’attacco del governo Draghi.
Le ultime esternazioni del premier Draghi vanno lette con estrema attenzione, il richiamo alla coesione sociale e alle politiche attive del lavoro occultano il ricorso padronale a violenze inaudite con aggressioni ai manifestanti della logistica. Le politiche cosiddette neo keynesiane non saranno sufficienti a colmare il ritardo dei paesi mediterranei della Ue.
Nel G7 dei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno premuto per boicottare sul piano economico e contrastare sul piano militare Russia e Cina. Sul primo tavolo, l’economico, hanno poche carte da giocare, per questo è serio il rischio che giochino sul secondo.
Come è possibile una salvaguardia effettiva quando a ogni cambio di appalto si rischia il posto di lavoro? Le normative esistono ma quasi sempre solo sulla carta. La realtà dimostra che l’anello debole della catena produttiva è sempre più a rischio.
C’è poco da esultare davanti agli ultimi provvedimenti intrapresi dal Governo in materia di appalti e licenziamenti. I soli ad esultare sono i padroni e i poteri forti sostenitori dell’Esecutivo. Il voltafaccia, l’ennesimo, della Cgil a fronte della necessità di una forte mobilitazione.
La flessibilità, all’interno del modo di produzione capitalistico, è stata funzionale alla diffusione del lavoro precario, favorendo la disarticolazione progressiva dei vincoli legali che regolano le condizioni di lavoro e i licenziamenti.
Nei 40 anni di egemonia neoliberista si sono acuite le diseguaglianze economiche e sociali che sono diventate un problema anche per la tenuta del capitale. Non a caso si parla genericamente di diseguaglianze quasi per attenuarne la natura economica e sociale dimenticando invece la povertà.
I paesi imperialisti pur di non investire in prevenzione, medicina territoriale, trasporti, sanità pubblica etc. hanno preferito finanziare quasi esclusivamente l’elaborazione di vaccini, che peraltro sembrano avere una durata drasticamente limitata nel tempo.
Il governo Draghi in piena pandemia decide di abolire l'obbligo di mettere la metà del personale della pubblica amministrazione in lavoro agile. Sullo sfondo c'è la necessità di gestire i 235, 6 miliardi di euro del Recovery Plan.